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Smart Drug Ita

Finalmente un manuale serio sulle così dette "Smart Drug"... Un aiuto importante e completo sulle proprietà delle principali piante indigene italiane e non

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Indice Introduzione pag. 3  Amanita muscaria pag. 7  Areca catechu pag. 14  Argemone mexicana pag. 24  Argyreia nervosa pag. 32  Artemisia absinthium pag. 38  Ayahuasca pag. 46 Brugmansia arborea pag. 53 Calea zacatechichi pag. 58 Citrus aurantium pag. 61 Datura stramonium pag. 69 Ephedra sinica pag. 75 Ipomoea violacea pag. 85 Lactuca virosa pag. 89 Mimosa hostilis pag. 94 Mitragina speciosa pag. 97 Muira puama pag. 103 Pausinystalia yohimbe pag. 105 Piper methysticum pag. 113 Rivea corymbosa pag. 119 Salvia divinorum pag. 124 Sceletium tortuosum pag. 130 Sida cordiolia pag. 135 Tribulus terrestris pag. 142 Trichocereus macrogonus pag. 146 Trichocereus pachanoi pag. 146 Trichocereus peruvianus pag. 146 Trichocereus validus pag. 146 Trichocereus werdermannianus pag. 147 Turnera aphrodisiaca pag. 154  Voacanga aricana pag. 161 Withania somniera pag. 168 Spice pag. 175 Cannabinoidi sintetici pag. 177 Canavalia maritima pag. 182 Leonotis leonurus pag. 185 Leonurus sibiricus pag. 188 Nelumbo nuciera pag. 192 Nymphaea alba pag. 196 Nymphaea caerulea pag. 198 Pedicularis densiora pag. 201 Scutellaria nana pag. 204 Zornia latiolia pag. 207 S mart D rugs 3 Introduzione Con il termine “Smart Drugs”, “droghe urbe”, si deniscono tutti quei composti sia di origine naturale che sintetica non proibiti dalle leggi vigenti sugli stupeacenti che possono contenere principi attivi con presunte o accertate proprietà psicoattive (1) . La denizione di “Smart Drugs” è in continuo cambiamento, non solo per i diversi tipi di sostanze che di volta in volta rientrano in questa categoria, ma anche da un punto di vista concettuale e culturale. Negli anni ‘90 il termine “Smart Drugs” si diuse negli Stati Uniti per indicare alcuni armaci usati in medicina come coadiuvanti delle malattie senili. Nel 1991, u pubblicato “Smart Drugs and Nutrients”, un libro scritto dal gerontologo americano Ward Dean e dal giornalista John Morgenthaler in cui si descrivevano una serie di sostanze con “azione sul cervello”, dette “nootropiche”, in grado di resuscitare ricordi dimenticati, di aumentare il quoziente di intelligenza, di aumentare la po- tenza sessuale, come ad esempio il piracetam o la lecitina (2) . Solo alcune sostanze di origine vegetale contenenti principi psicoattivi erano menzionate nel libro. In realtà la dizione “americana” di “Smart Drugs” è rimasta invariata nel tempo: ancora oggi negli Stati Uniti le “Smart Drugs” sono una serie di sostanze armacologicamente attive, che comprendono anche gli steroidi, in grado di agire sulla “perormance” generale dell’individuo. A partire dalla ne degli anni ´90 invece, in Europa arriva la moda studentesca dell’uso di sostanze naturali o sintetiche vendibili legalmente con presunte indicazioni di ecacia sulla concentrazione e sulla memoria o con proprietà psico- attive. Attualmente non esiste una terminologia univoca sul termine “Smart Drugs”: si parla inatti contestualmente di droghe vegetali, droghe etniche, droghe etnobotaniche, droghe naturali, biodroghe, etc.. Per taluni il termine “Smart Drugs” indica tutta una serie di bevande energetiche o pastiglie stimolanti (che tentano di simulare l’eetto dell’ecstasy) che assicurano eetti eccitanti pur rimanendo nella legalità (caeina, ginseng, etc.): vengono proposte e consumate soprat- tutto in ambienti giovanili (discoteche, rave party etc.). Per altri le “Smart Drugs” si conondono molto più con le droghe naturali o droghe etniche, connando il loro consumo ad ambienti più alternativi rispetto alla discoteca. È possibile inoltre che il principio attivo contenuto nelle parti resche o secche delle piante vendute come “Smart Drugs” sia presente nelle Tabelle delle sostanze stupeacenti del “testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupeacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenze” (3) , ma non sia presente né la pianta, né parti di essa, il che rende automaticamente legale la sua vendita. Inatti sono legali gli “Smart Shop”, negozi presenti in diverse nazioni europee da una quindicina d’anni e specializzati nella vendita di questi particolari prodotti erboristici diversi per origine o ormulazione. Gli “Smart Shop”, che in Italia sono circa un centinaio, vendono non solo “Smart Drugs” di origine naturale e sintetica (in quest’ultimo caso si tratta di capsule contenenti aminoacidi, neurotra- smettitori tipo GABA ecc.) con marchio CE, ma vendono anche prodotti destinati alla coltivazione di piante (soprattutto unghi e canapa) e prodotti accessori destinati ad ottimizzare l’eetto derivato dall’assunzione di sostanze umabili (car- tine, ltri, pipe, bong, vaporizzatori). Inoltre questi prodotti sono “urbi” perché è anche possibile acquistarli attraverso siti web come incensi e/o proumatori con precisa indicazione del divieto per uso umano, sebbene esistano poi altri siti che spiegano dettagliatamente le moda- lità di assunzione di tali sostanze (ingestione, umo di pianta secca, ecc.). L’eterogeneità delle “Smart Drugs” si rifette nella possibilità di adottare molteplici criteri di classicazione: modalità di consumo, classe chimica di appartenenza, nalità d’uso. L’uso della maggior parte di queste sostanze origina dalla medi- cina alternativa/etnica, riproponendo sostanze vegetali ricavate da erbe e piante già al centro di riti tradizionali e usanze celebrative. I popoli cosiddetti primitivi conoscevano molto bene i pericoli di queste sostanze e non a caso le considerava- no sostanze sacre. “Sacro” deriva inatti dal latino sacer e indica “ciò da cui si deve stare lontani.” A partire dall’anno 2003, su incarico del Ministro della Salute, Il Reparto Farmacodipendenza, Tossicodipendenza e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità ha eseguito più di 500 analisi chimiche quali-quantitative e valutazioni armaco- tossicologiche su più di 200 reperti provenienti da sequestri dei Nuclei Antisosticazioni dell’arma dei Carabinieri (NAS) e delle Procure della Repubblica di diverse città. Tali reperti provengono da “Smart Shop”, erboristerie, negozi di etnobo- tanica e si tratta di conezioni contenenti estratti vegetali secchi con dierente involucro e denominazione. S mart D rugs 4 L’analisi e la classicazione di queste sostanze prosegue senza soluzione di continuità. Nel 2005, su mandato del Dipartimento Nazionale delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato realizzato il libro “Smart Drugs” contenente le monograe delle 25 più comuni “Smart Drugs” ritenute a rischio di dipendenza per i loro eetti armacologici (4) . In ciascuna monograa venivano ornite in primo luogo le caratteristiche tassonomiche della specie vegetale in questione, il/i principio/i attivo/i che le caratterizzava, il luogo di coltivazione, a livello di quale porzione della pianta osse presente il principio attivo. Venivano inoltre ornite notizie sulle caratteristiche chimico-siche dei principi attivi, l’uso storico/  tradizionale della pianta e quello invece attuale, la legislazione in materia del singolo principio attivo, le caratteristiche armaco-tossicologiche dei principi attivi presenti nella specie vegetale in esame. In ciascuna monograa era altresì pos- sibile ottenere inormazioni sulla procedura operativa da seguire qualora si volesse eettuare in laboratorio la determina- zione analitica del prodotto. Il libro non catalogava né ordinava tutti i prodotti “vegetali” reperibili negli “Smart Shop”, ma si poneva l’obiettivo di ocalizzare l’attenzione dei ricercatori e delle orze dell’ordine su quelli che sembravano essere i prodotti contenenti mo- lecole dotate di una qualche attività psicoattiva (stimolanti, allucinogeni etc.) il cui consumo poteva dimostrarsi in qualche modo dannoso per la salute. Il libro sulle “Smart Drugs” edito dall’Istituto Superiore di Sanità ha avuto grande diusione sia nel mondo scientico che sui media. Ma in questi ultimi anni si è modicato l’uso e il consumo di queste sostanze e alcuni siti web analizzati hanno evidenziato una nuova tendenza di consumi. Sono state immesse in commercio nuove “Smart Drugs” e sono au- mentate le inormazioni scientiche sull’uso e sulla tossicità di queste sostanze. Si è ritenuto quindi utile redigere una seconda edizione del libro con le monograe della prima edizione aggiornate sulla legislazione, sulle proprietà arma- cologiche e sulle metodologie analitiche. Sono state inoltre aggiunte sei nuove monograe, ed un capitolo dedicato alle “Spice”, miscele di dierenti “Smart Drugs”, che hanno suscitato interesse per l’azione armacologica e tossicologica dovuta alla presenza di più prodotti di origine vegetale e di sostanze di sintesi con eetti simili a quelli della cannabis. Sebbene non esaustive, le notizie contenute in questa seconda edizione del libro riportano dati di nostri studi e ricer- che e della letteratura internazionale in merito e orniscono inormazioni utili al ricercatore, al legislatore e alle orze dell’ordine. Introduzione 5 Bibliograia 1. BAKER LS. “Smart drugs”: a caution to everybody. Am J Psychiatry. 1996; 153: 844-845. 2. DEAN W, MORGENTHALER J. Smart Drugs and Nutrients: how to improve your memory and increase your intelligence using the latest discoveries in neuroscience. Smart Publications - Petaluma, CA USA 1990. 3. Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R.) n. 309 del 9 ottobre 1990 e suo testo aggiornato nel 2006 e presente nella Gazzetta Uciale n. 62 del 15 marzo 2006. 4. PICHINI S, PALMI I, MARCHEI E, PELLEGRINI M, PACIFICI R, ZUCCARO P. Smart Drugs. Osservatorio Fumo, Alcol e Droga, Dipartimento del Farmaco, Istituto Superiore di Sanità; ottobre 2006.  Abbreviazioni e sigle CAS: Chemical Abstract Service, una divisione della American Chemical Society, che assegna un identicativo numeri- co che individua in maniera univoca ogni sostanza chimica descritta in letteratura. DE50: quantità di principio attivo ecace sul 50% della popolazione sottoposta a esperimento. DL: quantità di principio attivo che uccide la popolazione sottoposta a esperimento. DL50: quantità di principio attivo che uccide il 50% della popolazione sottoposta a esperimento. DLo: quantità minima di principio attivo letale per la popolazione sottoposta a esperimento. TDLo: quantità minima di principio attivo tossica per la popolazione sottoposta a esperimento. UVmax: lunghezza d’onda corrispondente al massimo di un picco di assorbimento di luce da parte di un composto chimico. 7  Amanita muscaria (ovolo malefco)   Nome:    Amanita muscaria Famiglia:    Amanitaceae Genere:    Amanita Specie:    Amanita muscaria L. (Hooker) Sinonimi: agaricus pseudoaurianticus Buillard, ovolo maleco, segnabrise Provenienza: ubiquitario: cresce in autunno nei boschi di coniere e di latioglie Principi attivi: muscimolo, acido ibotenico, muscazone, muscarina (1) L’  Amanita muscaria è una specie velenosa di ungo. Il suo nome può erroneamente ricondurre ad una tossina, la musca- rina, che in realtà è contenuta nel ungo solo in minima quantità. Storicamente, tuttavia, vale la pena ricordare come la muscarina sia stata estratta per la prima volta proprio da questo ungo. Viceversa, i principi biologicamente attivi contenuti in quantità totale del 20% circa nella  Amanita muscaria sono derivati dell’isossazolo: l’acido ibotenico, il muscimolo ed il muscazone (2) . Queste molecole sono psicoattive, essendo in grado di indurre uno stato di intossicazione simile a quello prodotto dall’alcol etilico con enomeni di eccitazione, sedazione, allucinazioni e movimenti spasmodici. Secondo alcuni dati della letteratura sembrerebbe che 100 gr di ungo essiccato contengano 180 mg di una miscela di principi attivi (acido ibotenico, muscimolo e muscazone), di cui solo 25 mg sono costituiti da acido ibotenico (2) . Probabilmente il ungo nel suo insieme contiene delle tossine ancora sconosciute poiché né l’estratto puro di acido ibotenico, né l’estratto di muscimolo sono in grado di produrre nausea e vomito, enomeni requentemente osservati dopo l’ingestione di  Amanita muscaria (3) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (1) Nome: acido ibotenico. Formula Molecolare: C 5 H 6 N 2 O 4 (peso molecolare = 158,1). Nome sistematico: acido a -amino-2,3-diidro-3-osso-5-isossazola- cetico. Numero di registro CAS: 2552-55-8. Punto di usione: 151-152°C (anidro), 144-146°C (monoidrato). UVmax: 230 nm. Solubilità: acqua, alcol metilico e dimetilsolossido. Nome: muscimolo. Formula Molecolare: C 4 H 6 N 2 O 2 (peso molecolare = 114,1). Nome sistematico: 5-(amminometile)-3-isossazololo. Numero di registro CAS: 2763-96-4. Punto di usione: 175°C. UVmax: 230 nm. Solubilità: acqua. O O O OH NH 2 H N HO N O NH 2 S mart D rugs 8 Nome: muscazone. Formula Molecolare: C 5 H 6 N 2 O 4 (peso molecolare = 158,1). Nome sistematico: acido a -amino-2,3-diidro-2-osso-5-ossazolace- tico Numero di registro CAS: 2255-39-2. Punto di usione: 175°C. UVmax: (pH 2-7) = 212 nm, (pH 12) = 220 nm. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: muscarina. Formula Molecolare: C 9 H 20 NO 2 (peso molecolare = 174,2). Nome sistematico: 2S-(2 a ,4 b , 5 a )-tetraidro-4-idrossi-5metiluru- riltrimetilammonio. Numero di registro CAS: 300-54-9. Punto di usione: 180-181°C UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UV max. Solubilità: acqua, alcol etilico. Uso storico Dalla letteratura risulta che alcune popolazioni artiche e della Siberia Occidentale (popolo Khanty, Chukchi, Koryak ed altri), abbiano tradizionalmente atto uso di  Amanita muscaria sia in ambito religioso che per migliorare le prestazioni psicoisiche degli individui. Sembra che i guerrieri vichinghi consumassero il ungo prima delle battaglie per ottenere uno stato di “renesia” dovuto al muscimolo. Alcuni popoli artici hanno riservato l’uso del ungo ad individui che avessero particolari legami con la religione, altri popoli invece non ne hanno coninato l’uso a particolari classi sociali. L’  Amanita muscaria è stata utilizzata in ambito magico-religioso per avere contatti con il regno dei morti, per comunicare con gli spiriti, per curare malattie, per interpretare i sogni, vedere nel passato, prevedere il uturo, visitare nuovi mondi. Secondo alcuni studiosi risulta addirittura che, in alcune popolazioni, il ungo sia stato considerato alla stregua di un essere sopran- naturale. L’uso di  Amanita muscaria per migliorare le prestazioni psicoisiche è stato riservato ai momenti di duro lavoro o ai momenti di intenso esercizio isico (durante la caccia, la corsa etc.). Il ungo è stato anche utilizzato in particolari situazioni di vita sociale e di gruppo all’interno delle diverse comunità. In questi contesti sono state ricercate la sensazione di elicità, allegria, prontezza di spirito, stato euorico, le piacevoli allucinazioni visive e uditive che derivano dall’assun- zione del ungo. L’  Amanita muscaria viene consumata cruda, cotta, essiccata o sotto orma di estratto o decotto (4) . Uso attuale Alcune popolazioni artiche continuano ad utilizzare ancora oggi il ungo nei loro cerimoniali. Al di là del consumo “tra- dizionale” o “storico” del ungo, oggi molti individui culturalmente lontani da queste popolazioni consumano l’  Amanita muscaria alla ricerca delle allucinazioni (euoria, eetti psichedelici) prodotte dall’ingestione del corpo ruttiero del ungo stesso. Il ungo secco viene inatti venduto attraverso siti web e “Smart Shop”, che promettono eetti di allucina- zioni visuali ed auditive. Legislazione In Italia nè l’acido ibotenico, nè il muscimolo ed il muscazone nè l’intero ungo o parti di esso sono inseriti nelle Tabelle contenenti le sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. In molti paesi europei (Svezia, Norvegia, Olanda, Fin- landia, Danimarca, Inghilterra) l’  Amanita muscaria può essere legalmente comprata, venduta e posseduta. OH N H O O O NH 2 HO O CH 3 H 3 C N + CH 3 CH 3  Amanita muscaria 9 In Canada il ungo non risulta sottoposto a controllo. Negli Stati Uniti, in particolare nello stato della Louisiana, l’utilizzo dell’  Amanita muscaria non è legale se rierito all’uomo, mentre la legge permette il possesso e la coltivazione per scopi rigorosamente estetici, paesaggistici e decorativi. Proprietà armaco-tossicologiche L’  Amanita muscaria viene utilizzata a scopo voluttuario per le sue proprietà allucinogene. Il ungo viene solitamente mangiato resco o dopo parziale essiccamento. Da 30 minuti a 1 ora dall’ingestione della droga si maniesta uno stato di eccitazione simile a quello indotto da dosi eccessive di alcol, cui seguono sonnolenza, contrazioni muscolari, bradicardia, delirio e perdita di coscienza. Le allucinazioni prodotte dal ungo sono sia di tipo uditivo che visivo (5) . Responsabili degli eetti psicotropi dell’  Amanita muscaria sono l’acido ibotenico e il muscimolo, quest’ultimo derivato dalla decarbossilazione dell’acido ibotenico che si veriica in seguito ad essiccamento del ungo (6) . Entrambi i composti esercitano eetti neurotossici dopo avere attraversato la barriera emato-encealica, probabilmente tramite l’ausilio di un trasportatore (7-8) . In particolare è stato osservato che l’acido ibotenico, strutturalmente correlato all’acido glutammico, causa eccitazione, mentre il muscimolo essendo più simile al GABA, esercita un eetto depressivo (9) . L’eetto allucino- geno del muscimolo è circa 5 volte superiore rispetto a quello dell’acido ibotenico. Circa un terzo del muscimolo viene escreto immodiicato con le urine. Ciò potrebbe spiegare perché in alcuni riti sciama- nici si usa bere le urine di chi ha consumato il ungo al ine di propiziare le visioni divinatorie (2-4,9) . Gli eetti del muscazone sono simili a quelli esercitati dall’acido ibotenico e dal muscimolo, rispetto ai quali tale com- posto è comunque meno attivo (10) . La muscarina esercita un potente eetto colinergico ma non è responsabile degli eetti psicotropi. In ogni caso, il conte- nuto di tale composto nel ungo è molto basso e non può essere ritenuto responsabile dei sintomi associati all’intossica- zione (10) . Tossicità Nel ratto la somministrazione intraperitoneale di un estratto acquoso di  Amanita muscaria , induce alterazioni a carico di alcuni parametri emato-chimici. In particolare, si osserva ridotta attività dell’acetilcolinesterasi, riduzione dei livelli epatici di glicogeno con conseguente incremento della glicemia e riduzione dell’azotemia. Non viene invece modiicata l’attività delle transaminasi seriche e non sono compromessi organi vitali quali egato e reni. Nel giro di sei ore i valori modiicati dalla ingestione del ungo tendono a normalizzarsi (11) . Nel topo e nel ratto la somministrazione intraperitoneale di acido ibotenico e muscimolo produce un incremento dei livelli cerebrali di serotonina e dopamina come conseguenza di un ridotto turnover di tali neurotrasmettitori (12-13) . Tale incremento sembra essere responsabile di alcuni degli eetti centrali indotti dal ungo (per es. l’eetto anoressizzante e la midriasi). Nell’uomo si ritiene che la dose tossica di muscimolo corrisponda a 6 mg, mentre quella di acido ibotenico a 30-60 mg. Dati relativi alla tossicità acuta dell’Acido ibotenico (14) Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 15 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione orale: 38 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 42 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 129 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta del Muscimolo (14) Nel topo - DL50 dopo somministrazione sottocutanea: 3,8 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 2,5 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 4,5 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 45 mg/kg S mart D rugs 10 Eetti avversi L’  Amanita muscaria , come altre specie di  Amanita , pur non contenendo alcaloidi a nucleo tropanico, può indurre un avve- lenamento deinito “sindrome micoatropinica” caratterizzata da sintomi simili a quelli indotti da piante atropiniche quali  Atropa belladonna ,  Datura stramonium e  Hyosciamus niger  . Le prime maniestazioni dell’avvelenamento comprendono vertigini, sonnolenza, diicoltà nel mantenere l’equilibrio e nel coordinare i movimenti. Successivamente, si maniesta una ase di eccitamento psicomotorio accompagnato da euoria e ansia e in alcuni casi da allucinazioni (5) . Le asi di ecci- tazione e di sonnolenza possono alternarsi più volte. Si ha inoltre secchezza cutanea e delle mucose, tachicardia, riduzione della motilità intestinale, ipertermia, spasmo dello sintere vescicale, arrossamento del volto e midriasi. Spesso possono comparire anche disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea. Negli avvelenamenti gravi possono maniestarsi tremori o convulsioni tonico-cloniche con perdita della coscienza, perdita dei rilessi e coma. L’exitus, raro alle dosi allucinogene, può avvenire in seguito all’ingestione di oltre 10 unghi. Sporadi- camente possono veriicarsi sudorazione e ipersalivazione. Inine si può maniestare amnesia retrograda (15) . Il trattamento della sindrome è sintomatico e prevede l’induzione del vomito, allo scopo di allontanare le sostanze tossiche dal tratto gastrointestinale prima che vengano assorbite, la lavanda gastrica e la somministrazione di carbone attivo (16) . Eventualmente possono essere utilizzate benzodiazepine e/o atropina per contrastare, rispettivamente, lo stato di agita- zione e il delirio (17) . Le intossicazioni nell’adulto sono raramente di grave entità. Tuttavia può accadere che, in preda allo stato di agitazione maniacale, l’assuntore possa nuocere a se stesso o agli altri. Nei bambini, complesse maniestazioni di tipo neurologico (per es. convulsioni e coma) possono perdurare ino a 12 ore dopo l’ingestione del ungo. Generalmente non è necessario adottare alcuna terapia, a parte alcuni casi nei quali si richiede terapia anticonvulsivante ed assistenza respiratoria (18) . Interazioni armacologiche Non sono riportate possibili interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento. Determinazioni Analitiche Non sono presenti nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi dell’  Amanita muscaria nei li- quidi biologici. Sono invece presenti metodi analitici per la determinazione di tali principi attivi in prodotti commerciali e nella testa e nel gambo del ungo sia resco che essiccato (19-21) . Di questi metodi analitici, il primo, piuttosto obsoleto, utilizza un cromatograo liquido con rivelatore spettrootometrico ad assorbimento di luce ultravioletta (19) , il secondo uti- lizza un cromatograo liquido accoppiato ad un rivelatore spettrootometrico con otomoltiplicatore a serie di diodi e ad uno spettrometro di massa tandem (20) , il terzo un gas cromatograo accoppiato ad uno spettrometro di massa (21) . La metodica di seguito riportata è uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi dei componenti allucinogeni nei unghi del genere  Amanita   (tratto da: TSUJIKAWA K, MOHRI H, KUWAYAMA K, MIYAGUCHI H, IWATA Y, GOHDA A, FUKUSHIMA S, INOUE H, KISHI T. Analysis o hallucinogenic constituents in Amanita mushrooms circulated in Japan. Forensic Sci Int. 2006; 164: 172-178) (21) . L’analisi per la determinazione dell’acido ibotenico e del muscimolo viene eseguita sia su unghi essiccati di  Amanita mu- scaria ed di  Amanita panterina che su prodotti commerciali contenenti  Amanita muscaria mediante un gas cromatograo accoppiato ad uno spettrometro di massa.  Amanita muscaria 11 Estrazione del campione Per la determinazione dell’acido ibotenico e muscimolo su unghi essiccati: i unghi secchi sono divisi nelle sezioni della testa e del gambo. La cuticola e la polpa della testa sono ulteriormente separate. Ogni sezione viene polverizzata in un mortaio. 50 mg di polvere vengono estratti in doppio con 2 ml di soluzione acquosa di alcol metilico al 70%, miscelati per un minuto e sonicati per 5 minuti. Dopo centriugazione a 3000 rpm per 3 minuti, 200 μl del supernatante sono traseriti in una provetta in vetro e portati a secco sotto lusso di azoto. Il residuo secco con 20 μg/ml di n-pentadecano utilizzato come standard interno viene derivatizzato con una miscela ormata da 50 μl di N, O-bis-trimetilsilil- triluoroacetamide (BSTFA) contenente il 10% di trimetilclorosilano (TMCS), 50 μl di etilacetato a 80°C per 30 minuti. Un volume di 1 μl viene iniettato nel gas cromatograo. Per lo screening dei prodotti commerciali contenenti  Amanita muscaria : 20 mg di prodotto commerciale vengono sciolti in 2 ml di acqua, miscelati per un minuto e sonicati per 10 minuti. Dopo aver portato il pH ad un valore di 2 con HCl 3 M, la soluzione acquosa viene estratta in doppio con 2 ml di dietiletere. La ase organica viene prelevata, portata a secco e ricostitutita con 500 μl di alcol metilico (razione acida). La ase acquosa viene basiicata a pH 12 con NaOH 1 M ed estratta in doppio con 2 ml di cloroormio. La ase organica viene prelevata, portata a secco e ricostitutita con 500 μl di alcol metilico (razione basica). La ase acquosa viene neutralizzata a pH a 6-7 con HCl 0,5 M, basiicata a pH 9,6 con idrossido di ammonio al 2,8% ed estratta in doppio con 2 ml di una miscela cloroormio/alcol isopropilico (3:1, v/v). La ase organica viene prelevata, portata a secco e ricostitutita con 500 μl di alcol metilico (razione debolmente basica). Il residuo secco con 20 μg/ml di n-pentadecano utilizzato come standard interno viene derivatizzato con una miscela orma- ta da 50 μl di N, O-bis-trimetilsilil- triluoroacetamide (BSTFA) contenente il 10% di trimetilclorosilano (TMCS), 50 μl di etilacetato a 80°C per 30 minuti. Un volume di 1 μl viene iniettato nel gas cromatograo. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: DB-5 ms (0,25 mm x 30 m x 0,25 μm) Temperatura iniettore: 250°C Gas: elio alla pressione di 72,3 kPa per la ricerca dell’acido ibotenico e del muscimolo, alla pressione di 67,5 kPa per lo screening Modalità di iniezione: splitless Programmata di temperatura: 100°C (per l’acido ibotenico e per il muscimolo) o 50°C (per lo screening) per un minuto, 100°C-300°C a 15°C/minuto Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia ad impatto elettronico Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Muscimolo: 7 minuti Acido ibotenico: 9,1 minuti n-pentadecano (standard interno): 7,3 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Muscimolo: m/z 243, 169, 73 Acido ibotenico: m/z 257, 359, 73 n-pentadecano (standard interno): m/z 57 Standard Lo standard dell’acido ibotenico si può acquistare presso la Biosearch Technologies (Labogen S.r.l. Milano, Italia) mentre lo standard di muscimolo si può acquistare presso la ditta Sigma-Aldrich (Milano, Italia). Curva di calibrazione Gli standard di calibrazione dell’acido ibotenico (10, 25, 50, 150 e 400 ppm) e del muscimolo (25, 50, 150, 400 e 2000 ppm) e i campioni utilizzati per il controllo di qualità alle concentrazioni di 300 ppm per l’acido ibotenico e di 1500 per S mart D rugs 12 il muscimolo (controllo alto), di 80 ppm per l’acido ibotenico e di 300 per il muscimolo (controllo medio) e di 20 ppm per l’acido ibotenico e di 40 per il muscimolo (controllo basso), vengono preparati quotidianamente aggiungendo le so- luzioni standard a concentrazione nota a campioni di unghi del genere  Amanita con una bassissima concentrazione dei due analiti. Risultati In Tabella 1 sono riportate sia le concentrazioni di acido ibotenico che i risultati dell’analisi di screening dei prodotti commerciali contenenti  Amanita muscaria analizzati. Il contenuto di acido ibotenico e di muscimolo è molto basso (ineriore al limite di quantiicazione) per generare eetti dissociativi. L’analisi di screening ha evidenziato la presenza di altre sostanze psicoattive come i derivati allucinogeni della triptamina (5-metossi-N,N-diisopropiltriptamina, 5-MeO- DIPT e la 5-metossi-N,N-dimetiltriptamina, 5-MeO-DMT), gli inibitori reversibili della monoammino ossidasi (armina e armalina) e alcaloidi tropanici (atropina e scopolamina). Questi composti sono stati artiicialmente aggiunti non essendo naturalmente presenti nei unghi del genere  Amanita . In Tabella 2 invece sono riportate le concentrazioni di acido ibote- nico e muscimolo ritrovate nei unghi essiccati del genere  Amanita muscaria ed  Amanita panterina analizzati. L’analisi dei unghi ha evidenziato la presenza dei due alcaloidi in concentrazione maggiore nella testa rispetto al gambo. Inine in Tabella 3 sono riportate le concentrazioni di acido ibotenico e muscimolo ritrovate nella cuticola e nella polpa della testa dei unghi analizzati. Tabella 1. Determinazione di costituenti allucinogeni nei prodotti commerciali contenenti  Amanita muscaria venduti in Giappone (20) Campione Concentrazione (ppm) Altri composti Acido ibotenico Muscimolo 1 nd <25 5-MeO-DIPT 2 <10 <25 5-MeO-DIPT 3 < 10 <25 5-MeO-DIPT, armalina, armina, atropina 4 nd <25 5-MeO-DIPT, 5-MeO-DMT, armalina, armina, atropina, scopolamina, caeina (nd) non determinato 5-MeO-DIPT:5-metossi-N,N-diisopropiltriptamina, 5-MeO-DMT:5-metossi-N,N-dimetiltriptamina Tabella 2. Determinazione dell’acido ibotenico e del muscimolo nel gambo e nella testa di unghi essiccati del genere  Amanita muscaria ed  Amanita panterina (20) Acido ibotenico (ppm) Muscimolo (ppm) Campione testa gambo testa gambo    Amanita muscaria 1 612 nd 286 nd 2 97 - 472 - 3 342 - 254 - 4 <10 - 46 - 5 2845 - 1052 -  Amanita panterina 1 188 <10 1880 64 2 269 - 1554 - (nd) non determinato; (-) no campione  Amanita muscaria 13 Tabella 3. Determinazione dell’acido ibotenico e muscimolo nella cuticola e nella polpa di unghi essiccati del genere  Amanita muscaria ed  Amanita panterina (20) Acido ibotenico (ppm) Muscimolo (ppm) Campione cuticola polpa cuticola polpa    Amanita muscaria 1 84 527 239 425 2 54 1366 35 558 3 58 322 54 202 4 <10 <10 <25 125 5 187 732 297 774  Amanita panterina 1 508 985 1304 3544 2 491 377 929 1242 Bibliograia   1. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 10 th Ed. Merck & Co., Inc. 1983. 2. 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Forensic Sci Int. 2006; 164: 172-178. 14  Areca catechu (areca-nut)   Nome:    Areca catechu Linn Famiglia:    Arecaceae (Palmae) Genere:    Areca L. Specie:    Areca catechu Linn Sinonimi: noce di betel, areca, betel palm, pinang, bing lang, areca-nut, betel nut Provenienza: originaria di Ceylon (Sri Lanka), Malesia, viene tuttavia coltivata in tutto il sud- est asiatico, in India ed in alcune regioni dell’Arica centro-orientale Principi attivi: arecolina, arecaidina, guvacina e guvacolina L’arecolina è l’alcaloide principale dell’  Areca catechu , le altre tre sostanze sono presenti in quantità minori (1) . Secondo onti di letteratura internazionale, il contenuto di principi armacologicamente attivi nell’areca-nut risulta essere pari a: 7,5 mg/g di arecolina, 1,5 mg/g di arecaidina, 2 mg/g di guvacolina, e 2,9 mg/g guvacina (2) . La noce di  Areca catechu viene triturara in piccoli pezzi ed insieme al lime (idrossido di calcio o calce spenta) e alle oglie del Piper betle (pepe betel) costituisce un piccolo bolo (betel quid) che viene masticato o tenuto nella bocca per il lento ri- lascio delle sostanze in esso contenute. Inoltre, la noce triturata si può mescolare con il tabacco ed è possibile conezionare delle sigarette, chiuse in una oglia di pepe betel che vengono umate e chiamate comunemente betel nut (3) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Nome: arecolina. Formula Molecolare: C 8 H 13 NO 2 (peso molecolare = 155,1). Nome sistematico: 1,2,5,6,tetraidro-1-metil-3-acido piridincarbos- silico metilestere. Numero di registro CAS: 63-75-2. Punto di usione: <25°C. UVmax: non presenta assorbimento signiicativo, assorbe da 230 a 360 nm. Solubilità: cloroormio, acqua, etere. Nome: arecaidina. Formula Molecolare: C 7 H 11 NO 2 (peso molecolare = 141,1). Nome sistematico: 1,2,5,6,tetraidro-1-acido metil-nicotinico. Numero di registro CAS: 499-04-7. Punto di usione: 232°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: acqua. O O CH 3 H 3 C N O OH CH 3 N 15 S mart D rugs Nome: guvacina. Formula Molecolare: C 6 H 9 NO 2 (peso molecolare = 127,1). Nome sistematico: 1,2,5,6-acido tetraidronicotinico. Numero di registro CAS: 498-96-4. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: acqua. Nome: guvacolina (norarecolina). Formula Molecolare: C 7 H 11 NO 2 (peso molecolare = 141,1). Nome sistematico: 1,2,5,6-tetraidro 3-acido piridinocarbossilico metil estere. Numero di registro CAS: 495-19-2. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Uso storico L’origine dell’abitudine a masticare la noce di Areca (areca nut o betel nut vengono utilizzati come sinonimi, sebbene con betel nut si intenda la noce umata con tabacco) è da ricercare nel Sud-est asiatico, probabilmente in Malesia, dove il nome della provincia di Penang sta a signiicare proprio areca-nut. Antichi scrittori orientali hanno lasciato testimonianza del atto che la pratica di masticare Betel in Cina ed India osse ben radicata già più di duemila anni a (3) . A tale pianta venivano rieriti una serie di eetti che trovavano applicazione nella medicina ayurvetica (3) : antielmintico, stimolante dell’appetito, rinrescante dell’alito, diuretico, lassativo, tonico nervino. Uso attuale L’areca-nut (il rutto o noce dell’  Areca catechu ) è comunemente consumata dalle popolazioni asiatiche e dalle comunità asiatiche emigrate in Europa e nel Nord America. In questo ultimo caso, il consumo sembrerebbe legato anche all’aspetto religioso. Le comunità indiane Hindu nel Regno Unito sono le maggiori consumatrici di betel nut (ino ad un 80% degli adolescenti ed adulti della comunità), mentre le comunità Sikh ne consumano meno (un 50% di adolescenti ed adulti) ed inine è poco diusa ra i musulmani indiani, pachistani, etc. (4) . Tipicamente, la noce viene masticata dopo essere stata suddivisa in porzioni sottili, combinata con una varietà di altri prodotti naturali (tra i quali il tabacco), e avvolta in una oglia di pepe betel ( Piper betle ) (Tabella 1) (5) . Nella medicina tradizionale indiana, il Betel (sia il “sigaro” nel suo insieme che l’areca nut da sola), è raccomandato specialmente per i suoi eetti lassativi e carminativi (3) . Esiste comunque un consumo legato a credenze popolari più che scientiiche, che attribuiscono alla pianta eetti di senso di benessere, palpitazioni (quindi eetto stimolante arodisiaco), prontezza dei rilessi, resistenza alla ame. Inoltre, le donne asiatiche in gravidanza masticano l’areca nut per prevenire la nausea mattutina (6) . Circa 200 milioni di persone masticano regolarmente Betel nel Paciico Occidentale e nell’Asia meridionale. Si stima invece in 600 milioni il numero delle persone che nel mondo mastica areca-nut secondo diverse modalità di consumo: tra il 10 e il 20% della popolazione mondiale assume una qualche orma di areca nut (3,7) . Solo altre tre molecole psicoattive (nicotina, etanolo e caeina) sono consumate più requentemente dell’areca nut (7) . O OH H N O O HN H 3 C S mart D rugs 16 Legislazione In Italia né l’arecolina, né l’arecaidina né l’intera pianta o parti di essa sono inseriti nelle Tabelle contenenti le sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. Il Ministero della Salute ha inserito il seme della dell’  Areca catechu L. in una lista degli estratti vegetali non ammessi negli integratori alimentari (8) . Non sono noti provvedimenti legislativi restrittivi a carico dell’areca nut o dei suoi principi attivi nei diversi Paesi della Comunità Europea, né sono noti provvedimenti legislativi restrittivi negli Stati Uniti. Proprietà armaco-tossicologiche La maggior parte delle proprietà armaco-tossicologiche della noce di betel sono da attribuire all’arecolina, il principale alcaloide dell’  Areca catechu . L’arecolina è in grado di interagire sia con i recettori muscarinici sia con quelli nicotinici, producendo eetti colino- mimetici che si maniestano con bradicardia, ipotensione, broncocospasmo, miosi, incremento del tono muscolare ed incremento delle secrezioni salivare, gastrica, pancreatica, bronchiale e lacrimale (9) . Tabella 1. Preparazioni contenenti Areca nut (5) Nome Contenuto Modalità di consumo Mawa Paan Gutkha Paan masala Khaini Betel Nut Sottili scaglie di areca nut con tabacco e calce spenta, venduta in ogli di cellophane Anche conosciuto come betel quid, ha quattro ingredienti principali: tabacco trinciato, scaglie di areca nut e calce spenta avvolta in oglie di pepe betel. Può contenere, inoltre, cardamomo, cocco, chiodo di garoano e zucchero Una miscela in polvere di tabacco, areca nut e calce spenta con spezie e agenti aromatizzanti Una miscela in polvere di areca nut e calce spenta con spezie e agenti aromatizzanti Foglie di tabacco e scaglie di areca nut miscelate a calce spenta Tabacco trinciato, scaglie di areca nut, lime e calce spenta avvolta in oglie di pepe betel Prima di consumare il prodotto, i sacchetti di cellophane sono stroinati per mescolare il contenuto, che viene tenuto in bocca e masticato lentamente Tutti gli ingredienti sono masticati lentamente. Il prodotto così ottenuto viene inghiottito con il succo di rutta o sputato La polvere viene messa in bocca e masticata lentamente. Il prodotto così ottenuto è generalmente inghiottito La polvere viene messa in bocca e masticata lentamente. Il prodotto così ottenuto è generalmente inghiottito Le oglie secche di tabacco sono mescolate a mano con calce e atte in un bolo che viene messo in bocca, o nel vestibolo o al di sotto della lingua Il “sigaro” viene umato  Areca catechu 17 L’arecolina inoltre è un inibitore competitivo del neurotrasmettitore acido gamma ammino butirrico (GABA) in grado di legarsi ai suoi recettori: in questo modo l’arecolina impedisce la neurotrasmissione GABAergica