Transcript
I PURITANI
(I puritani di Scozia)
Opera seria.
testi di
Carlo Pepoli
musiche di
Vincenzo Bellini
Prima esecuzione: 24 gennaio 1835, Parigi.
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InformazioniI puritani
Cara lettrice, caro lettore, il sito internet
www.librettidopera.it
è
dedicato ai libretti
d'opera in lingua italiana. Non c'
è
un intento filologico, troppo complesso per essere
trattato con le mie risorse: vi
è
invece un intento divulgativo, la volont
à
di far
conoscere i vari aspetti di una parte della nostra cultura.
Motivazioni per scrivere note di ringraziamento non mancano. Contributi e
suggerimenti sono giunti da ogni dove, vien da dire «
dagli Appennini alle Ande
».
Tutto questo aiuto mi ha dato e mi sta dando entusiasmo per continuare a migliorare e
ampliare gli orizzonti di quest'impresa. Ringrazio quindi:
chi mi ha dato consigli su grafica e impostazione del sito, chi ha svolto le operazioni
di aggiornamento sul portale, tutti coloro che mettono a disposizione testi e materiali
che riguardano la lirica, chi ha donato tempo, chi mi ha prestato hardware, chi mette a
disposizione software di qualit
à
a prezzi pi
ù
che contenuti.
Infine ringrazio la mia famiglia, per il tempo rubatole e dedicato a questa
attivit
à
.
I titoli vengono scelti in base a una serie di criteri: disponibilit
à
del materiale, data
della prima rappresentazione, autori di testi e musiche, importanza del testo nella
storia della lirica, difficolt
à
di reperimento.
A questo punto viene ampliata la variet
à
del materiale, e la sua affidabilit
à
, tramite
acquisti, ricerche in biblioteca, su internet, donazione di materiali da parte di
appassionati. Il materiale raccolto viene analizzato e messo a confronto: viene
eseguita una trascrizione in formato elettronico.
Quindi viene eseguita una revisione del testo tramite rilettura, e con un sistema
automatico di rilevazione sia delle anomalie strutturali, sia della validit
à
dei lemmi.
Vengono integrati se disponibili i numeri musicali, e individuati i brani pi
ù
significativi secondo la critica.
Viene quindi eseguita una conversione in formato stampabile, che state leggendo.
Grazie ancora.
D
ario
Z
anotti
Libretto n. 139, prima stesura per
www.librettidopera.it
: settembre 2007.
Ultimo aggiornamento: 14/01/2014.
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Personaggi
PERSONAGGI
Lord Gualtiero
V
ALTON
, generale
governatore - puritano
..........
BASSO
Sir
G
IORGIO
, colonnello in ritiro, fratello di
lord Valton - puritano
..........
BASSO
Lord
A
RTURO
Talbo, cavaliero e partigiano
degli Stuardi
..........
TENORE
Sir
R
ICCARDO
Forth, colonnello - puritano
..........
BARITONO
Sir
B
RUNO
Roberton, ufficiale - puritano
..........
TENORE
E
NRICHETTA
di Francia, vedova di Carlo I (la
quale
è
sotto il nome di Dama di Villa Forte)
..........
SOPRANO
E
LVIRA
, figlia di lord Valton
..........
SOPRANO
Coro e comparse:
Soldati di Cromvello.
Araldi ed Armigeri di lord Arturo e di Valton.
Puritani.
Castellani e Castellane.
Damigelle.
Paggi. - Servi.
Nella prima parte l'azione
è
in una fortezza in vicinanza di Plymouth.
Nella seconda, in una campagna presso della fortezza.
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Atto primoI puritani
ATTO PRIMO
Parte prima.
Scena prima
Spazioso terrapieno nella fortezza.
Si veggono alcune cinte, torri ed altre specie di fortificazioni con ponti
levatoi ecc.
Da lontano si scorgono assai pittoresche montagne, che fanno
bellissima e solenne veduta; mentre il sole, che nasce, va gradatamente
illuminandole, siccome poi rischiara tutta la scena.
Sopra li baluardi si veggono scambiare le sentinelle.
Sentinelle fuori e dentro la fortezza, indi Bruno e coro di Soldati.
[Introduzione]
S
ENTINELLE
Iº
All'erta.
S
ENTINELLE
IIº
All'erta.
T
UTTE
L'alba appar
ì
.
(il tamburo e le trombe suonano la sveglia)
S
ENTINELLE
Iº
La tromba...
S
ENTINELLE
IIº
Rimbomba...
T
UTTE
Nunzia del d
ì
.
B
RUNO
E
C
ORO
DI
SOLDATI
(che a poco a poco escono con attrezzi militari; puliscono ed acconciano le arme)
Quando la tromba squilla,
ratto il guerrier si desta,
l'arme tremende appresta,
alla vittoria va!
Pari del ferro al lampo,
se l'ira in cor sfavilla,
degli Stuardi il campo
in cenere cadr
à
.
(odesi un preludio di armonia religiosa entro la fortezza)
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
B
RUNO
O di Cromvel guerrieri,
pieghiam la mente e il cor
a' mattutini cantici
sacri al divin fattor.
(li soldati s'inginocchiano. La campana suona la preghiera)
C
ORO
DI
PURITANI
(dentro la fortezza)
La luna, il sol, le stelle,
le tenebre e il fulgor
dan gloria al creator
in lor favelle!
La terra e i firmamenti
esaltano il signor:
a lui dian laudi e onor
tutte le genti!
S
OLDATI
Iº
Udisti?
S
OLDATI
IIº
Udii...
T
UTTI
Fin
ì
!
B
RUNO
Al re che fece il d
ì
l'inno de' puri cor
sal
ì
sui venti!
Scena seconda
Coro di Castellane e Castellani, che recano cestellini di fiori.
C
ORO
Iº
A festa!...
C
ORO
IIº
A festa!...
T
UTTI
A festa!...
B
RUNO
(invitando i soldati a cantare)
Almo gioir s'appresta...
a tutti rida il cor.
Cantate un casto amor.
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Atto primoI puritani
C
ORO
(in forma di canzone a ballo)
Garzon, che mira Elvira
la bella verginella,
l'appella la sua stella...
regina dell'amor.
È
il riso e il caro viso
belt
à
di paradiso;
è
rosa in su lo stel,
è
un angelo del ciel!
Sincero un cavaliero
in pianto a lei d'accanto,
ha il vanto altero e santo
d'innamorar quel cor.
Elvira allor sospira,
gli chiede eterna fede:
ed oggi d
à
mercede
a un s
ì
fidato ardor.
C
ORO
Iº
A festa!...
C
ORO
IIº
A festa!...
T
UTTI
A festa!...
B
RUNO
Almo gioir s'appresta:
a tutti ride il cor
se a nozze invita amor.
(tutti partono; il solo Bruno, volgendo il capo e vedendo Riccardo che esce disperatamente afflitto, si ferma in
disparte)
Scena terza
Riccardo, e Bruno.
[Cavatina di Riccardo]
R
ICCARDO
Or dove fuggo io mai?... Dove mai celo
gli orrendi affanni miei? Come quei canti
rispondono al mio cor funerei pianti! ~
Oh Elvira, oh Elvira, oh mio sospir soave,
per sempre io ti perdei!
Senza speme ed amor... in questa vita
or che rimane a me?
B
RUNO
La patria e il cielo.
R
ICCARDO
Qual voce?... Che dicesti? ~
È
vero...
è
vero!
B
RUNO
Apri il tuo core intero
all'amist
à
; n'avrai conforto...
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
R
ICCARDO
È
vano:
ma pur t'appagher
ò
. ~ Sai che d'Elvira
il genitor m'acconsentia la mano,
quando al campo volai.
Ieri alla tarda sera,
qui giunto con mia schiera,
pien d'amorosa idea,
vo al padre...
B
RUNO
Ed ei dicea?
R
ICCARDO
«Sospira Elvira a Talbo cavaliero
e sovra il cor non v'ha paterno impero.»
B
RUNO
Ti calma, o amico...
R
ICCARDO
Il duol, che al cor mi piomba,
sol calma avr
à
nel sonno della tomba.
R
ICCARDO
Ah per sempre io ti perdei,
fior d'amore, o mia speranza:
ah la vita che m'avanza
sar
à
vita di dolor...
sar
à
esempio di terror!
Quando errai per anni ed anni
al poter della ventura,
io sfidai sciagura e affanni
nella speme del tuo amor...
Oh qual sogno ingannator!