ed i suoi eetti inibitori a carico della trasmissione nervosa. Così, mentre le benzodiazepine (ad esempio il diazepam) potenziano l’attività ini- bitrice del GABA sull’attività bioelettrica del cervello e quindi la sua azione tranquillizzante, l’arecolina, agendo come GABA inibitore, genera eetti stimolanti o euorizzanti che sono opposti, in sostanza, a quelli ansiolitici prodotti dalle benzodiazepine (10) . L’arecaidina produce i medesimi eetti parasimpaticomimetici dell’arecolina: intererisce sul comportamento del topo, riducendo la motilità dell’animale ed il suo desiderio di esplorazione dell’ambiente. Studi eettuati in vitro su porzioni di cervello di ratto, hanno mostrato come sia l’arecaidina che la guvacina possano agire come inibitori substrato-competitivi dell’ uptake del GABA (2) . È stato dimostrato anche che l’arecolina incrementa i livelli di acetilcolina cerebrale nel ratto   (11) . Gli estratti ottenuti dalle noci di betel esercitano eetti sia antidepressivi in modelli animali (topo), con un meccanismo riconducibile all’inibizione delle monoamino ossidasi (MAO) (12) , che eetti antiipertensivi attribuibili ai tannini che sem- brano in grado di agire attraverso inibizione dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) (13) . Tossicità Nei topi, la somministrazione orale di un estratto alcolico anidro di betel nut, alle dosi di 0,5, 1 e 3 gr/kg ha evidenziato una bassa tossicità acuta. Gli eetti osservati sono stati: assenza di rilesso corneale, atassia ed incremento del ritmo respiratorio (14) . La somministrazione orale cronica di un estratto alcolico anidro per 3 mesi alla dose di 100 mg/kg determina un in- cremento della mortalità. Gli animali trattati con tale estratto mostrano un incremento dei livelli di globuli bianchi e di emoglobina. Questa maggiore attività delle cellule del midollo osseo è stata attribuita ai tannini e agli alcaloidi contenuti nella noce di betel (14) . Dati relativi alla tossicità acuta dell’arecolina (15) Nel cane - DL50 dopo somministrazione sottocutanea: 5 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 190 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 36 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione orale: 550 mg/kg Nel ratto - DL 50 dopo somministrazione intraperitoneale: 40 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 2500 mg/kg È stato osservato che nel ratto una dieta arricchita con Betel in una percentuale uguale o superiore al 15% causa un quadro tossico caratterizzato da: necrosi delle mucose orale e intestinale, splenomegalia, depositi di grasso nel egato e ritardo nello sviluppo scheletrico (16) . Non sono noti dati di tossicità relativi all’arecaidina. Eetti avversi L’assunzione di betel nut è stata associata allo sviluppo di patologie cardiovascolari. Livelli elevati di omocisteina, asso- ciabili ad un incrementato rischio di cardiopatie ischemiche, sono stati osservati nei masticatori abituali di noci di betel. In letteratura si ritrova il caso di un paziente aetto da pregressa patologia coronarica che ha maniestato un inarto del miocardio in seguito all’assunzione di betel nut. L’arecolina contenuta nelle noci di betel può inatti causare spasmo delle arterie coronariche, con un meccanismo patogenetico riconducibile ad un eetto parasimpatico-mimetico che si esplica sui vasi con danno endoteliale (17) . In un altro caso, un paziente dopo avere masticato noce di betel è deceduto, nonostante i ripetuti tentativi di deibrillazione, a causa di inarto acuto del miocardio con ibrillazione ventricolare (18) . L’uso di betel nut può causare tachicardia ed aumento della pressione sanguigna. Oltre la metà degli utilizzatori cronici di tale droga dichiara di avere palpitazioni. L’accelerazione del battito cardiaco insorge entro 2 minuti dall’inizio della masticazione di betel, raggiunge un picco entro 4-6 minuti e termina mediamente entro 18,8 minuti. L’incremento medio S mart D rugs 18 dei battiti cardiaci (espresso come battiti/minuto) è pari a 17 per i nuovi assuntori, 16,2 per gli assuntori occasionali e 13,3 per gli assuntori abituali. La durata degli eetti è maggiore nei nuovi consumatori rispetto ai consumatori abituali: ciò a ipotizzare che in seguito ad assunzione ripetuta sia possibile lo sviluppo di tolleranza verso questi eetti (2) . Le noci di betel contengono quantità signiicative di rame che possono incrementare l’attività della lisil-ossidasi, enzi- ma rame-dipendente che interviene nella ormazione dei legami crociati tra collagene ed elastina, rendendo le ibre del collagene maggiormente resistenti alla degradazione. Ciò potrebbe avorire lo sviluppo di aterogenesi a livello dei vasi sanguigni maggiori (19,20) . L’uso cronico di noci di betel può causare la deplezione di vitamina B12. Test di laboratorio eettuati su 11 soggetti che assumevano betel nut da almeno 35 anni hanno dimostrato una notevole riduzione dei livelli ematici di tale vitamina (21) . A livello del sistema nervoso centrale l’arecolina esercita eetti muscarinici (miosi, riduzione del senso di atica, aumento dell’attenzione e della concentrazione, agitazione seguita da una ase di depressione e prostrazione) mediati da un incre- mento dei livelli di acetilcolina e associati a senso di benessere (21-23) . Nei soggetti che per la prima volta assumono betel nut si possono maniestare vertigini (3) . L’uso di betel nut è stato associato allo sviluppo di diabete (19) . In particolare, è stato dimostrato che nel topo circa l’8,5% degli animali sottoposti a somministrazione di tale droga sviluppa diabete non-insulino dipendente (24) . In letteratura è riportato il caso di due persone che hanno maniestato una sindrome reversibile denominata “milk alkali”, caratterizzata da iperglicemia, alcalosi metabolica ed insuicienza renale, in seguito all’assunzione di betel nut associata ad una pasta alcalina composta principalmente da gusci di ostriche (25) . A livello gastrointestinale, l’assunzione di betel nut può causare irritazione e crampi intestinali. L’arecolina, somministra- ta per via orale, può provocare l’insorgenza di nausea e vomito causando al contempo aumento della peristalsi (23,26) . La bocca ed i denti dei soggetti che masticano continuamente betel nut insieme a calce spenta si macchiano rapidamente assumendo un colore variabile dal rosso al marrone. Tali soggetti, inoltre, maniestano intorpidimento della lingua e sec- chezza delle auci. I nuovi utilizzatori possono sperimentare un senso di costrizione alla gola e all’esoago (8,3,27) . Circa lo 0,5% degli utilizzatori cronici di betel nut sviluppa una ibrosi sottomucosa orale, patologia caratterizzata da atroia epiteliale e accumulo di collagene nella mucosa orale. Responsabili di questo eetto avverso sembrano essere le catechine ed i tannini presenti nella pianta, i quali agiscono stabilizzando il collagene e rendendolo resistente alle colla- genasi sia umane che batteriche (28) . Il 15% di questi soggetti sviluppa successivamente anomalie tissutali (atipie) mentre nel 7% dei casi si veriica l’insorgenza di carcinoma a cellule squamose (29) . In letteratura si possono ritrovare la descrizione di una serie di casi clinici di ibrosi sottomucosa orale ed un caso di lichen planus associati all’uso di noci di betel (30-32) . Nei topi la somministrazione cronica di betel nut ha determinato un incremento ematico dei livelli degli enzimi dei cito- cromi B5 e P450, della malondialdeide e della glutatione S-traserasi (GST) (33) . L’arecolina, a causa dei suoi eetti colinergici, determina broncocostrizione e può esacerbare i casi di asma (9,34) . In lettera- tura si riportano i casi di due pazienti asmatici che sono stati ospedalizzati a causa di un severo attacco di asma in seguito all’assunzione di betel nut (22) . Dati epidemiologici raccolti in Cina dimostrerebbero che l’uso di noci di betel é un attore di rischio per lo sviluppo di insuicienza renale cronica nell’uomo (35) . I masticatori di Betel dichiarano inine di provare sensazioni di calore; in eetti è stato possibile registrare un aumento della temperatura del viso di 0,5-2°C nel momento in cui viene masticato il Betel. Dipendenza e tolleranza Non è ad oggi del tutto chiaro se il consumo di areca nut sia in grado di indurre dei veri e propri enomeni di dipendenza. Tuttavia in seguito all’uso cronico di Betel, in particolare se associato al tabacco (36) , si sviluppa una tolleranza molto simi- le a quella che si ha con le sigarette (21) . Inoltre, le persone che smettono di assumere il Betel possono maniestare episodi di psicosi tossiche reversibili caratterizzate da allucinazioni e da idee maniacali (9) . Altri sintomi comunemente riportati in seguito alla sospensione dell’assunzione di Betel sono: alterazioni dell’umore, riduzione della concentrazione, disturbi del sonno ed incremento dell’appetito (21) .  Areca catechu 19 Cancerogenicità Oltre al carcinoma a cellule squamose, l’assunzione di Betel può essere associata ad un elevato rischio di insorgenza di altri tipi di tumore. Negli utilizzatori abituali di betel nut si maniesta leucoplachia, lesione pre-cancerosa che si traduce successivamente in cancro della bocca (37) . L’eetto cancerogenetico sembra essere dovuto agli elevati livelli di nitrosamine (derivanti dal metabolismo degli alca- loidi) presenti nella saliva degli utilizzatori di tale droga (9) . L’eetto citotossico e genotossico sulle cellule dell’epitelio buccale è stato osservato in particolare per il 3-(N-nitrosometilamino) proprionitrile (38) . Gli estratti acquosi ed acetici di Betel sono in grado di indurre cancro all’esoago, alla laringe e tumori gastrointestinali; l’incidenza di cancro all’esoago è paragonabile a quella che si maniesta negli utilizzatori di tabacco. Questi estratti sono in grado di provocare rotture del DNA negli epatociti degli animali da esperimento (39) .  In vitro l’alcalinità della calce incrementa la generazione di specie reattive dell’ossigeno responsabili degli eetti tossici sul DNA (40) . L’abitudine a masticare insieme calce e Betel potrebbe quindi potenziare i meccanismi carcinogenetici. Nei topi la noce di betel associata alla calce induce lo sviluppo di papillomi dell’epitelio vaginale, ispessimento della mu- cosa vaginale ed alterazioni dell’epitelio e della sottomucosa vaginale. Questo tipo di tumore può metastatizzare a livello polmonare, renale e intraperitoneale (41) . Teratogenicità Non sono disponibili dati di teratogenicità sugli esseri umani. La teratogenicità è stata comunque dimostrata nel modello animale (42) . Uno studio condotto sugli embrioni di pollo ha dimostrato che l’estratto alcolico causa in tali embrioni una mortalità dose dipendente. Sono state inoltre osservate malormazioni a carico dei visceri, delle estremità e riduzione del peso corporeo (43) . Interazioni armacologiche Le interazioni armacologiche delle noci di betel sono da attribuire alle proprietà colinergiche degli alcaloidi in esse con- tenuti. L’assunzione di Betel può pertanto antagonizzare gli eetti armacologici dei armaci anti-muscarinici e potenziare invece l’eicacia degli agonisti colinergici (42) . L’arecolina, agendo come inibitore del GABA, può antagonizzare l’eetto ansiolitico delle benzodiazepine (2) . Interazioni armacologiche possono maniestarsi in particolare con: •    antidepressivi triciclici: riduzione dell’attività antidepressiva; •    amantadina, enotiazine, olanzapina, molindone, loxapina, aloperidolo: aumento dell’incidenza di eetti extrapiramidali; •    anticolinergici: riduzione dell’eicacia armacologica. Eetti in gravidanza Numerosi studi indicano che l’Areca possiede un potenziale genotossico, mitogenico e clastogenico (causa rotture cromo- somiali) soprattutto quando combinata con il tabacco (44,45) . L’arecolina è in grado di attraversare la placenta. L’analisi dei meconi di 32 neonati, igli di madri asiatiche che avevano assunto betel nut durante la gravidanza, ha rivelato la presenza di arecolina in 6 di questi bambini in un range di concen- trazione variabile tra 0,006 e 0,012 μg/g (46) . Due di questi neonati presentavano basso peso alla nascita, ipotonia, ritardo di crescita uterina ed uno di loro mostrò una sindrome di astinenza neonatale attribuibile all’arecolina (46) . A ronte di un peso medio alla nascita più basso nei bambini le cui madri consumavano Betel in gravidanza, si è potuta osservare, tuttavia, una minore requenza dell’insorgenza di ittero neonatale nello stesso campione (47) . Uno studio più recente conerma l’inluenza in gravidanza dell’uso di noci di betel su alcuni parametri quali peso e lun- ghezza dei nati, che risultano essere ineriori alla norma (48) . S mart D rugs 20 Determinazioni Analitiche Sono descritte nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi dell’  Areca catechu in diversi liquidi biologici (46,49,50) . È inoltre presente un metodo analitico per la determinazione di tali principi attivi nella noce della pianta che utilizza l’elettrooresi capillare accoppiata ad un rivelatore spettrootometrico ad assorbimento di luce ultravioletta (1) . La metodica di seguito riportata è uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi per la determinazione dell’arecolina nel meconio, sangue di cordone, urina etale, placenta e matrice cheratinica (tratto da: PICHINI S, PELLEGRINI M, PACIFICI R, MARCHEI E, MURILLO J, PUIG C, VALL O, GARCÍA-ALGAR O. Quantiication o arecoline (Areca Nut Alkaloids) in neonatal biological matrices by high-perormance liquid chroma- tography/electrospray quadrupole mass spectrometry. Rapid Commun Mass Spectrom. 2003; 17: 1958-1964. GARCÍA- ALGAR O, VALL O, ALAMEDA F, PUIG C, PELLEGRINI M, PACIFICI R, PICHINI S. Prenatal exposure to arecoline (areca nut alkaloid) and birth outcomes Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed. 2005; 90; 276-277. MARCHEI E, DURG- BANSHI A, ROSSI S, GARCÍA-ALGAR O, ZUCCARO P, PICHINI S. Determination o arecoline (areca nut alkaloid) and nicotine in hair by high perormance liquid chromatography/ electrospray quadrupole mass spectrometry. Rapid Commun Mass Spectrom. 2005; 19: 3416-3418) (46,49,50) . L’analisi viene eseguita su campioni di diverse matrici biologiche mediante un cromatograo liquido accoppiato ad uno spettrometro di massa (LC-MS). Estrazione del campione Ad 1 g di meconio, 1 ml di sangue di cordone, 1 ml di urina, 500 mg di placenta si aggiungono 1 ml di una soluzione di cloruro di ammonio a pH 9,5 e 5 ml di una miscela cloroormio/alcol isopropilico (95:5, v/v). Per quanto riguarda la matrice cheratinica, 50 mg di capelli vengono digeriti con 2 ml di idrossido di sodio 12 M a 40°C per 18 ore. Successiva- mente anche alla matrice cheratinica si aggiungono 1 ml di una soluzione di cloruro di ammonio a pH 9,5 e 5 ml di una miscela cloroormio/alcol isopropilico (95:5, v/v). I tubi di vetro vengono poi messi su un agitatore di tipo orizzontale per 5 minuti e successivamente centriugati a 2000 giri per 5 minuti. Dopo centriugazione la ase organica viene traserita in nuovi tubi dove vengono aggiunti 2,5 ml di acido cloridrico 0,5 M. Si centriugano nuovamente i campioni a 2000 giri per 5 minuti e successivamente la ase organica viene neutralizzata con 1 ml di idrossido di sodio 1 M ed alcalinizzata con 2 ml di cloruro di ammonio a pH 9,5. Inine si esegue una nuova estrazione con 5 ml di una miscela cloroormio/alcol iso- propilico (95:5, v/v). La ase organica viene evaporata sotto lusso di azoto ed il residuo viene disciolto in 100 μl acetato di ammonio 10 mM a pH 4,3. 20 μl vengono iniettati nella strumentazione. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: Phenomenex Luna C18 (150 x 4,6 mm x 3 μm) Fase Mobile: 90% acetato di ammonio 10 mM (pH 3) e 10% acetonitrile Modalità di separazione: isocratica Flusso: 0,5 ml/min Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia elettrospray in modalità positiva Temperatura del gas di evaporazione: 350°C Pressione del gas di nebulizzazione: 40 psi Voltaggio del capillare: 1550 V Voltaggio del ragmentor: 110 V  Areca catechu 21 Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Arecolina: 4,5 minuti Pilocarpina (standard interno): 8,1 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Arecolina: m/z 156, 140, 118 Pilocarpina (standard interno): m/z 209, 96, 95 Standard Gli standard di arecolina e pilocarpina (standard interno) utilizzati nelle analisi si possono acquistare presso la ditta Sigma-Aldrich (Milano, Italia). Curva di calibrazione Le soluzioni madri a concentrazione 1 mg/ml sono preparate in alcol metilico. Le soluzioni standard alle concentrazioni di 10, 1 e 0,1 μg/ml sono preparate diluendo le soluzioni madri con alcol metilico e conservate a -20°C. Le soluzioni di lavoro e di calibrazione (range di concentrazioni: 0,005 - 1 μg di arecolina per grammo di meconio o placenta; 0,005 - 1 μg di arecolina per millilitro di sangue di cordone o urina e 0,3 - 10 ng di arecolina per milligrammo di capello), preparate giornalmente diluendo opportunamente le soluzioni standard in alcol metilico, vengono aggiunte a campioni di meconio, sangue di cordone, urina, placenta e capelli precedentemente testati come drug-ree. La concentrazione dello standard interno risulta pari a 10 μg/ml. I campioni utilizzati per il controllo di qualità alle concentrazioni di 0,85 μg/g o 0,85 μg/ml, 0,12 μg/g o 0,12 μg/ml e 0,012 μg/g o 0,012 μg/ml vengono preparati aggiungendo le soluzioni standard a campioni di meconio, sangue di cordo- ne, urina e placenta, precedentemente testati. Anche per quanto riguarda la matrice cheratinica, i campioni utilizzati per il controllo di qualità alle concentrazioni di 8 ng/mg, 3,2 ng/mg e 0,5 ng/mg vengono preparati aggiungendo le soluzioni standard a campioni di capelli precedentemente testati. Questi campioni vengono inseriti in ciascun lotto analitico per controllare la calibrazione, la precisione, l’accuratezza e la stabilità di campioni sottoposti a conservazione. L’analisi quantitativa è stata eettuata comparando i picchi identiicati dallo ione m/z 156 dell’arecolina con lo ione m/z 209 della pilocarpina utilizzata come standard interno. Risultati L’analisi dell’arecolina nelle varie matrici biologiche sopra elencate ha evidenziato una quantità di principio attivo medio pari a: Meconio 0,008 μg/g Urine 0,01 μg/g Sangue di cordone tracce Placenta 0,01 μg/g Capelli 1,71 ng/mg nel caso che la areca nut venga umata Capelli 1,18 ng/mg nel caso che la areca nut venga masticata Bibliograia   1. 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Rapid Commun Mass Spectrom. 2005; 19: 3416-3418. 24  Argemone mexicana (prickly poppy)   Nome:    Argemone mexicana   Famiglia:   Papaveraceae Genere:    Argemone L. Specie:    Argemone mexicana L. Sinonimi: mexican prickly poppy, “cardo santo”, chicolate Provenienza: originaria dell’America Centrale, in particolare del Messico Principi attivi: berberina, protopina, sanguinarina, diidrosanguinarina, allocriptopina, cheleritrina, coptisina L’  Argemone mexicana, comunemente conosciuta come prickly poppy, è originaria dell’America Centrale, del Messico e delle Indie (1) . I primi studi sulla composizione chimica dell’  Argemone mexicana riportano la presenza di berberina e protopina nei semi (1,2) . Il seme produce un 22-36% di olio dal colore giallo bruno, chiamato olio di argemone o katkar oil. Questo olio, non com- mestibile, contiene due alcaloidi tossici quali la sanguinarina e la diidrosanguinarina (3) . Studi sull’  Argemone mexicana   riportano la presenza di altri alcaloidi quali l’allocriptopina nella radice e nelle parti aeree della pianta, la cheleritrina nella radice e la coptisina nello stelo, nelle oglie, nella capsula, nei sementi e nelle piantine (4) . La composizione chimica dei semi dell’  Argemone mexicana è riportata in Tabella 1. Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (6-8) Nome: berberina. Formula Molecolare: [C 20 H 18 NO 4 ] + (peso molecolare = 336,4). Nome sistematico: 5,6-diidro-9,10-dimetossibenzo(g)-1,3- benzodiossolo(5,6-a)quinolizinio. Numero di registro CAS: 2086-83-1. Punto di usione: 145°C. UVmax: 265, 343 nm. Solubilità: dissolve lentamente in acqua. Tabella 1. Contenuto di alcaloidi nei semi di  Argemone mexicana (5) Alcaloidi Percentuale Alcaloidi totali 0,13 Diidrosanguinarina 87,00 Sanguinarina 5,00 Berberina 0,57 Protopina 0,34 Cheleritrina 0,12 Coptisina 0,03 O O O O N + CH 3 H 3 C 25 S mart D rugs Nome: protopina. Formula Molecolare: C 20 H 19 NO 5 (peso molecolare = 353,4). Nome sistematico: 4,6,7,14-tetraidro-5-metil-bis(1,3)- benzodiossolo(4,5-c-5’,6’-g)azecin-13(5H)-one. Numero di registro CAS: 130-86-9. Punto di usione: 208°C. UVmax: 239, 291, in alcol etilico 95% = 293 nm. Solubilità: solubile in acetato di etile, bisulide di carbonio, benzene, petrolio, etere. Praticamente insolubile in acqua. Nome: sanguinarina. Formula Molecolare: C 20 H 14 NO 4 (peso molecolare = 332,3). Nome sistematico: 13-metil(1,3)benzodiossolo(5,6-c)-1,3- diossolo(4,5-i)enantridina. Numero di registro CAS: 2447-54-3. Punto di usione: 273-274°C. UVmax: 234, 283, 325 nm (alcol metilico). Solubilità: solubile in alcol, cloroormio, acetone, acetato di etile. Nome: diidrosanguinarina. Formula Molecolare: C 20 H 15 NO 4 (peso molecolare = 333,3). Nome sistematico: 13,14-diidro-13-metil(1,3)benzodiossolo (5,6-c)-1,3-diossolo(4,5-i)enantridina. Numero di registro CAS: 3606-45-9. Punto di usione: 188-189°C. UVmax: 237, 284, 322 nm (alcol etilico). Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: allocriptopina. Formula Molecolare: C 21 H 23 NO 5 (peso molecolare = 369,4). Nome sistematico: 5,7,8,15-tetraidro-3,4-dimetossi-6-metil(1,3) benzodiossolo(5,6-e)(2)benzazecin-14(6H)-one. Numero di registro CAS: 485-91-6. Punto di usione: 160-161°C. UVmax: 232, 284 nm. Solubilità: solubile in alcol, cloroormio, etere, acetato di etile e acidi diluiti.   O O O O O N CH 3 O O O N O CH 3 O O O O N H 3 C O O O O O N CH 3 CH 3 CH 3 S mart D rugs 26 Nome: cheleritrina. Formula Molecolare: [C 21 H 18 NO 4 ] + (peso molecolare = 348,4). Nome sistematico: 1,2-dimetossi-12-metil(1,3)benzodiossolo(5,6-c) enantridinio. Numero di registro CAS: 34316-15-9. Punto di usione: 200-206°C. UVmax: 226, 283, 320 nm. Solubilità: solubile in dimetilsolossido (DMSO), alcol etilico, etere di petrolio. Non solubile in acqua. Nome: coptisina. Formula Molecolare: [C 19 H 14 NO 4 ] + (peso molecolare = 320,3). Nome sistematico: 6,7-diidrobis(1,3)benzodiossolo(5,6-a:4’,5’-g) quinolizinio. Numero di registro CAS: 3486-66-6. Punto di usione: 218°C. UVmax: 229, 244, 267, 353. Solubilità: molto poco solubile in acqua, parzialmente solubile in alcol, solubile in alcali. Uso storico Secondo alcune onti consultabili in Internet, l’  Argemone mexicana veniva usata dagli Aztechi come “nutrimento per i morti”, da orire agli Dei durante i sacriici. Gli Aztechi usavano are un impasto simile al pane con i semi e lo modella- vano in un’immagine del Dio conosciuto come Huitzilopochtli (9) . Nel Codice Fiorentino (nome dato a 12 libri creati sotto la supervisione di Bernardino de Sahagún approssimativamente tra il 1540 e il 1585) si riporta che durante i riti sacriicali un sommo sacerdote “uccideva” la rappresentazione del dio e quindi lo dava da mangiare ai sacriicanti. Come aermato, sempre nel Codice Fiorentino, il prickly poppy era una delle tre piante utilizzate dagli Aztechi (9) . Il succo delle oglie veniva usato nel trattamento delle opacità della cornea, nel trattamento del dolore da cealea e nelle iniammazioni degli occhi (1) . Alcuni credevano che la pianta possedesse proprietà narcotiche dovute alla presenza di morina. Nel 1868 Charbonnier sostenne di aver ottenuto morina dalle oglie e dalla capsula di  Argemone mexicana   ma successivi studi dimostrarono che la pianta non conteneva morina bensì alcaloidi quali la berberina e la protopina (1) . Uso attuale L’  Argemone mexicana è usata come pianta medicinale in diversi paesi. In Messico i semi sono considerati un antidoto per il veleno dei serpenti mentre in India i umi dei semi sono usati per alleviare il mal di denti. L’estratto resco dei semi contiene sostanze che dissolvono le proteine e risulta eicace nel trattamento delle verruche, dell’herpes labiale, delle inezioni cutanee, delle malattie della pelle, dei pruriti e anche nel trattamento dell’idropisia e dell’ittero (10) . Sempre in India la pianta è usata in medicina ayurvedica e unani per il trattamento di una vasta gamma di malattie tra cui la malaria. L’uso come antimalarico è diuso anche in diversi paesi aricani, tra cui il Benin, il Mali e il Sudan (11) . Non esiste documentazione delle proprietà psicoattive dell’  Argemone mexicana . Dalle inormazioni contenute nei siti web si evince che le oglie sono umate come sostitutivo della Marijuana o utilizzate per preparare il tè, con una sigaretta d’accompagnamento. L’  Argemone mexicana viene venduta, sotto orma di resina, miscelata ad altre erbe. Si suggerisce di miscelarla con tabacco e umarla per ottenere un eetto rilassante ed aromatizzante del tabacco. Per un eetto più orte la resina viene utilizzata pura in bong o vaporizzata. O O N + O O CH 3 CH 3 H 3 C O O O O N + Argemone mexicana 27 Legislazione In Italia nessuno degli alcaloidi dell’  Argemone mexicana nè l’intera pianta o parti di essa sono inseriti nelle Tabelle con- tenenti le sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. Il Ministero della Salute ha inserito il iore, la oglia, l’olio, la radice e il seme dell’  Argemone mexicana nella lista degli estratti vegetali non ammessi negli integratori alimentari (12) . Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa a carico della pianta o dei suoi principi attivi. La  Argemone mexicana non è sottoposta a controllo negli Stati Uniti. Proprietà armaco-tossicologiche Bose et. al. hanno osservato che le principali attività armacologiche degli estratti di  Argemone mexicana sono legate alla razione totale degli alcaloidi (13) . La sanguinarina e la berberina presentano una vasta gamma di eetti biologici e/o armacologici, tra cui proprietà anti- iniammatorie, di stimolazione respiratoria, ipotensione transitoria, convulsioni, contrazione uterina, proprietà antiaritmi- che, eetti inotropo-positivi, eetto adrenocorticotropo e attività analgesica (14) . A causa del loro azoto quaternario, della struttura planare e policiclica, la sanguinarina e la berberina possono reagire con i gruppi nucleoilici ed anionici degli aminoacidi di diverse biomolecole, recettori ed enzimi. Ad esempio questi alcaloidi si legano ai microtubuli, inibiscono diversi enzimi tra cui la sodio-potassio-ATPasi, avoriscono la osorilazione ossidativa e sono in grado di intercalarsi nelle regioni del DNA ricche in guanina-citosina (14) . La berberina, somministrata per via orale nel topo alla dose di 100 mg/kg, produce eetti assimilabili a quelli ansiolitici prodotti nell’uomo da 1 mg/kg di diazepam e 2 mg/kg di buspirone. Il meccanismo ansiolitico della berberina potrebbe essere correlato con l’aumento dei tassi di turnover delle monoamine nel tronco cerebrale e alla ridotta attività del siste- ma serotoninergico. Inoltre si è osservato che la berberina diminuisce l’attività del sistema serotoninergico, attraverso l’attivazione degli autorecettori somatodendritici 5-HT 1A e l’inibizione degli autorecettori somatodendritici postsinaptici 5-HT 1A e 5-HT 2 (15) . La protopina, la criptopina e l’allocriptopina hanno mostrato, nel ratto, la capacità di aumentare l’ainità di legame dell’acido gamma aminobutirrico ai propri recettori centrali, svolgendo un’azione sedativa ed ansiolitica benzodiazepino- simile (16) . La criptopina risulta esercitare in vitro (ad una diluizione 1:1000000) azione stimolante sull’utero dei porcellini d’India. Riduce il ritmo respiratorio tramite un’azione centrale e agisce direttamente sul miocardio rallentandone tutte le unzioni (17) . Azione analoga presenta l’allocriptopina che, oltre all’azione antiibrillatoria viene segnalata per attività antitumorale ed anestetica locale (17) . La cheleritrina ha una vasta gamma d’attività biologiche, tra cui antiaggregante piastrinico, anti-iniammatorio, antibat- terico e eetti antitumorali (18) . È stata testata la sensibilità di due batteri armacoresistenti Gram-positivi (Staphylococcus aureus e Bacillus subtilis) e due batteri armacoresistenti Gram-negativi (Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosa) agli estratti (estratto acquoso a reddo, estratto acquoso a caldo ed estratto metanolico) di oglie e semi di  Argemone mexicana . Anche se tutti gli estratti sono stati trovati eicaci, l’estratto metanolico, sia dei semi che delle oglie, ha mostrato una attività maggiore contro i microrganismi rispetto agli estratti acquosi (10) . Altri studi indicano che la protopina e l’allocriptopina sono stati in grado di ridurre l’astinenza da oppiacei in esperimenti in vitro (19) . Questi composti sono in grado di esercitare i loro eetti sia a livello dei recettori oppioidi μ che κ  (20) . Tossicità I semi dell’  Argemone mexicana ricordano per aspetto e dimensioni quelli della senape nera (  Brassica nigra ). L’olio di semi di senape è molto usato nella cucina popolare indiana ed un’ accidentale ingestione di questo olio adulterato con olio di semi di  Argemone mexicana causa idropisia epidemica caratterizzata dal patologico accumulo di liquidi nei tessuti e nelle cavità del corpo. Focolai della malattia sono stati segnalati nelle Mauritius, nelle isole Fiji, nel Madagascar e nel Sud Arica (21,22) . Studi sull’idropisia epidemica indicano che un’adulterazione di olio di argemone in olio di senape superiore all’1% è suiciente per produrre sintomi clinici (22) . S mart D rugs 28 La tossicità dell’  Argemone mexicana è dovuta principalmente alla sanguinarina, che sembra essere 2,5 volte più tossica rispetto all’altro alcaloide tossico, la diidrosanguinarina, benchè entrambi siano interconvertibili tramite una semplice reazione di ossido-riduzione (21) . I valori di tossicità acuta in modello animale per la sanguinarina, la berberina, la proto- pina e la cheleretrina sono riportati in Tabella 2. Non sono presenti in letteratura dati di tossicità acuta relativi alla diidrosanguinarina, all’allocriptopina ed alla coptisina. L’estratto etanolico delle oglie di  Argemone mexicana possiede un valore di DL50 nel topo, dopo somministrazione intraperitoneale, di 400 mg/kg di peso corporeo (26) . Eetti avversi Studi sulla tossicità dei semi di  Argemone mexicana nei ratti hanno messo in luce una riduzione signiicativa del peso corporeo, aumento signiicativo della glicemia, azotemia e della transaminasi glutammico-ossalacetica (SGOT) e lesioni indicative di epatoneropatia (27) . È stato dimostrato che gli enzimi epatici microsomiali così come le membrane mitocon- driali sono vulnerabili all’attacco perossidativo dell’olio di semi di  Argemone mexicana che può essere la causa dei sin- tomi di epatotossicità osservati in vittime dell’intossicazione con  Argemone mexicana (28) . La diarrea può essere attribuita alla gastroenterite o all’eetto colinergico che hanno i componenti della pianta (29) . Il coinvolgimento del sistema nervoso Tabella 2. Valori di tossicità acuta in modello animale per gli alcaloidi dell’  Argemone mexicana (24,25) Modalità di somministrazione Specie DL50/CL50/DLo/DL sanguinarina   gatto DL50 = 120 mg/kg   s.c. cane DL50 = 70 mg/kg rana DL50 = 70 mg/kg coniglio DL50 = 125 mg/kg s.c. DL50 = 80 mg/kg i.p. topo DL50 = 18 mg/kg i.v. DL50 = 19400 μg/kg inalazione CL50 = 2200 g/m 3 i.p. DL50 = 18 mg/kg i.v. ratto DL50 = 28700 μg/kg orale DL50 = 1660 mg/kg berberina s.c topo DL50 = 18 mg/kg orale DL50 = 329 mg/kg s.c coniglio DLo = 100 mg/kg i.p. ratto DL = >500 mg/kg  protopina i.p. cavia DL50 = 116 mg/kg orale DL50 = 237 mg/kg i.p. topo DL50 = 482 mg/kg i.v. DL50 = 31 mg/kg i.p. ratto DLo = 100 mg/kg cheleritrina i.v. topo DL50 = 18,5 mg/kg s.c.= sottocutaneo; i.p. = intraperitoneale; i.v.=endovenosa; DL50 = dose letale per il 50% degli animali testati; CL50 = concentrazione letale per il 50% degli animali testati dopo periodi di tempo speciici; DLo = dose letale minina; DL = dose letale. Argemone mexicana 29 nelle intossicazione, soprattutto nella idropisia epidemica, è controverso sebbene parestesia e spasmi muscolari siano stati riportati in letteratura (30) . Interazioni armacologiche Non sono riportate possibili interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Data la presenza di alcaloidi tossici si sconsiglia la somministrazione a donne in gravidanza o in allattamento (31) . Determinazioni Analitiche Non sono presenti nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi dell’  Argemone mexicana   nei liquidi biologici. Sono invece presenti metodi analitici per la determinazione di tali principi attivi in oli di semi di  Argemone (22,32) . Di questi metodi analitici, il primo consiste in una separazione cromatograica su strato sottile ad alta prestazione (HPTLC) con rivelatore ad assorbimento di luce ultravioletta e successiva analisi in spettrometria di massa dei diversi principi attivi isolati dalla lastra cromatograia (22) . Il secondo metodo utilizza invece un cromatograo liquido accoppiato ad uno spettrootometro con otomoltiplicatore a serie di diodi (32) . La metodica di seguito riportata è uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale. Determinazione quantitativa di sanguinarina e diidrosanguinarina in oli di semi di  Argemone mexicana   (tratta da: GHOSH P, REDDY MMK, SASHIDHAR RB. Quantitative evaluation o sanguinarine as an index o argemone oil adulteration in edile mustard oil by high perormance thin layer chromatography. Food Chem. 2005; 91: 757-764) (22) . L’analisi viene eseguita su oli di semi di  Argemone mexicana e di semi di senape mediante cromatograia su strato sottile ad alta prestazione (high perormance thin layer chromatography HPTLC) e rivelatore CAMAG (Analytical technology S.r.l.; brugherio, MI, Italia) ad assorbimento di luce ultravioletta. Gli estratti isolati dalle lastre cromatograiche vengono successivamente analizzati mediante uno spettrometro di massa. Estrazione del campione Circa 50 g di semi di sono polverizzati meccanicamente e l’olio estratto con n-esano in soxhlet per sei ore. L’olio così estratto viene atto passare attraverso solato di sodio anidro per rimuovere ogni traccia di umidità. 20 μl di olio di arge- mone viene diluito in un millilitro di cloroormio e 5 μl sono depositati sulla lastra per HPTLC. 50 μl di ciascun campione di olio di semi di senape sono dissolti in un millilitro di cloroormio e 5 μl sono depositati sulla lastra per HPTLC. Condizioni strumentali Lastra cromatograica: alluminio rivestito con gel di silice 60 (20 cm x 10 cm) Fase mobile: esano:acetone:alcol metilico (80:15:5, v/v/v) Rivelatore 1: lampada a mercurio (366 nm) Rivelatore 2: spettrometro di massa con interaccia a ionizzazione chimica in modalità positiva, inusione diretta. Fattore di ritenzione (RF) delle sostanze ricercate Sanguinarina: 0,36 Diidrosanguinarina: 0,82 S mart D rugs 30 Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Sanguinarina: m/z 332, 291, 241, 169 Diidrosanguinarina: m/z 291, 275, 241, 169 Standard Lo standard di sanguinarina utilizzato nelle analisi si può acquistare presso la ditta Sigma-Aldrich (Milano, Italia). Curva di calibrazione La soluzione standard di sanguinarina (1 mg/ml) viene preparata in alcol metilico e conservata a -20°C. Le soluzioni di calibrazione (range di concentrazioni: 1 - 60 μg/ml) sono preparate giornalmente diluendo la soluzioni standard con alcol metilico. Per valutare la percentuale di adulterazione dei campioni, diverse concentrazioni (range 1% - 30%, v/v) di olio puro di argemone sono state aggiunte all’olio di semi di senape. 100 μl di ogni olio adulterato sono diluiti ad un millilitro con cloroormio. Risultati La concentrazione di sanguinarina determinata nei campioni in esame è riportata in Tabella 1. Dei quindici campioni analizzati solo quattro non contenevano sanguinarina. La percentuale di olio di argemone contenuta nei campioni ana- lizzati varia da 1,2% a 8,8%. Bibliograia   1. SCHLOTTERBERCK JO. Does “Argemone mexicana” contain morphine? J Am Chem Soc. 1902; 24: 238-242. 2. SANTOS AC, ADKIN PJ. The alkaloids o Argemone mexicana. Am Chem Soc. 1932; 54: 2923. 3. SHUKLA AK, DIXIT AK, SINGH RP. Detection o Argemone Oil in Mustard Oil. J Oleo Sci. 2005; 54: 81-83. 4. KAPOOR LD. Handbook o ayurvedic medicinal plants. 2001; p. 47 5. DAS M, KHANNA SK. Clinicoepidemiological, toxicological ans saety evaluation studies on Argemone oil. Clin Rev toxicol. 1997; 27: 273-297. Tabella 3. Concentrazione di sanguinarina e percentuale d’olio di argemone determinate nei campioni di olio di semi di senape   Campione Sanguinarina (μg/ml ± DS) % adulterazione 1 nd - 2 48,3 ± 2,0 1,3 3 45,5 ± 4,0 1,3 4 58,0 ± 2,0 1,6 5 nd - 6 70,0 ± 2,0 1,9 7 60,0 ± 2,0 1,6 8 45,0 ± 2,0 1,3 9 46,0 ± 2,0 1,3 10 44,0 ± 3,0 1,2 11 nd - 12 345,0 ± 11,0 8,7 13 300,0 ± 10,0 7,6 14 103,0 ± 17,0 2,7 15 nd - nd = non determinato; DS = deviazione standard Argemone mexicana 31 6. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 10 th Ed. Merck & Co., Inc. 1983. 7. VOLOSHCHUK TP, PATSKOVSKY YV, ZAYIKA LA. Study o Ukrain composition using HPLC and UV-spectroscopy methods. Ukr Bioorg Acta. 2006; 2: 27-32. 8. KRANE BD, FAGBULE MO, SHAMMA M. The benzophenanthridine alkaloids. J Nat Prod. 1984; 47: 1-43. 9. http://www.entheology.org/edoto/anmviewer.asp?a=155 10. BHATTACHARJEE I, CHATTERJEE SK, CHATTERJEE S, CHANDRA G. 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Separation, identication and determination o sanguinarine in argemone and other adulterated edible oils by reversed-phase high-perormance liquid chromatography. J Chromatogr A. 1999; 863: 123-126. 