(sentesi una breve marcia; li soldati trapassano la scena per andare alle rassegne)
B
RUNO
T'appellan le schiere
a lor condottier.
R
ICCARDO
Di gloria il sentiere
m'
è
chiuso al pensier.
B
RUNO
A patria e ad onore
non arde il tuo cor?...
R
ICCARDO
Io ardo... e il mio ardore
è
amore,
è
furor!
B
RUNO
Deh poni in oblio
l'et
à
, che fioriva
nei sogni d'amor.
R
ICCARDO
Mi
è
in mente ognor viva,
mi accresce il desio,
m'addoppia il dolor.
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Atto primoI puritani
R
ICCARDO
Bel sogno beato
d'amore e contento
o cangia il mio fato,
o cangia il mio cor.
Oh come
è
tormento
nei d
ì
del dolore
la dolce memoria
d'un tenero amor!
Scena quarta
Stanze di Elvira.
Le finestre gotiche sono aperte: si vedono le fortificazioni, ecc.
Elvira, e sir Giorgio.
[Duetto Giorgio ed Elvira]
E
LVIRA
O amato zio, o mio secondo padre!
G
IORGIO
Perch
é
mesta cos
ì
?... M'abbraccia, Elvira.
E
LVIRA
Deh chiamami tua figlia!
G
IORGIO
Oh figlia... oh nome,
che la vecchiezza mia consola e alletta,
pe 'l dolce tempo ch'io ti veglio accanto,
e pe 'l soave pianto,
che in questo giorno d'allegrezza pieno,
piove dal ciglio ad inondarmi il seno...
Oh figlia mia diletta,
oggi sposa sarai!
E
LVIRA
Sposa?... No: mai!
E
LVIRA
Sai come arde in petto mio
bella fiamma onnipossente,
sai ch'
è
puro il mio desio,
che innocente
è
questo cor.
Se tremante ~ all'ara innante
strascinata ~ un d
ì
sar
ò
...
forsennata ~ in quell'istante
di dolore io morir
ò
!
G
IORGIO
Scaccia ormai pensier s
ì
nero.
E
LVIRA
Morir s
ì
... Sposa no mai!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
G
IORGIO
Che dirai, se il cavaliero
qui vedrai... se tuo sar
à
?...
E
LVIRA
Ciel!... Ripeti, chi verr
à
?
G
IORGIO
Egli stesso...
E
LVIRA
Egli... Chi?...
G
IORGIO
Arturo.
E
LVIRA
E fia vero!...
G
IORGIO
Oh figlia... il giuro!
E
LVIRA
Desso?... Arturo?
G
IORGIO
Arturo.
E
LVIRA
Oh gioia!
Insieme
E
LVIRA
Non
è
un sogno... oh Arturo, oh amor!
G
IORGIO
Non
è
un sogno... oh Elvira, oh amor!
(Elvira s'abbandona tra le braccia dello zio)
G
IORGIO
Piangi, o figlia, sul mio seno,
piangi, ah piangi di contento,
ti cancelli ogni tormento
questa lacrima d'amor.
E tu mira, o dio pietoso
l'innocenza in uman velo:
benedici tu dal cielo,
questo giglio di candor!
E
LVIRA
Quest'alma, al duolo avvezza,
s
ì
vinta
è
dal gioir,
che ormai non pu
ò
capir
s
ì
gran dolcezza!
Chi mosse a' miei desir
il genitor?...
G
IORGIO
Ascolta.
Sorgea la notte folta,
tacea la terra e il ciel;
parea natura avvolta
d'un fosco e mesto vel.
L'ora propizia a' miseri,
il tuo pregar, tue lagrime
m'avvalorar s
ì
l'anima,
ch'io corsi al genitor.
E
LVIRA
Oh mio consolator!
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Atto primoI puritani
G
IORGIO
Incominciai: «Germano»,
n
é
pi
ù
potei parlar;
allor bagnai sua mano
d'un muto lagrimar.
Poi ripigliai, tra gemiti:
«L'angelica tua Elvira
al prode Artur sospira;
se ad altre nozze andr
à
...
la misera... morr
à
.»
E
LVIRA
Oh! Spirto di piet
à
,
sceso dal ciel per me.
(con ansiet
à
)
E il padre?...
G
IORGIO
Ognor tacea...
E
LVIRA
Poscia?...
G
IORGIO
Sclam
ò
: «Riccardo
chiese e ottenea mia f
é
:
ei la mia figlia avr
à
!»
E
LVIRA
Ciel! Sol a udirti io palpito!...
E tu?...
G
IORGIO
«La figlia misera!»,
io ripetea, «morr
à
!».
«Ah, viva!» ei mi dice,
e stringemi al cor,
«Sia Elvira felice,
sia lieta d'amor».
(mentre Elvira nuovamente corre fra le braccia dello zio e vuol parlare, odesi fuori della fortezza un suono di
corni di caccia)
E
LVIRA
Odi... oh ciel, qual suon si desta?
G
IORGIO
Ascoltiam: ti rassecura.
E
LVIRA
Vien lo suon dalla foresta...
G
IORGIO
È
il segnal di gente d'arme,
che dal vallo nelle mura
chiede forse penetrar.
A
RMIGERI
(fuori della fortezza)
Viene il prode e nobil conte,
Artur Talbo cavalier!
G
IORGIO
Non te 'l dissi?
E
LVIRA
(abbracciando Giorgio)
Ah padre mio!...
G
IORGIO
Pago alfin
è
il tuo desio?
A
RMIGERI
(dentro la fortezza)
Lord Arturo varchi il ponte,
fate campo al pro' guerrier!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
G
IORGIO
A quel suono, al nome amato,
al tuo core or presta fede;
questo giorno venturato
d'ogni gioia
è
bel forier!...
E
LVIRA
A quel nome, al mio contento,
al mio core io credo appena:
tanta gioia, oh dio, pavento,
non ho lena ~ a sostener!
Coro d'Armigeri, Araldi e Castellane dentro le scene, dal lato per ove si
crede che Arturo faccia il suo ingresso nella fortezza.
C
ORO
DI
ARMIGERI
, A
RALDI
E
C
ASTELLANE
Ad Artur de' cavalieri,
bel campione in giostra e amor,
le donzelle ed i guerrieri
fanno festa e fanno onor!
Scena quinta
Sala d'arme con logge vaste, ove l'architettura gotica mostra la intera
sua pompa.
Il fondo della scena
è
aperto.
Fra le colonne si veggono sempre alcune tracce delle fortificazioni, ecc.
Elvira, Valton, sir Giorgio, lord Arturo, Bruno.
[Coro e Cavatina]
Dal lato destro esce lord Arturo con alcuni Scudieri e Paggi, li quali
recano vari doni nuziali; e tra questi si vedr
à
un magnifico velo bianco.
Dal lato sinistro escono Elvira, Valton, sir Giorgio, Damigelle con
Castellani e Castellane che portano festoni di fiori e gl'intrecciano alle
colonne.
Dal fondo della scena escono li Soldati guidati da Bruno che fanno
corteggio e danno compimento al decoro della festa.
N. B. Tutti li principali attori vengono in scena alla fine del coro.
Coro generale.
U
OMINI
Ad Arturo.
D
ONNE
Onor!
T
UTTI
A Elvira
coroniam belt
à
e valor!
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Atto primoI puritani
Coro di Scudieri d'Arturo, e di Damigelle d'Elvira.
D
AMIGELLE
Ella
è
fior di verginelle,
bella al par di primavera,
com'
è
l'astro della sera
spira all'alma pace e amor!
S
CUDIERI
Bello egli
è
tra cavalieri,
com'
è
il cedro alla foresta:
in battaglia egli
è
tempesta:
è
campione in giostra e amor.
A
RTURO
A te, o cara, amor talora
mi guid
ò
furtivo e in pianto,
or mi guida a te d'accanto
tra le feste e l'esultar!
Al brillar di s
ì
bell'ora,
se rammento il duol passato,
vo in ebbrezza... e son beato,
m'
è
celeste il giubilar!
Il mio fremito, il mio sguardo,
questo palpito frequente
ti diran la fiamma ond'ardo,
come amor m'inebria il cor.
Sempre assorto al tuo sembiante,
o mio angelo d'amore,
vivr
ò
ognor felice amante...
sul tuo seno io spirer
ò
.
C
ORO
GENERALE
Tregua ai sospiri
pace al dolore
imene e amore
vi arrider
à
.
A chi
è
fedele
dopo il tormento
ogni contento
divin si fa.
G
IORGIO
E
V
ALTON
Senza occaso questa aurora
mai null'ombra, o duol vi dia:
santa in voi la fiamma sia:
pace ognor v'allieti il cor!
E
LVIRA
Oh mio Arturo!...
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
A
RTURO
Ah Elvira mia!...
E
LVIRA
Or son tua...
A
RTURO
S
ì
, mia tu sei!...
E
LVIRA
, A
RTURO
,
V
ALTON
, G
IORGIO
,
B
RUNO
, C
ORO
Cielo arridi a' voti miei,
benedici e fede e amor!
Scena sesta
Arturo, Valton, Giorgio, Elvira, poi Bruno ed Enrichetta.
[Recitativo dopo la Cavatina d'Arturo]
V
ALTON
(dopo aver piano detto un motto a Bruno che s'inchina e parte)
Tu m'intendesti. ~ Fia mortal delitto
a chi s'attenta escir da queste mura
se non abbia il mio assenso. ~ O cari figli,
si compia senza me l'augusto rito.
(ad Arturo cui d
à
un foglio)
Merc
é
di questo scritto
voi, sino al tempio, aperto passo avrete.
(a Giorgio)
Tu gli accompagnerai. ~
(Bruno giunge con Enrichetta)
V
ALTON
Oh nobil dama,
l'alto anglican sovrano parlamento
ti chiama al suo cospetto: io ti son scorta!
E
NRICHETTA
(Ahim
è
, che sento!) E che da me si chiede?...
V
ALTON
(esitando; poi colla figlia s'accosta ai doni nuziali guardandoli)
A me s'addice
obbedir e tacer. ~ Altro non lice.
A
RTURO
(a Giorgio in disparte)
È
de' Stuardi amica?
G
IORGIO
(ad Arturo in disparte)
È
prigioniera
da molte lune, e fu da ognun creduta
amica de' Stuardi e messaggera,
in mentito abito e nome.
(Valton gli fa cenno colla mano e gli parla all'orecchio)
A
RTURO
(da s
é
, ma guardando pietosamente Enrichetta)
(Oh dio! Che ascolto!
È
deciso il suo fato: essa
è
perduta.
Oh sventurata!...)
E
NRICHETTA
(accorgendosi del guardar pietoso di Arturo)
(Qual piet
à
in quel volto!...)
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Atto primoI puritani
V
ALTON
Oh figli: al tempio e alle pompose feste
accorra ognun.
(ad Elvira, poi alle damigelle)
La nuziale veste
va' o diletta, a indossar. Ite voi seco.
(a Bruno)
Fuori del vallo i miei destrier sien presti;
ch
é
in breve io qui sar
ò
.
(ad Enrichetta)
La nostra andata
ci
è
forza d'affrettar!
(ai figli)
Com'io v'unisca
e a voi sorrida il cielo, o coppia amata.
(Valton unisce nuovamente le destre di Elvira e di Arturo, li benedice e parte co' le guardie: Giorgio ed Elvira
partono co' le damigelle. Arturo fa sembiante di partire, ma guarda attentamente all'intorno, quasi per assicurarsi
che tutti sono andati)
Scena settima
Enrichetta, ed Arturo.
E
NRICHETTA
(guardando attentamente lord Arturo)
(Piet
à
e dolore
ha in fronte e fanno sicurt
à
del core.)
Cavalier!
A
RTURO
(torna ad Enrichetta)
S'or ti
è
d'uopo di consiglio,
di soccorso e d'aita, in me t'affida!
(con franchezza leale)
E
NRICHETTA
(con mistero e fiducia)
Se mi stesse sul capo alto periglio?...
A
RTURO
Deh, parla; oh dio!... Che temi?
E
NRICHETTA
Breve ora... e sar
ò
spenta!...
(Arturo fa un segno di fremito)
E
NRICHETTA
Ah tu ne fremi!...
A
RTURO
(con risoluzione)
S
ì
, fremo... io fremo
per te, per me... pe 'l padre mio, che spento
cadea fido a' Stuardi! ~ E tu chi sei?...
(con entusiasmo)
Oh chi tu sii, ti vu
ò
salvar...
E
NRICHETTA
È
tardi!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
[Finale I]
E
NRICHETTA
Figlia a Enrico, e a Carlo sposa,
pari ad essi avr
ò
la sorte...
A
RTURO
(s'inginocchia)
Oh... regina...
E
NRICHETTA
Attendo morte!
A
RTURO
(alzandosi)
Taci, ah taci per piet
à
!...
Fuor le mura... a tutti ascosa
ti trarr
ò
per vie sicure...
tu n'andrai di qui...
E
NRICHETTA
Alla scure!
Scampo e speme... Oh Artur, non v'ha.
A
RTURO
No, reina, ancor v'
è
speme:
o te salva... o spenti insieme.
E
NRICHETTA
Cangia, o Arturo, il pio consiglio,
pensa al tuo mortal periglio;
pensa a Elvira, il tuo tesoro,
che ti attende al sacro altar!
A
RTURO
Non parlar di lei che adoro:
di valor non mi spogliar!
E
NRICHETTA
Sventurata prigioniera,
il mio fato io seguir
ò
:
giunse a me l'estrema sera...
per te l'alba incominci
ò
!...
A
RTURO
Sarai salva, o sventurata,
o la morte incontrer
ò
...
e la vergin mia adorata
nel morire invocher
ò
!
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Atto primoI puritani
Scena ottava
Elvira, Giorgio, Arturo, Enrichetta.
Elvira ha il capo coronato di rose: ha un bellissimo monile di perle al
collo: si vede per altro che le manca il compimento della pompa nuziale.
Entra in scena avendo nelle mani il magnifico velo bianco regalatole da
Arturo.
E
LVIRA
Son vergin vezzosa ~ in veste di sposa?
Son bianca ed umil ~ qual giglio d'april?
Ho chiome odorose ~ cui cinser tue rose;
ho il seno gentile ~ del tuo bel monil.
E
NRICHETTA
E
A
RTURO
Se miro il suo candor,
mi par la luna, allor
che tra le nubi appar
la notte a consolar.
G
IORGIO
Se ascolto il suo cantar
un angelo mi par,
che intoni al primo albor
inni al superno amor.
E
LVIRA
Dama, s'
è
ver che m'ami...
E
NRICHETTA
Dimmi, o gentil: che brami?
E
LVIRA
Qual mattutina stella
bella vogl'io brillar:
del crin le molli anella
mi giova ad aggraziar.
E
NRICHETTA
Elvira mia diletta
son presta al tuo pregar.
(Elvira si accosta ad Enrichetta invitandola ad insegnarle di acconciare il velo)
A
RTURO
E
G
IORGIO
(ad Enrichetta, quasi scusando la infantile preghiera di Elvira)
Fanciulla e semplicetta,
ognor desia scherzar:
scusare a te s'aspetta
suo troppo vezzeggiar.
E
LVIRA
A illeggiadrir mia prova
deh, non aver a vil
il velo in foggia nova
sul capo tuo gentil!
(Elvira vuol porre il velo sul capo d'Enrichetta, Arturo no 'l vorrebbe: ma la regina gli fa cenno d'allontanarsi: e
risponde scherzando ad Elvira)
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
E
NRICHETTA
Il vezzo tuo m'alletta,
mi
è
caro secondar.
E
LVIRA
O bella, ti celo
le anella del crin,
com'io nel bel velo
mi voglio celar.
Ascosa, o vezzosa,
nel velo divin,
or sembri la sposa
che vassi all'altar.
(Arturo nel ritornello dell'aria d'Elvira, alle parole "or sembri la sposa" fa un gesto rimarchevole, e quasi d'idea
che gli corre per la mente)
E
NRICHETTA
(Ascosa in bianco vel,
or posso, oh dio, celar
l'affanno, il palpitar,
l'angoscia del mio cor!...
Deh, tu pietoso ciel,
raccogli con favor
la prece di dolor
ch'osai a te levar!)
A
RTURO
(Oh come da quel vel,
che le nasconde il crin,
veggio un splendor divin
di speme a balenar!
Deh tu pietoso ciel,
m'avviva il tuo favor,
mi fa da reo furor
la vittima salvar!)
G
IORGIO
(guardandola con paterna compiacenza)
(Elvira col suo vel
un zeffiretto appar,
un'iride sul mar,
un silfo in grembo ai fior.
T'arrida, o cara, il ciel
col roseo suo favor,
tal ch'io ti veggia ognor
tra vezzi a giubilar!)
Valton dentro le scene, e coro di Damigelle che compariscono sulle
soglie degli appartamenti, ripetendo le parole di Valton.
Insieme
V
ALTON
Elvira... mia Elvira,
il d
ì
l'ore avanza!
C
ORO
Elvira... deh Elvira,
il d
ì
l'ore avanza!
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Atto primoI puritani
E
LVIRA
Se il padre s'adira...
io volo a mia stanza.
(con vezzo semplice)
Ma poscia, o fedel,
tu posami il vel!
A
RTURO
, G
IORGIO
E
E
NRICHETTA
Se il padre s'adira...
ah riedi a tua stanza!
Sar
à
il tuo fedel,
che t'orni del vel!
(Elvira parte co' le damigelle e con Giorgio)
Scena nona
Enrichetta, ed Arturo.
(Arturo guarda con grande sospetto all'intorno nuovamente, e trae dalla cintura il foglio avuto da Valton)
E
NRICHETTA
(in atto di deporre il velo)
(Sulla virginea testa
d'una felice un bianco vel s'addice.
A me non gi
à
...)
A
RTURO
(correndo a lei, e trattenendola)
T'arresta!
È
chiaro don del ciel! Cos
ì
ravvolta,
deluderai la vigilante scolta...
tu mia sposa parrai...
(con risolutezza)
Vieni...
E
NRICHETTA
Che dici mai?
Tu corri a tua ruina, a orribil sorte!...
(Arturo le afferra la mano in atto di forzarla a partire)
A
RTURO
Vieni... Ah vieni... T'involo a certa morte.
Scena decima
Riccardo, e detti.
[Terzetto nel finale]
Riccardo con spada ignuda e con aspetto e accento disperato.
R
ICCARDO
Ferma. Invan rapir pretendi
ogni ben ch'io aveva in terra:
qui ti sfido a mortal guerra...
trema, ah trema del mio acciar!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
A
RTURO
Sprezzo, o audace, il tuo furore:
la mortal disfida accetto:
questo ferro nel tuo petto
fino all'elsa io vu
ò
piantar.
(per battersi: Enrichetta si frappone: il velo si scompone, e il suo volto si scuopre)
E
NRICHETTA
Pace... pace... ah v'arrestate,
per me sangue non versate.
A
RTURO
Ah che fai!...
R
ICCARDO
(con stupore, e appoggiandosi alla spada)
La prigioniera?
E
NRICHETTA
Dessa io son!
A
RTURO
(a Riccardo)
Tua voce alt
é
ra
or col ferro sosterrai.
Vien...
R
ICCARDO
(freddamente)
Con lei, tu illeso andrai.
A
RTURO
E fia ver?...
E
NRICHETTA
(Qual favellar?)
R
ICCARDO
(freddamente)
Pi
ù
non vieto a voi l'andar.
A
RTURO
(Se il destino a te m'invola,
o mia Elvira, o amor mio santo,
un sospiro a te se n' vola,
e ti dice in suon di pianto:
«Ti consola!»... ~ Io lungi e in guai
t'amer
ò
com'io t'amai.)
R
ICCARDO
(Parti, o stolto, e prova intanto
quel dolor che a me serbavi;
tu vivrai deserto e in pianto
giorni oscuri, eterni e gravi.
Patria e amor tu perderai...
fia tua vita un mar di guai!)
E
NRICHETTA
(Sogno... o avr
ò
conforto al pianto,
avr
ò
tregua a d
ì
s
ì
gravi?
Sogno, o andrommi al figlio accanto
tra gli amplessi suoi soavi?
Tanto ben, se, oh dio, sognai...
non mi far destar giammai!)
[Seguito del finale]
C
ORO
(dentro le scene)
Genti, a festa! Al tempio andiamo!
E
NRICHETTA
E
A
RTURO
Gente appressa?... Oh ciel fuggiamo!
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Atto primoI puritani
R
ICCARDO
S
ì
fuggite... il vuole un dio!
A
RTURO
(per partire, poi si volta)
Pria che siam oltre le mura
parlerai?...
R
ICCARDO
No t'assecura.
A
RTURO
Tu lo giura.
R
ICCARDO
Il giuro!
E
NRICHETTA
, A
RTURO
E
R
ICCARDO
Addio.
(Arturo ed Enrichetta partono)
Scena undicesima
Riccardo, poi Valton, Bruno, Elvira con Damigelle in pompa di nozze.
Indi Soldati, Puritani, Castellani e Castellane.
Riccardo con estrema ansiet
à
guarda dalle loggie, e quasi segue
coll'occhio i passi dei due fuggiaschi.
R
ICCARDO
È
gi
à
al ponte... ~ Passa il forte...
È
alle porte... ~ Gi
à
n'and
ò
!...
C
ORO
(uscendo)
Al tempio, al tempio, a festa!
E
LVIRA
Dov'
è
Artur?
R
ICCARDO
Dianzi fu qui...
E
LVIRA
Ove sei, o Artur?...
R
ICCARDO
Part
ì
!...
(suono di tamburo nella fortezza: tutti guardano fuori delle loggie)
E
LVIRA
, G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Gi
à
fuor delle mura... Laggi
ù
alla pianura.
C
ORO
Iº (a Valton)
La tua prigioniera... La rea messaggera
col vil cavaliero?
C
ORO
IIº
Ciascun su un destriero...
spronando... volando...
T
UTTI
Mirate col
à
!...
(quadro generale. Elvira getta un grido)
V
ALTON
Soldati accorrete ~ coi bronzi tuonate
all'armi appellate ~ correte... volate.
Pe 'l crin trascinate i due traditor!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto primo
Si vede gran movimento di Soldati e di Gente. Poi, dopo il grido
«All'arme» che si ripete dentro le scene, si sente battere la generale. La
campana del forte suona a stormo: il cannone spara a lenti intervalli.
Elvira fa alcuni passi meccanicamente, poi resta immota dopo qualche
doloroso grido.
T
UTTI
All'arme!
V
ALTON
(a Bruno)
T'affretta.
T
UTTI
(di dentro)
All'arme!...
T
UTTI
Vendetta!
(Valton, gridando vendetta, snuda la spada e alla testa d'un drappello di soldati parte)
R
ICCARDO
Oh come si pasce ~ d'affanni e d'ambasce
l'ardor di vendetta ~ che m'ange e m'alletta:
oh come nel seno ~ si mesce il veleno
di sdegno e d'amor ~ di speme e dolor!
E
LVIRA
La dama d'Arturo ~
è
a bianco velata...
la guarda e sospira ~ sua sposa la chiama:
Elvira
è
la dama?... ~ Non sono pi
ù
Elvira?
(Elvira
è
immobile; con gli occhi fissi e spalancati si tocca la testa quasi per verificare se ha il velo. Tutto in lei
indica una subitanea follia. Grida «no» con voce disperata, poi resta immobile e mesta come prima)
G
IORGIO
E
C
ORO
Elvira! Che dici?
E
LVIRA
Io Elvira? Ah no... No... No!...
U
OMINI
La misera
è
pallida...
D
ONNE
È
immobile e squallida...
U
OMINI
Le luci non gira...
D
ONNE
Sorride e sospira...
U
OMINI
Demente si fa...
T
UTTI
Oh cieli, piet
à
.
E
LVIRA
Arturo, ah gi
à
ritorni? Dunque sei fido ancor!
(nel suo delirio crede vedere Arturo, e dice questi versi con la pi
ù
grande mestizia e
delirante passione. Poi torna immobile come prima)
E
LVIRA
Ah vieni al tempio ~ fedel Arturo...
Eterna fede, mio ben ~ ti giuro!
Come oggi
è
puro ~ sempre avr
ò
il core,
vivr
ò
d'amore ~ morr
ò
d'amor.
D
ONNE
Si crede all'ara...
U
OMINI
Giura ad Arturo...
D
ONNE
Ella s
ì
tenera...
U
OMINI
Ei s
ì
spergiuro...
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21
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Atto primoI puritani
D
ONNE
Ella s
ì
candida...
U
OMINI
Ei traditor!...
T
UTTI
Misera vergine... ~ morr
à
d'amor!
R
ICCARDO
E
C
ORO
Oh come ho l'anima trista e dolente,
udendo i gemiti dell'innocente:
oh come perfido ~ fu il traditore,
che in tanti spasimi lasci
ò
quel cor!
G
IORGIO
Dio di clemenza, t'offro mia vita,
se all'innocenza giovi d'aita:
deh sii clemente a un puro core...
deh sii possente sul traditor!
R
ICCARDO
Pi
ù
la miro, ho pi
ù
doglia profonda,
e pi
ù
l'alma s'accende in amore!...
Ma pi
ù
inaspra ed avvampa il furore
contro chi tanto ben m'invol
ò
!
G
IORGIO
La mia prece pietosa e profonda,
che a te vien sui sospir del dolore,
tu clemente consola, o signore,
per la vergin cui l'empio immol
ò
!
E
LVIRA
(fa un moto quasi tornando a vedere Arturo che fugge)
Ti veggo... gi
à
fuggi?... O ingrato, abbandoni
chi tanto t'am
ò
!... Arturo... Oh dio!... No!
C
ORO
Ahi dura sciagura ahi lutto e dolor!
S
ì
bella, s
ì
pura ~ del ciel creatura,
nel d
ì
del diletto ~ schernita, tradita!
Andr
à
maledetto ~ il vil traditor!
E
LVIRA
Qual febbre vorace ~ m'uccide... mi sface...
qual fiamma, qual ira m'avvampa e martira!
Fantasmi perversi fuggite dispersi!...
O in tanto furor ~ sbranatemi il cor.
C
ORO
D
'
ANATEMA
tutti
Non casa, non spiaggia raccolga i fuggenti!
In odio del cielo, in odio a' viventi,
battuti dai venti, da orrende tempeste,
le odiate lor teste ~ non possan posar!
Erranti, piangenti ~ in orrida guerra
col cielo, la terra ~ il mar, gli elementi...
ognor maledetti in vita ed in morte,
sia eterna lor sorte ~ eterno il penar!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto secondo
ATTO SECONDO
Parte seconda.
Scena prima
Gran sala con porte laterali: vedesi per una di esse il campo inglese e
sempre qualche fortificazione.
Castellani e Castellane, Puritani e Bruno.
[Coro ed Aria di sir Giorgio]
C
ORO
Piangon le ciglia ~ si spezza il cor...
l'inferma figlia ~ morr
à
d'amor!
C
ORO
Iº
Il duol l'invase?
C
ORO
IIº
La vidi errante
tra folte piante...
C
ORO
IIIº
Or per sue case
gridando va ~ «Piet
à
... piet
à
!»...
T
UTTI
Piangon le ciglia ~ si spezza il cor...
l'inferma figlia ~ morr
à
d'amor!
Scena seconda
Giorgio dagli appartamenti d'Elvira; poi Riccardo con foglio.
D
ONNE
Qual novella?
G
IORGIO
Or prende posa.
T
UTTI
Miserella!
D
ONNE
È
ognor dolente?
G
IORGIO
Mesta e lieta...
D
ONNE
È
senza tregua?
G
IORGIO
Splende il senno... or si dilegua
alla misera innocente.
T
UTTI
Come mai?
G
IORGIO
Dir lo poss'io?
Se nel duol che m'ange il seno,
ogni voce trema e muor!
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Atto secondoI puritani
C
ORO
Deh favella...
G
IORGIO
Mi lasciate.
C
ORO
Te n' preghiamo...
G
IORGIO
Ah no... cessate!
(per partire; e li castellani lo trattengono)
B
RUNO
E
C
ORO
Deh ti muova quell'ambascia
che ci aggrava al tuo dolor!
G
IORGIO
Siate paghi... v'appressate!
(tutti fanno cerchio intorno a Giorgio)
G
IORGIO
Cinta di rose e col bel crin disciolto
talor la cara vergine s'aggira:
e chiede all'aura e ai fior con mesto volto:
«Ove and
ò
Elvira!»
Bianco-vestita, e qual se all'ara innante,
adempie al rito, e va cantando: il giuro.
Poi grida, per amor tutta tremante...
«Ah vieni, Arturo!»
C
ORO
Ahi figlia misera ~ delira amor!
Quanto fu barbaro ~ il seduttor!
G
IORGIO
Geme talor, qual tortora amorosa,
or cade vinta da mortal sudore:
or l'odi al suon dell'arpa lamentosa
cantar d'amore!
Or scorge Arturo nell'altrui sembiante...
poi del suo inganno accorta e di sua sorte,
geme, piange, s'affanna... e ognor pi
ù
amante,
invoca morte.
C
ORO
Ahi, figlia misera ~ morr
à
d'amor!...
Scenda una folgore ~ sul traditor!
(all'ultime parole entra Riccardo con un foglio)
[Recitativo dopo l'introduzione]
R
ICCARDO
Di sua folgore il ciel non sar
à
lento!
«A scure infame Artur Talbo
è
dannato
dall'anglican sovrano parlamento.»
C
ORO
È
giusto fato!
R
ICCARDO
Quaggi
ù
, nel mal che questa valle serra,
a' buoni e a' tristi
è
memorando esempio.
C
ORO
Se la destra di dio tremenda afferra
il crin dell'empio.
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto secondo
(Riccardo scorre coll'occhio il foglio che tiene aperto. Segue a proclamare li decreti del parlamento)
R
ICCARDO
Di Valton l'innocenza a voi proclama
il parlamento, e a' primi onor lo chiama.
C
ORO
Qual doglia, Valton, se vedran tue ciglia
insana ancor la tua diletta figlia!
R
ICCARDO
Infuria essa ad ognor?...
G
IORGIO
Sol quando un suon marzial misera sente
pi
ù
ricorda il fuggir del caro amante
e allor fassi furente.
R
ICCARDO
E non v'ha speme
alcuna?
G
IORGIO
Medic'arte n'assicura
che una subita gioia, o gran sciagura
potria sanar la mente sua smarrita.
C
ORO
Qual mai t'attende, o Artur, pena infinita!
R
ICCARDO
In me, duce primier, parla Cromvello,
il vil, ch'
è
ognor in fuga,
e di sangue civil macchi
ò
Inghilterra,
cercate or voi. E se sua rea fortuna,
o malizia lo tragga a questa terra,
non abbia grazia, n
é
pietade alcuna.
(il coro parte)
Scena terza
Elvira, e detti.
[Scena d'Elvira]
E
LVIRA
(dentro la scena)
O rendetemi la speme
o lasciatemi morir.
G
IORGIO
Essa qui vien... la senti?
Oh come
è
grave il suon de' suoi lamenti!
Esce Elvira scapigliata e in veste bianca. Il volto, il guardo, ed ogni
passo ed atto di Elvira palesano la sua pazzia.
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Atto secondoI puritani
E
LVIRA
Qui la voce sua soave
mi chiamava... e poi spar
ì
.
Qui giurava esser fedele,
poi crudele... ei mi fugg
ì
!
Ah mai pi
ù
qui assorti insieme
nella gioia de' sospir?...
Ah rendetemi la speme
o lasciatemi morir!
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Quanto amore
è
mai raccolto
in quel volto e in quel dolor!
E
LVIRA
Chi sei tu?
(dopo una pausa a Giorgio, il quale per consolarla fa una fisionomia ridente. Elvira ripete le parole che disse a
Giorgio allorch
é
, nella prima parte del dramma, le di
è
la notizia delle sue nozze con Arturo. Giorgio sorride, ma
si asciuga le lagrime. Intanto Riccardo dall'altro lato mostra una grande commozione)
G
IORGIO
Non mi ravvisi?...
E
LVIRA
Padre mio?... Mi chiami al tempio?
Non
è
sogno... oh Arturo... oh amor!...
Ah tu sorridi... asciughi il pianto!
A imen mi guidi... al ballo, al canto!
Ognun s'appresta a nozze, a festa,
e meco in danza esulter
à
.
(si volta, e vede Riccardo; lo prende per mano)
Tu pur meco danzerai?...
Vieni a nozze!...
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
(Oh dio!)
E
LVIRA
Egli piange!
Egli piange... ei forse am
ò
!...
(a Giorgio in disparte e sotto voce: poi torna a fissare Riccardo; poi gli afferra la
mano, e tornando ad atteggiarsi dolorosamente)
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
(Chi frenar il pianto pu
ò
!)
E
LVIRA
(a Riccardo)
M'odi e dimmi, amasti mai?
R
ICCARDO
Gli occhi affisa in sul mio volto,
ben mi guarda e lo vedrai...
E
LVIRA
Ah se piangi... Ancor tu sai
che un cor fido nell'amor,
sempre vive di dolor!...
(si abbandona al pianto, e si pone la mano sul volto. Giorgio l'abbraccia: essa lo lascia e passeggia)
G
IORGIO
Deh! Ti acqueta, o mia diletta,
tregua al duol dal tempo aspetta.
E
LVIRA
(sempre passeggiando per la scena, n
é
badando mai ai due che parlano)
Mai!...
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Clemente il ciel ti fia.
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto secondo
E
LVIRA
Mai!...
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
L'ingrato ormai oblia.
E
LVIRA
Ah! Mai pi
ù
ti rivedr
ò
!
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
(Si fa mia la sua ferita
mi dispera e squarcia il cor.)
E
LVIRA
O toglietemi la vita
o rendetemi il mio amor!
(Elvira si volge in atto di furente verso Riccardo e Giorgio. Poi vi
è
una pausa generale. Dopo un poco Elvira
sorride e atteggia il volto alla maniera dei pazzi)
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Torn
ò
il riso in sul suo aspetto,
qual pensiero a lei brill
ò
?
E
LVIRA
Non temer del padre mio;
co' miei pianti io placher
ò
...
ogni affanno andr
à
in oblio,
tanto amor consoler
ò
!
G
IORGIO
(Essa in pene
è
abbandonata
sogna il gaudio che perd
é
!)
R
ICCARDO
(Qual bell'alma innamorata
un rival rapiva a me!)
E
LVIRA
Vien, diletto,
è
in ciel la luna:
tutto tace intorno intorno:
fin che spunti in ciel il giorno,
vien: ti posa sul mio cor!
Deh t'affretta, o Arturo mio:
riedi, o caro, alla tua Elvira;
essa piange, e ti sospira:
riedi, o caro, al primo amor.
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Possa un d
ì
, bella infelice,
merc
é
aver di tanto affetto:
possa un giorno nel diletto
obliare il suo dolor!
Ricovrarti ormai t'addice
stende notte il cupo orror...
(Elvira
è
abbattuta dal delirio. Giorgio e Riccardo l'invitano a ritirarsi)
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Atto secondoI puritani
Scena quarta
Giorgio osserva all'intorno; poi afferra pe 'l braccio Riccardo come uno
che parlando mostra sapere un suo grave segreto.
[Duetto. Finale II]
G
IORGIO
Il rival salvar tu devi,
il rival salvar tu puoi.
R
ICCARDO
Io no 'l posso...
G
IORGIO
Tu non vuoi?
R
ICCARDO
No!
G
IORGIO
Tu il salva!
R
ICCARDO
Ei perir
à
...
G
IORGIO
Tu quell'ora ben rimembri
che fugg
ì
la prigioniera?
R
ICCARDO
S
ì
...
G
IORGIO
D'Artur fu colpa intera?...
R
ICCARDO
(quasi sdegnandosi)
Tua favella ormai...
G
IORGIO
(con dignit
à
paterna)
È
vera!
R
ICCARDO
(come sopra)
Parla aperto!...
G
IORGIO
(come sopra)
Ho detto assai!
R
ICCARDO
Fu voler del parlamento
se ha colui la pena estrema.
Dei ribelli l'ardimento
in Artur si domer
à
.
Io non l'odio, io no 'l pavento,
ma l'indegno perir
à
.
G
IORGIO
Un geloso e reo tormento
or t'invade e accieca... Ah trema!...
Il rimorso e lo spavento
la tua vita strazier
à
...
Se il rival per te fia spento
un'altr'alma il seguir
à
.
R
ICCARDO
Chi?
G
IORGIO
Due vittime farai,
e dovunque tu n'andrai
l'ombra lor ti seguir
à
!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto secondo
G
IORGIO
Se tra il buio un fantasma vedrai
bianco, lieve... che geme e sospira
sar
à
Elvira, che mesta s'aggira,
e ti grida: io son morta per te.
Quando il cielo
è
in tempesta pi
ù
scuro
s'odi un'ombra affannosa che freme
sar
à
Artur che t'incalza, ti preme,
ti minaccia de' morti il furor!
R
ICCARDO
Se d'Elvira il fantasma dolente
m'apparisce e m'incalzi e s'adiri,
le mie preci, i singulti, i sospiri
mi sapranno ottenere merc
é
.
Se l'odiato fantasma d'Arturo
sanguinoso sorgesse d'Averno,
ripiombarlo agli abissi in eterno
lo farebbe il mio immenso furor!
(Giorgio dopo una pausa lo abbraccia piangendo e con affetto paterno)
G
IORGIO
Il duol che s
ì
m'accora
vinca la tua bell'anima...
R
ICCARDO
Han vinto le tue lacrime...
mira... ho bagnato il ciglio.
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Chi ben la patria adora
onora la piet
à
.
R
ICCARDO
Se inerme ed in periglio...
salvo ei per te sar
à
.
G
IORGIO
S
ì
; il salva!...
R
ICCARDO
E dall'esilio
contro la patria libera
se armato ei qui verr
à
!...
G
IORGIO
Mia man non
è
ancor gelida,
con te il combatter
à
.
R
ICCARDO
(con mistero)
Forse dell'alba al sorgere
l'oste ci assalir
à
...
s'ei vi sar
à
!...
G
IORGIO
Morr
à
!
Sia voce di terror
patria, vittoria, onor!
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Atto secondoI puritani
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Suoni la tromba, e intrepido
io pugner
ò
da forte,
bello
è
affrontar la morte
gridando libert
à
!
Amor di patria impavido
mieta i sanguigni allori;
poi terga i bei sudori
e i pianti la piet
à
.
R
ICCARDO
All'alba!
G
IORGIO
All'alba!
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
All'alba!
R
ICCARDO
Alba che surgi a un popolo
che a libert
à
s'affidi
giuliva a lui sorridi
nunzia d'eterno sol.
Alba che surgi ai perfidi
tiranni della terra
sii nunzia a lor di guerra,
alba d'eterno duol.
(stanno per separarsi: nel fondo della scena Giorgio si rivolge a Riccardo, e lo prende per mano)
G
IORGIO
Il patto
è
gi
à
fermato,
se Artur
è
inerme o vinto?...
R
ICCARDO
Avr
à
piet
à
e conforto...
G
IORGIO
Se vien ascoso e armato?...
R
ICCARDO
Ei sar
à
avvinto e morto!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto terzo
ATTO TERZO
Scena prima
Loggia in un giardino e boschetto vicino alla casa d'Elvira: questa casa
ha la porta e le finestre con vetri assai trasparenti.
Da lontano si vedono sempre alcune fortificazioni, ecc.
Il giorno comincia ad oscurarsi. - Si leva un uragano, e mentre pi
ù
imperversa, sentonsi dentro le scene e da lontano alcune grida
d'allarme ed un colpo di archibugio. - Poco dopo Arturo comparisce
avvolto in un grande mantello. A poco a poco esce la luna. La casa
internamente vedesi da varie lampade illuminate.
Arturo, e poi Elvira.
[Scena d'Arturo]
A
RTURO
Son salvo, alfin son salvo. I miei nemici
falliro il colpo, e mi smarrir di traccia.
Oh patria... oh amore, onnipossenti nomi!
Quant'io vi sento e adoro! Ad ogni passo
mi balza il cor nel seno e benedico
ogni tronco, ogni fronda ed ogni sasso.
Oh com'
è
dolce a un esule infelice
dopo il misero errar di riva in riva,
toccar alfin la terra sua nativa:
vedere ed abbracciar colei che in core
gli fu scolpita per la man d'amore!
(vedesi trasparire fra i vetri del palazzo Elvira vestita di bianco. Essa non vista da Arturo, trapassa sola e
cantando. La sua voce va perdendosi a mano a mano che essa internasi ne' suoi appartamenti)
E
LVIRA
A una fonte afflitto e solo
s'assideva un trovador:
e a sfogar l'immenso duolo,
sciolse un cantico d'amor.
A
RTURO
La mia canzon d'amore? Ah Elvira, ah Elvira,
ove t'aggiri tu? Nessun risponde!
A te cos'io cantava
di queste selve tra le dense fronde,
e tu allor facevi eco al cantar mio!
Deh! Se ascoltasti l'amoroso canto...
odi un esule afflitto, odi il mio pianto.
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Atto terzoI puritani
A
RTURO
A una fonte afflitto e solo
s'assideva un trovador,
tocc
ò
l'arpa, e suon
ò
duolo:
sciolse un canto e fu dolor!
Corre a valle, corre a monte
l'esiliato pellegrin;
ma il dolor gli
è
sempre a fronte,
gli
è
compagno nel cammin.
Brama il sole, allorch
é
è
sera:
brama sera, allorch
é
è
sol:
gli par verno primavera,
ogni riso gli par duol.
(sentesi un sordo battere di tamburo entro le scene)
A
RTURO
Qual suon?... Gente s'appressa.
C
ORO
Iº (sommessamente
entro le scene)
Agli spaldi...
C
ORO
IIº
Alle torri sar
à
.
T
UTTI
Si cercher
à
... ~ Non sfuggir
à
.
A
RTURO
Ove m'ascondo? Ah l'orde di Cromvello
sono ancor di me in traccia...
Arturo si ritira e vedesi un drappello d'Armigeri traversare il fondo della
scena: appena che sono passati, Arturo esce e guarda lor dietro.
A
RTURO
Ad altro lato
vanno i furenti; perch
é
mai non oso
porre il pi
è
dentro le adorate soglie?...
Dire a Elvira il mio duol, la fede mia?...
Ah! No... perder potrei
me stesso e lei. ~ Tentiam di nuovo il canto!
A me forse verr
à
, se al cor le suona,
quasi a richiamo de' bei d
ì
felici
quando uniti dicemmo: io t'amo, io t'amo!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto terzo
A
RTURO
Cerca il sonno a notte scura
l'esiliato pellegrin.
Sogna e il desta la sciagura
della patria... e il suo destin!
Sempre eguali ha i luoghi e l'ore
l'infelice trovador.
L'esiliato allorch
é
muore,
ha sol posa al suo dolor.
Scena seconda
Elvira, ed Arturo in disparte.
Si vede dietro le vetriate Elvira che ritorna. Poi essa accostasi alla porta;
e sentendosi questo piccolo rumore dalla parte del palazzo, Arturo si
ritira. - S'apre il palazzo.
Elvira esce con un andare smarrito, poi si ferma quasi in atto di stare in
ascolto.
E
LVIRA
Fin
ì
... Me lassa!... Oh come dolce all'alma
mi scendea quella voce... Oh dio, fin
ì
!
Mi parve... Ahi rimembranze, ahi vani sogni!
Ah mio Arturo; ove sei?
A
RTURO
(inginocchiandosi)
A' piedi tuoi!
Elvira, ah mi perdona!
E
LVIRA
(gettandosi nelle sue braccia)
Arturo?...
È
desso!
E
LVIRA
Sei pur tu... Or non m'inganni!...
A
RTURO
Ingannarti?... Ah no, giammai.
E
LVIRA
Io vacillo... temo affanni.
A
RTURO
Non temer... spariro i guai,
ove a noi sorride amor!
Nel mirarti un solo istante,
io sospiro e mi consolo
d'ogni pianto, d'ogni duolo
che provai lontan da te.
E
LVIRA
(Ch'ei prov
ò
lontan da me!)
(dice il primo verso da s
é
stessa e precisamente coll'accento di persona che ha la
mente confusa per meste circostanze)
Quanto tempo!... Lo rammenti?
A
RTURO
Fur tre mesi!...
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Atto terzoI puritani
E
LVIRA
(con entusiasmo delirante di passione)
Ah no... tre secoli
di sospiri e di tormenti...
fur tre secoli d'orror!
Ti chiamava ad ogni istante:
riedi, o Arturo... e mi consola,
e rompeva ogni parola
coi singulti del dolor!
A
RTURO
Deh perdona!... Ella era misera
prigioniera... abbandonata;
in periglio...
E
LVIRA
(con rapidit
à
appassionatissima)
E l'hai tu amata?
A
RTURO
Io?... Colei?...
E
LVIRA
Non
è
tua sposa?
A
RTURO
Chi dir l'osa?
E
LVIRA
Io il chiedo, o Arturo!
A
RTURO
Mi credevi s
ì
spergiuro?
Da quel d
ì
ch'io ti mirai
avvampai d'un solo ardore,
per te fido insin che muore
il mio core avvamper
à
.
La mia vita io ti sacrai
nella gioia e nel dolore...
e la morte per amore
cara e santa a me sar
à
.
E
LVIRA
(Oh parole d'amor... lieta son io!
Ei non l'amava adunque? Oh Arturo mio!)
Da quel d
ì
che a te giurai,
solo appresi aver il core;
e a te fido infin che muore
questo cor palpiter
à
.
La mia vita io ti sacrai
nella gioia e nel dolore...
e la morte per amore
cara e santa a me sar
à
.
(si danno scambievolmente la destra, e si volgono al cielo)
E
LVIRA
E
A
RTURO
Questo giuro s
ì
puro e di fede
che a te alziam, o motor d'ogni affetto,
tu fiorisci d'eterno diletto:
tu consola sventura ed amor.
A
RTURO
Tua crudel dubbiezza amara
deponesti, e paga or sei?...
E
LVIRA
Di'... se a te non era cara
a che mai seguir colei?
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto terzo
A
RTURO
Or t'infingi, o ignori ch'ella
presso a morte...
E
LVIRA
Chi? Favella!
A
RTURO
La regina.
E
LVIRA
La regina?
A
RTURO
Un indugio... e la meschina
su d'un palco a morte orribile...
E
LVIRA
E fia ver? Qual lume rapido
or balena al mio pensier!
Dunque m'ami?...
A
RTURO
E puoi temer?
E
LVIRA
Dunque vuoi?...
A
RTURO
Star teco ognor
tra gli amplessi dell'amor.
A
RTURO
Vieni fra le mie braccia
amor, delizia e vita,
non mi sarai rapita
or che ti stringo al cor.
Ansante, ognor tremante
ti chiamo... e ognor ti bramo...
vien; mi ripeti: io t'amo,
t'amo d'immenso amor.
E
LVIRA
Caro, non ho parola
ch'esprima il mio contento:
l'alma elevar mi sento
in estasi d'amor.
Ansante... ognor tremante
ti chiamo e te sol bramo
e mille volte: io t'amo
a te ripete il cor.
(Elvira si pone sul core la mano d'Arturo)
[Finale III]
(odesi ancora il suono del tamburo)
A
RTURO
Ancor di nuovo questo suon molesto!
Li miei nemici!
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Atto terzoI puritani
E
LVIRA
(si vede che a questo suono la sua testa comincia a vacillare)
S
ì
, quel suon funesto!
Io conosco quel suon... ma tu non sai
che pi
ù
no 'l temo ormai! ~ Nella mia stanza
squarciai il vel, di che s'orn
ò
sua testa...
Calpestai sue pompe... ed all'aurora...
con me tu ancora... verrai a festa e a danza.
A
RTURO
Oh dio che dici?
(Arturo si ritira un passo e la guarda con stupore e spavento fissamente nel volto)
E
LVIRA
Cos
ì
come guardi,
mi guardan essi, e intender mai non sanno
il parlar... il mio riso... il duol, l'affanno!
(Elvira si tocca la testa e il cuore)
A
RTURO
Oh ti scuoti... tu vaneggi?
(sentesi da parti opposte dentro il boschetto le voci di vari drappelli d'armigeri, che incontrandosi si scambiano
il motto di fazione)
C
ORO
Iº
Alto l
à
!
C
ORO
IIº
Fedel drappello.
C
ORO
Iº
E chi viva?
C
ORO
IIº
Anglia, Cromvello!
C
ORO
Iº
Viva!
C
ORO
IIº
Viva!
T
UTTI
Vincer
à
!
A
RTURO
Vien, ci
è
forza ormai partir!
E
LVIRA
Ah tu vuoi fuggirmi ancor?...
No colei pi
ù
non t'avr
à
!
(Arturo prende per mano Elvira che lo guarda e infuria delirando. Essa gettasi ai piedi di Arturo e gli abbraccia
le ginocchia. Egli vorrebbesi pure sciogliere da lei, ma questa infelice delirando si volge a gridar soccorso)
A
RTURO
Vien...
E
LVIRA
T'arresti il mio dolor!
A
RTURO
Taci.
E
LVIRA
Aiuto... per piet
à
!...
A
RTURO
Ah!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto terzo
Scena terza
Riccardo, Giorgio, Bruno, Armigeri, con facelle, Castellani, e
Castellane.
G
IORGIO
È
qui Arturo?
R
ICCARDO
Arturo?
T
UTTI
Arturo?
(Arturo che s'avvede della demenza di Elvira resta impietrito di dolore guardandola immoto, n
é
curandosi di
tutto ci
ò
che accade intorno a lui. Elvira
è
invece instupidita per tutto che vede. Riccardo a cui fanno eco li
puritani s'avanza ad intimare la sentenza del parlamento. Alle parole «Morte» vedesi che Elvira cangia aspetto,
ed ogni suo motto ed atto palesa che questo avvenimento tremendo produsse una commozione nel cervello, ed
un totale cambiamento intellettuale)
R
ICCARDO
Cavalier, ti colse il nume
punitor de' tradimenti.
C
ORO
DI
ARMIGERI
Pera ucciso fra tormenti
chi tradiva patria e onor!
G
IORGIO
E
D
ONNE
Oh infelice! Un destin rio
a tal spiaggia or ti guid
ò
!
R
ICCARDO
E
A
RMIGERI
Talbo Artur, la patria e dio
te alla morte condann
ò
!
E
LVIRA
Morte!
U
OMINI
A morte!
D
ONNE
Ahi qual terror!
P
URITANI
Dio raggiunge i traditor!
E
LVIRA
Che ascoltai?...
D
ONNE
(le donne guardando Elvira e circondandola osservano tutti li mutamenti che si
mostrano sulla fisionomia di Elvira)
(Si tramut
ò
!...
si fe' smorta... ed avvamp
ò
!)
G
IORGIO
E
R
ICCARDO
Se avr
à
il senno?... Avr
à
pi
ù
lacrime
nel mirar chi per lei muor!
(vedesi che Elvira in sua mente ragiona; ma essa
è
come persona che svegliasi da lungo sonno, Arturo, dopo
averla contemplata, e sentendo le espressioni amorose, le dice le sue parole con affetto immenso e prendendole
la mano)
E
LVIRA
Qual mai funerea
voce funesta
mi scuote e desta
dal mio martir!
Io fui s
ì
barbara...
lo trassi a morte!...
M'avr
à
consorte
nel suo morir!
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Atto terzoI puritani
A
RTURO
Credeasi misera
da me tradita?
Traea sua vita
in tal martir!
Or sfido i fulmini
disprezzo il fato...
se a lei d'allato
potr
ò
morir!
R
ICCARDO
Quel suon funereo
ch'apre una tomba
cupo rimbomba,
m'infonde orror.
Lor sorte orribile
spense gi
à
l'ira,
mi affanna e inspira
piet
à
e dolor!
G
IORGIO
Quel suon funereo
feral rimbomba
nel sen mi piomba
m'agghiaccia il cor!
Sol posso, ahi misero,
tremar e fremere:
non ha pi
ù
lacrime
il mio dolor!
C
ORO
DI
PURITANI
Quel suon funereo
ch'apre una tomba
cupo rimbomba,
infonde orror.
È
dio terribile
in sua vendetta
gli empi ei saetta
sterminator!...
C
ORO
DI
DONNE
Quel suon funereo
feral rimbomba,
al cor ci piomba,
gelar ci fa!
Pur fra le lagrime
speme ci affida,
che dio ci arrida
di sua piet
à
!
(li puritani, mostrandosi impazienti d'indugiare l'esecuzione della sentenza, sono trattenuti dalle donne e da
Giorgio. Arturo
è
sempre intorno ad Elvira)
B
RUNO
E
P
URITANI
Dio comanda a' figli suoi
che giustizia alfin si renda...
G
IORGIO
, R
ICCARDO
E
D
ONNE
Sol ferocia or parla in voi?
La pietade... Iddio v'apprenda!
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Atto terzo
A
RTURO
Deh ritorna a' sensi tuoi!...
E
LVIRA
Qual mi cade orribil benda?...
A
RTURO
Oh mia Elvira!...
E
LVIRA
E vivi ancor?
A
RTURO
Teco io sono...
E
LVIRA
Ah il tuo perdono!...
Per me a morte, o Arturo mio...
A
RTURO
Di tua sorte il reo son io...
E
LVIRA
E
A
RTURO
Un amplesso!
Insieme
B
RUNO
E
U
OMINI
Avvampo e fremo!
G
IORGIO
, R
ICCARDO
E
D
ONNE
Io gelo e tremo!
E
LVIRA
E
A
RTURO
Un addio!
Insieme
B
RUNO
E
U
OMINI
Fia l'estremo!
G
IORGIO
, R
ICCARDO
E
D
ONNE
Oh dio! L'estremo!
P
URITANI
Cada alfin ~ l'ultrice spada
sovra il capo al traditor!
A
RTURO
Arrestate... Vi scostate!
Paventate il mio furor.
Ella
è
tremante,
ella
è
spirante,
anime perfide
sorde a piet
à
!
Un solo istante
l'ira affrenate,
poi vi saziate,
di crudelt
à
!
P
URITANI
Iº
Ah vendetta sui ribaldi!
P
URITANI
IIº
Ah vendetta!
All'improvviso tutti si fermano, perch
é
odesi un suono di corno da caccia;
vari Armigeri puritani escono ad esplorare, e tornano guidando un
Messaggero. Questi reca una lettera a Giorgio che in compagnia di
Riccardo la scorre: entrambi si volgono ai circostanti con faccia ridente.
T
UTTI
Suon d'araldi!...
È
un messaggio?
D
ONNE
Un divin raggio!
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Atto terzoI puritani
U
OMINI
Esploriam...
T
UTTI
Che mai sar
à
?
G
IORGIO
Esultate, ah s
ì
esultate;
gi
à
i Stuardi or vinti sono
i captivi han gi
à
perdono
l'Anglia terra ha libert
à
!
R
ICCARDO
E
P
URITANI
A Cromvello ~ onore e gloria!...
la vittoria ~ il guider
à
!
Insieme
E
LVIRA
Dall'angoscia al gaudio estremo
par quest'alma al ciel rapita:
ben so dir che sia la vita
or che tua l'amor mi fa.
A
RTURO
Dall'angoscia al gaudio estremo
par quest'alma al ciel rapita:
ben so dir che sia la vita
or che tuo l'amor mi fa.
C
ORO
Siate liete alme amorose
qual d'amor foste dolenti:
lunghi d
ì
per voi ridenti
quest'istante segner
à
.
E
LVIRA
E
A
RTURO
Ah! Sento, o mio bell'angelo,
che poca
è
intera l'anima,
per esultar nel giubilo
che amor ci doner
à
.
Benedir
ò
le lacrime
l'ansia, i sospir, i gemiti,
vanegger
ò
nel palpito
d'un'ebbra volutt
à
.
C
ORO
GENERALE
Amor pietoso e tenero
coroner
à
di giubilo
l'ansia, i sospir, i palpiti
di tanta fedelt
à
.
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C. Pepoli / V. Bellini, 1835Indice
INDICE
Personaggi...............................................3
Atto primo...............................................4
Scena prima........................................4
[Introduzione].....................................4
Scena seconda....................................5
Scena terza.........................................6
[Cavatina di Riccardo].......................6
Scena quarta.......................................8
[Duetto Giorgio ed Elvira].................8
Scena quinta.....................................11
[Coro e Cavatina].............................11
Scena sesta.......................................13
[Recitativo dopo la Cavatina d'Arturo]
..........................................................13
Scena settima....................................14
[Finale I]...........................................15
Scena ottava.....................................16
Scena nona.......................................18
Scena decima....................................18
[Terzetto nel finale]..........................18
[Seguito del finale]...........................19
Scena undicesima.............................20
Atto secondo.........................................23
Scena prima......................................23
[Coro ed Aria di sir Giorgio]............23
Scena seconda..................................23
[Recitativo dopo l'introduzione].......24
Scena terza.......................................25
[Scena d'Elvira]................................25
Scena quarta.....................................28
[Duetto. Finale II]............................28
Atto terzo..............................................31
Scena prima......................................31
[Scena d'Arturo]...............................31
Scena seconda..................................33
[Finale III]........................................35
Scena terza.......................................37
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Brani significativiI puritani
BRANI SIGNIFICATIVI
A te, o cara, amor talora (Arturo) ............................................................................... 12
A una fonte afflitto e solo (Arturo) ............................................................................ 32
Ah per sempre io ti perdei (Riccardo) .......................................................................... 7
Ah vieni al tempio, fedel Arturo (Elvira e Coro) ....................................................... 21
Cinta di rose e col bel crin disciolto (Giorgio) ........................................................... 24
Qual mai funerea (Elvira) ........................................................................................... 37
Qui la voce sua soave (Elvira) .................................................................................... 26
Son vergin vezzosa (Elvira) ....................................................................................... 16
Suoni la tromba, e intrepido (Giorgio e Riccardo) ..................................................... 30
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