32  Argyreia nervosa (hawaiian baby woodrose)   Nome:    Argyreia nervosa, Argyreia speciosa   Famiglia:   Convolvulaceae Genere:    Argyreia Lour  Specie:    Argyreia nervosa (Burm. F. Bojer) Sinonimi: hawaiian baby woodrose (HBWR), elephant creeper, woolly morning glory, silver morning glory Provenienza: montagne Messico meridionale, Guatemala, Indie occidentali, America Subtropicale, Madagascar, Europa Principi attivi: ergina (o lisergamide o amide dell’acido lisergico), ergometrina, a -idroissietilamide dell’acido lisergico, elimoclavina, cianoclavina L’ergina (o lisergamide o amide dell’acido lisergico LSA) e l’isoergina (epimero dell’ergina che presenta un’attività molto ineriore) sono gli alcaloidi principali psicoattivi (allucinogeni) contenuti nei semi della pianta. Altri alcaloidi presenti sono: l’ergometrina, l’ a -idroissietilamide dell’acido lisergico, l’elimoclavina, la cianoclavina (Tabella 1). L’ergina e l’iso- ergina sono anche presenti nei semi di  Ipomoea violacea e  Rivea corymbosa . I semi di  Argyreia nervosa contengono dallo 0,5 allo 0,9% di alcaloidi ergolinici, di cui lo 0,14% in peso secco del seme è rappresentato dall’ergina (o LSA) e lo 0,19% dall’isoergina (1,2) . Hylin & Watson, in un lavoro pubblicato nel 1965 su Science, hanno rilevato che l’ergina e l’isoergina sono contenuti nei semi di  Argyreia nervosa in quantità pari a 780 μg/g e 555 μg/g di peso resco (3) . Un seme di  Argyreia nervosa contiene circa 0,25 mg di LSA. Tali principi attivi sono presenti nei semi della pianta, però l’uso storico e tradizionale si rierisce alla pianta in toto. Non esistono studi che riportino la ricerca dei principi attivi in altre parti della pianta. Tabella 1. I principali alcaloidi contenuti nei semi di  Argyreia nervosa (1) Alcaloidi Valori espressi come % Valori espressi come % degli alcaloidi totali del peso dei semi secchi Agroclavina 1,09 0,006 Cianoclavina-I 2,65 0,016 Elimoclavina 3,62 0,022 Ergina 22,68 0,136 Isoergina 31,36 0,188 Ergometrina 8,20 0,049 a -Idrissietilamide dell’acido lisergico 5,79 0,035 a -Idrossietilamide dell’acido isolisergico 3,98 0,024 Alcaloidi minori non identiicati 18,82 0,113 Totale 100,00 0,600 33 S mart D rugs Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Nome: ergina (o lisergamide o amide dell’acido lisergico LSA). Formula Molecolare: C 16 H 17 N 3 O (peso molecolare = 267,3). Nome sistematico: 9,10-dideidro-6-metilergolina-8- b -carbossiami- de. Numero di registro CAS: 478-94-4. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: isoergina. Formula Molecolare: C 16 H 17 N 3 O (peso molecolare = 267,3). È l’epimero dell’ergina, quindi possiede la stessa struttura molecolare, ma la distribuzione spaziale dei sostituenti dell’atomo di carbonio 1 è speculare rispetto all’ergina stessa. Nome sistematico: 9,10-dideidro-6-metilergolina-8- a -carbossiamide. Numero di registro CAS: 2889-26-1. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: ergometrina. Formula Molecolare: C 19 H 23 N 3 O 2 (peso molecolare = 325,5). Nome sistematico: 9,10-dideidro-N-(2-idrossi-1-metiletil)-6-metil- 8 b -(S)-9-ergolina-8-carbossiamide. Numero di registro CAS: 60-79-7. Punto di usione: 162°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: acqua. Nome: elimoclavina. Formula Molecolare: C 16 H 18 N 2 O (peso molecolare = 254,3). Nome sistematico: 8,9-dideidro-6-metilergolina-8-metanolo. Numero di registro CAS: 548-43-6. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. O NH N CH 3 H 2 N O CH 3 CH 3 HN H H H HO N H N OH N CH 3 HN S mart D rugs 34 Nome: cianoclavina. Formula Molecolare: C 16 H 20 N 2 O (peso molecolare = 256,3). Nome sistematico: propen-1-olo, 2-metil-3-(1,3,4,5-tetraidro-4- (metilamino)benz(cd)indolo-5-il-(4R-(4 a ,5 b (E). Numero di registro CAS: 2390-99-0. Punto di usione: 221°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Non sono presenti in letteratura dati relativi alla ormula molecolare, al nome sistematico, al numero di registro CAS, al punto di usione, all’UVmax e alla solubilità dell’ a -idroissietilamide dell’acido lisergico. Uso storico Storicamente, la pianta veniva prescritta nella medicina indigena per la cura della gonorrea, della stranguria e dell’ulcera cronica. Le sue radici sono ancora oggi utilizzate dagli Indù come tonico, arodisiaco, diuretico, antireumatico e nel tratta- mento delle malattie del sistema nervoso. Le oglie sono state utilizzate come stimolante locale, rubeacente e vescicante. Dall’olio estratto dai semi viene estratta una sostanza insaponiicabile che ha mostrato in vitro attività antibatterica ed antiungina. Uso attuale I semi di  Argyreia nervosa (Hawaiian baby woodrose, HBWR), così come quelli di  Ipomoea violacea e  Rivea corymbosa , vengono oggi ricercati per la loro capacità di indurre eetti psicoattivi del tutto sovrapponibili a quelli della dietilammide dell’acido lisergico (LSD), sebbene di minore intensità. Gli alcaloidi sintetizzati delle piante del genere  Argyreia sono basi azotate isiologicamente attive. Pochi dati scientiici sono consultabili al ine di stabilire il quantitativo di semi ne- cessario a procurare allucinazioni, ma sembra che circa quattro semi di HBWR siano suicienti per il maniestarsi degli eetti allucinogeni, mentre un buon “viaggio” si ottiene con 5-10 semi. Lo stesso eetto si ottiene ingerendo 150-200 semi di  Ipomoea violacea , il cui contenuto in LSA per seme è pari a 0,02% (peso secco) (4) . Commercialmente, i semi di  Argyreia nervosa sono venduti come “semi da collezione”, sebbene il numero di semi di una conezione corrisponda a cinque, cioè al quantitativo necessario per un “viaggio” con eetti allucinogeni. Legislazione In Italia, l’amide dell’acido lisergico (ergina) è inserita in Tabella I della lista delle sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e suc- cessive modiiche. Con il Decreto Ministeriale n. 27 del 25 settembre 2007, pubblicato nella Gazzetta Uiciale n. 237 dell’11 ottobre 2007, anche i semi di  Argyreia nervosa sono stati inseriti in Tabella I. Dall’aprile 2009 l’  Argyreia nervosa   è illegale in Russia. L’ergina è sottoposta a controllo negli Stati Uniti (Schedule III drug in the Controlled Substances Act) come depressore, e nella lista del U.S. Code o Federal Regulations in quanto possibile precursore dell’LSD, mentre sia la pianta che i semi sono comunemente venduti. Proprietà armaco-tossicologiche L’attività allucinogena dell’ergina (LSA) si esplica a partire dall’assunzione di 2-5 mg (5) . Sono rari gli studi di arma- codinamica pubblicati sull’ergina. Analogamente agli alcaloidi dell’ergot (es. ergometrina) sembra legarsi ai recettori H 3 C H 3 C HO N H H N  Argyreia nervosa 35 dopaminergici D2, la cui stimolazione causa inibizione dell’adenilato ciclasi e riduzione della ormazione di adenosin monoosato ciclico (AMPc) (6) . La scoperta degli alcaloidi dell’ergot nei semi di  Rivea corimbosa ,  Ipomoea violacea e  Argyreia nervosa nei primi anni ’60 è stata piuttosto inaspettata e di particolare interesse da un punto di vista itochimi- co, giacché gli alcaloidi dell’acido lisergico, che sino ad allora erano stati isolati solo nei unghi del genere Claviceps , Penicillium o  Rhizopus , per la prima volta venivano isolati nelle piante superiori (Fanerogame), nella amiglia delle Con- volvulaceae (3,7-8) . L’LSA ha eetti di tipo psicotomimetico (alterazioni del pensiero, delle percezioni - allucinazioni - e dello stato di coscienza) simili a quelli provocati dall’LSD, sebbene questa sia da 50 a 100 volte più potente dell’LSA. Gli eetti dell’LSA, della durata di circa 4-8 ore, sono caratterizzati da una generale sensazione di tranquillità, che può essere accompagnata da disoria ed eetti visivi psichedelici (visioni di colori accesi). Gli eetti dell’  Argyreia nervosa , sebbene di minore entità, sono simili a quelli dell’LSD ed a quelli prodotti dai semi di  Ipomoea violacea (tlitlitzin) e  Rivea corimbosa (ololiuhqui). Studi sull’ergina condotti sui bovini (vitello) dimostrano che l’andamento armacocinetico medio della molecola nel sie- ro, dopo singola somministrazione per via endovenosa di 14 μg/kg, presenta tre asi distinte. La prima ase (0-10 min.), caratterizzata da un equilibrio nel volume di distribuzione, è seguita da una seconda ase (che inizia immediatamente dopo l’iniezione e perdura per circa un’ora) di equilibrio delle concentrazioni della molecola tra sangue e tessuti. Nella terza ase ha inizio la ase di metabolizzazione (9) . L’elimoclavina e la cianoclavina, seppur presenti in minima percentuale nei semi, sembrano contribuire all’attività alluci- nogena della pianta. Il ruolo dell’ergometrina (presente in tracce nei semi della  Argyreia nervosa ) non è stato suicien- temente studiato. Dati relativi alla tossicità acuta dell’ergina Nell’uomo - TDLo (minima dose che causa sintomi di avvelenamento) dopo somministrazione orale: 14 μg/kg (1) Nel ratto e nel coniglio - DLo dopo somministrazione endovenosa: 2500 μg/kg Non sono noti dati di tossicità acuta relativa agli altri principi attivi della pianta Eetti avversi Sintomi dissociativi e reazioni schizoreniche sono i maggiori eetti avversi psicotici che si possono maniestare in seguito all’ingestione dei semi (10) . In letteratura viene riportato il caso di una psicosi tossica indotta dall’assunzione di semi di  Argyreia nervosa caratteriz- zata da allucinazioni, disturbi dell’orientamento, ansia ed agitazione psicomotoria (11) . In un altro caso, un ragazzo di 18 anni è stato ricoverato a causa di un comportamento psicotico insorto a seguito dell’assunzione di semi della pianta (12) . In un altro caso ancora, un ragazzo di 18 anni è stato ricoverato dopo l’ingestione di 12 semi di  Argyreia nervosa , lamen- tando vomito, nausea, vertigini, allucinazioni uditive, visione ouscata e diaoresi (13) . Un mese dopo, il paziente accusava lashbacks di allucinazioni uditive ogni volta che umava sigarette. I casi clinici sopra citati indicano che è necessario porre una attenzione particolare nella diagnosi dierenziale tra gli episodi di psicosi acuta adolescenziale e quelli che nei giovani possono essere provocati dalla ingestione di questa o di altre droghe allucinogene. Interazioni armacologiche Non sono note interazioni armacologiche. Tuttavia è stato dimostrato che il metabolismo dell’LSD, analogo dell’LSA presente nella pianta, è inibito da armaci utilizzati per combattere l’HIV (14) . Ciò suggerisce la possibilità che in pazienti in terapia con armaci antiretrovirali che assumono LSD o  Argyreia nervosa si maniesti un incremento della tossicità indotta da tali allucinogeni. Eetti in gravidanza L’ingestione dei semi di  Argyreia nervosa durante la gravidanza è rischiosa in quanto l’ergina, correlata dal punto di vista strutturale all’LSD, potente induttore delle contrazioni uterine (15,16) , potrebbe causare aborto spontaneo. S mart D rugs 36 Determinazioni Analitiche Sono descritte in letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi dell’  Argyreia nervosa sia in urina (17,18)   che nel e sangue (18) che nei semi della pianta (19) . La metodologia impiegata per l’analisi dei semi della pianta è datata, e prevede l’utilizzo della cromatograia su strato sottile (TLC) associata ad un rivelatore spettrootometrico ad assorbi- mento di luce untravioletta. La metodologia impiegata per la determinazione in sangue ed urina dell’amide dell’acido lisergico in due casi di intossicazione per ingestione di semi di  Argyreia nervosa prevede l’utilizzo di un cromatograo liquido ad ultra prestazione (UPLC) accoppiato ad un rivelatore di massa a tempo di volo (ToF) (17) . Inine, la metodo- logia per l’analisi delle sole urine utilizza un cromatograo liquido accoppiato ad uno spettrometro di massa tandem (18) . La metodica di seguito riportata è uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi per la determinazione dell’amide dell’acido lisergico (LSA) nelle urine (tratto da: BJÖRNSTAD K, BECK O, HELANDER A. A multi-component LC-MS/MS method or detection o ten plant- derived psychoactive substances in urine. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Lie Sci. 2009; 877: 1162-1168) (17) . L’analisi viene eseguita su campioni di urina mediante un cromatograo liquido accoppiato ad uno spettrometro di massa tandem (LC-MS/MS). Estrazione del campione 50 μl di urine vengono diluiti aggiungendo 150 μl di acqua distillata contenente lo standard interno (psilocina-D4, 200 μg/1). 10 μl della soluzione così ottenuta vengono iniettati nella strumentazione. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: Hypersil GOLD (100 x 2,1 mm x 5 μm) Fase mobile A: acido ormico 10 mM e acetonitrile (99:1 v/v) Fase mobile B: acido ormico 10 mM e acetonitrile (40:60 v/v) Modalità di separazione: gradiente lineare (ase mobile B: tra 0.00-10.00 minuti, dall’0% al 100%; tra 10.01-14.00 minuti 0%) Flusso: 0,2 ml/min Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia elettrospray in modalità positiva Temperatura della sorgente: 350°C Pressione del gas di nebulizzazione: 20 psi Voltaggio del capillare: 5000 V Energia di collisione: 30 eV Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Ergina (LSA): 5,86 minuti Psilocina-D4 (standard interno): 5,39 Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Ergina (LSA): m/z 268 223, 208 Psilocina-D4 (standard interno): m/z 209 164 Standard Lo standard di LSA utilizzato nelle analisi è stato oerto dal Dr. Fleger (Istituto di Microbiologia, Accademia delle Scienze. Praga). Lo standard interno si può acquistare presso la ditta THC PHARM (Francoorte, Germania).  Argyreia nervosa 37 Curva di calibrazione La curva di calibrazione in urina è stata preparata coprendo il range di concentrazioni da 10 a 5000 μg/l. Risultati I campioni di urine analizzati hanno mostrato concentrazioni di LSA variabili tra i 31 ed i 49 μg/l. Bibliograia   1. CHAO JM., DER MAERDEROSIAN AH. Ergoline alkaloidal constituents o Hawaiian Baby Wood Rose, Argyreia nervosa (Burm..) Bojer. J Pharm Sci. 1973; 62: 588-591. 2. SRIVASTAVA A, SHUKLA YN, JAIN SP, KUMAR S. Chemistry and pharmacology o the elephant creeper Argyreia speciosa - a review. J Med Arom Plant Sci. 1998; 20: 774-778. 3. HYLIN JW, WATSON DP. Ergoline alkaloids in tropical wood roses. Science. 1965; 148: 499-500. 4. HALPERN JH. Hallucinogens and dissociative agents naturally growing in United States. Pharmacol Ther. 2004; 102: 131-138 5. USDIN E, EFRON DH. Psychotropic drugs and related compounds. 2 nd ed. 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Forensic Sci Int. 2009 (in press). 18. BJÖRNSTAD K, BECK O, HELANDER A. A multi-component LC-MS/MS method or detection o ten plant-derived psychoactive substances in urine. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Lie Sci. 2009; 877: 1162-8. 19. KIM W, CRAWFORD MS. The Identication o Lysergic Acid Amide in Baby Hawaiian Woodrose By Mass Spectrometry. J Forensic Sci. 1970; 15: 588-594. 38  Artemisia absinthium (assenzio)   Nome:    Artemisia absinthium Famiglia:   Compositae Genere:    Artemisia L. Specie:    Artemisia absinthium L. Sinonimi: artemisia maggiore, artemisia romana, alvina, bon maistro, cinz dragon, erba branca, medeghetto, megu, scienzio Provenienza: Europa (cresce spontanea particolarmente in Italia) Principi attivi:   a - e b -tujone, absintina, anabsintina, artabsina, anabsina e anabsinina. Il tujone è un principio attivo contenuto anche nella Salvia ofcinalis I principi attivi sopra menzionati si trovano soprattutto nelle oglie, negli steli e nelle sommità orite della pianta. L’ a - ed il b -tujone, dei monoterpeni, sono molecole presenti nell’olio essenziale e nelle porzioni aeree dell’  Artemisia absinthium , della Salvia sclarea , del Tanacetum vulgaris e nelle varie specie di ginepro e cedro. Il rapporto tra l’ a - ed il b -tujone varia secondo la onte vegetale da cui vengono estratti. Nell’  Artemisia absinthium le concentrazioni di a -tujone variano tra lo 0,53 e l’1,22% e quelle del b -tujone tra il 17,5 ed il 42,3% (1) . Dai dati raccolti intorno al IX secolo risulta che il liquore assenzio, così come veniva preparato a partire dall’  Artemisia absinthium proprio in quel periodo, contenesse circa 260 ppm di tujone (260 mg/l). Alcuni autori ritengono ancor oggi che l’assenzio, così come veniva preparato nel IX secolo, contenesse un quantitativo elevato di tujone (2) . Analisi recenti, tuttavia, non hanno conermato tale ipotesi, rilevando in liquori datati (1930) e preparati secondo le ricette originali, valori di tujone estremamente più bassi (~1,8 mg/l) (3) . La (+)-absintina, è stata isolata nel 1953 quando è stata anche classicata come il principale guaianolide dimerico estratto dall’  Artemisia absinthium L. La completa struttura molecolare di questo triterpene è stata tuttavia completata solo nel 1980, utilizzando tecniche quali la risonanza magnetica nucleare e la cristallograa ai raggi-X (4) . L’absintina è responsabile del sapore estremamente amaro della pianta. Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Nome: tujone (absintolo). Formula Molecolare: C 10 H 16 O (peso molecolare = 152,2). Nome sistematico: 4-metil-1-(1-metiletil)biciclo[3.1.0]-esan-3-one; 3-tujanone. Numero di registro CAS: 546-80-5. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: in isoottano, 300 mn. Solubilità: praticamente insolubile in acqua, solubile in alcol e diver- si altri solventi organici (5) . O CH 3 CH 3 H 3 C 39 S mart D rugs Nome: absintina. Formula Molecolare: C 30 H 40 O 6 (peso molecolare = 496,6). Nome sistematico: (1R,2R,5S,8S,9S,12S,13R,14S,15S,16R,17S,20S,21S,24S)-12,17-diidrossi 3,8,12,17,21,25-esame- til -6,23-diossaeptaciclo[13.9.2.0(1,16).0(2,14).0(4,13).0(5,9).0(20,24)] esacosa-3,25-diene-7,22-dione. Numero di registro CAS: 1362-42-1. Punto di usione: 179-180°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: anabsintina. Formula Molecolare: C 30 H 40 O 6 (peso molecolare = 496,6). Nome sistematico: 3,3a,4,5,6,6a,6b,7,7a,8,9,10,10a,13a,13c,14b-esadecaidro-3,6,8,11,14,15-esametil-2H-8,15-epossi, 13b-etanopentaleno (1’’,2’’:6,7;5’’,4’’:6’,7’) dicicloepta (1,2-b:1’,2’-b’)diuran-2,12(11H)-dione. Numero di registro CAS: 6903-12-4. Punto di usione: 267°C (anidro), 210°C (monoidrato). UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono in presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: artabsina. Formula Molecolare: C 15 H 20 O 3 (peso molecolare = 248,3). Nome sistematico: (3S,3aS,6S,9bS)-6-idrossi-3,6,9-trimetil-3,3a,4,5,8, 9b-esaidroazuleno[4,5-b]uran-2-one. Numero di registro CAS: 24399-20-0. Punto di usione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono in presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. O O O H H H OH OH H H H H O CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 O O O O O H H H H H H H H OH H CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 H 3 C H 3 C O O O H H H CH 3 H 3 C H 3 C S mart D rugs 40 Nome: anabsina. Formula Molecolare: C 30 H 40 O 7 (peso molecolare = 512,6). Nome sistematico: non sono presenti in letteratura dati relativi al nome sistematico. Numero di registro CAS: 72542-39-3. Punto di usione: 276°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: dissolve a caldo in soluzioni diluite di alcali. Non sono presenti in letteratura dati relativi alla ormula molecolare, al nome sistematico, al punto di usione, all’UVmax e alla solubilità relativi all’anabsinina. Uso storico Le proprietà oicinali dell’  Artemisia absinthium erano conosciute ed utilizzate ino dall’antichità: sembra inatti che la pianta venga addirittura citata in un papiro egiziano del 1600 a.C. Plinio e Plutarco, dal canto loro, nel 150 a.C. rieriscono come l’assenzio venisse utilizzato in qualità di insetticida per i campi. Le oglie ed i iori dell’  Artemisia absinthium sono soprattutto conosciuti in qualità di ingredienti utilizzati per la prepa- razione di un liquore particolare, conosciuto, appunto, con il nome di assenzio (6) . Storicamente, l’inventore del liquore u un medico rancese, Pierre Ordinaire, che nel 1792, dopo essere uggito dalla Rivoluzione Francese, si stabilì a Couvet, in Svizzera. Come molti medici di campagna, egli preparava da solo i rimedi contro le più comuni malattie utilizzando erbe oicinali. In Svizzera trovò l’assenzio maggiore (  Artemisia absinthium ) e conoscendo l’uso di tale pianta nei tempi antichi, iniziò a sperimentarlo. Il Dr. Ordinaire distillò un orte liquore (circa 60° di volume alcolico) contenente oltre all’assenzio anche anice, issopo, dittamo, acoro, melissa (un tipo di menta) e svariate quantità di altre erbe comuni. Il suo assenzio divenne estremamente amoso come toccasana a Couvet e u denominato già da allora la Fée Verte (La Fata Ver- de). Si dice che alla sua morte Ordinaire lasciò la sua ricetta segreta alle sorelle Henriod, anch’esse di Couvet, ma alcuni credono che le sorelle producessero il loro assenzio già molto prima di Pierre Ordinaire. Nel XIX secolo molte distillerie comparvero in Francia e in Svizzera producendo marchi diversi di assenzio e tale liquore divenne poi noto per la popola- rità che ebbe in Francia tra gli scrittori ed artisti parigini alla ine del XIX secolo e all’inizio del XX (7) . L’assenzio u l’ispirazione del modo di vivere bohèmien ed era la bevanda preerita di artisti amosi come ad esempio Van Gogh e Toulouse Lautrec. Il liquore non veniva, di solito, bevuto “d’un iato”, ma consumato dopo un rituale abbastanza elaborato nel quale uno speciico cucchiaio scanalato contenente un cubetto di zucchero era posto sopra un bicchiere sul quale veniva versata dell’acqua ghiacciata sino a raggiungere un volume pari a cinque volte quello del liquore. Gli acces- sori utilizzati nei locali dell’epoca erano estremamente stravaganti: i bicchieri ed i cucchiaini dalle ogge bizzarre davano al rito del bere un’atmosera ascinosa e piena di mistero. Il successo dell’assenzio in Europa u clamoroso, ma altrettanto rapido u poi il suo declino: scomparve da tutti i mercati d’Europa e d’oltre oceano in poco più di un decennio. Le ragioni di ciò urono essenzialmente tre: innanzitutto il orte movimento che si batteva contro l’alcolismo che attraversò tutta l’Europa nei primi anni del ´900; poi gli studi scientiici che individuarono il tujone quale neurotossina in grado di provocare convulsioni e morte negli animali di laboratorio; inine la pressione esercitata dai produttori di vino rancesi che temevano la crescente popolarità dell’assenzio.   O O O O O O O H H H H H H H H H H H H H H  Artemisia absinthium 41 Uso attuale Il liquore è conosciuto in Europa con nomi diversi: in Francia, sua patria naturale, è conosciuto con il nome di absinthe , in Inghilterra con il nome di wormwood  , in Germania con il nome di wermuth , in Italia con il nome di assenzio, appunto. Il vermut  prodotto in Piemonte deve il suo nome proprio all’assenzio (dal tedesco Wermuth ) che viene usato nella sua preparazione, e che conerisce al vino un particolare aroma ed uno speciale sapore amaro. L’ absinthe ha solitamente un colore verde pallido (di qui il nome “Fata verde”) ed un sapore simile a un liquore a base di anice, ma con un aroma più aspro dovuto alle molte erbe usate, ed un retrogusto leggermente amaro. Il contenuto alcolico della bevanda è estremamente elevato (tra il 45 ed il 90%). La “atina verde”, questo liquore che sa d’alchimia, la cui ama è stata alimentata dalla passione d’intere generazioni d’artisti, sta di nuovo risvegliando l’interesse di una nuova schiera di consumatori, attirati soprattutto dal mito legato al suo utilizzo. Cosa può attrarre di più, inatti, di una bevanda descritta e rappresentata da artisti amosi e popolari quali Van Gogh, Toulouse Lautrec, Ernest Hemingway, Oscar Wild e Pablo Picasso? Legislazione In Italia la monarchia vietò l’assenzio dopo un reerendum nel 1931, ma il decreto legislativo del 25 gennaio 1992 n. 107 (8) , a dispetto di un articolo di legge mai abrogato, sembra tuttavia consentirne la vendita (in e-commerce ) per soddisare la libera circolazione delle merci in ambito dell’Unione Europea. Negli Stati Uniti non è ammesso l’utilizzo del tujone in qualità di sostanza aromatizzante. A livello europeo, l’Allegato II della Direttiva 88/388/EEC (9) sugli aromatizzanti issa a 0,5 mg/kg il massimo livello consentito di tujone ( a e b ) nelle derrate alimentari e nelle bevande cui sono stati aggiunti aromatizzanti o ingredienti alimentari con proprietà aromatizzanti. Fanno eccezione, essendo consentiti in tali casi livelli maggiori di tujone: 1) le bevande alcoliche con non più del 25% in volume di alcol (5 mg/kg); 2) le bevande alcoliche con più del 25% di alcol in volume (10 mg/kg); le derrate alimentari contenenti preparazioni a base di salvia (25 mg/kg), le birre (35 mg/kg). Il tujone non può essere aggiunto come tale al cibo. Il Ministero della Salute (Circolare n. 2 del 25 novembre 2004, pubblicata in Gazzetta Uiciale n. 302 del 27 dicembre 2004) ha inserito l’olio dell’  Artemisia absinthium L. in una lista degli estratti vegetali non ammessi negli integratori alimentari. La capitula, l’herba c. loribus e il olium dell’  Artemisia absinthium L. invece, sono state inserite nella lista degli estratti vegetali ammessi negli integratori alimentari (10) . La Francia e la Gran Bretagna hanno issato il quantitativo massimo giornaliero di tujone che può essere assunto da un individuo. In Francia, tale quantitativo è tra i 15,6 e 44,3 μg/kg peso corporeo/die. La Gran Bretagna, invece, ha issato livelli più bassi, e pari, rispettivamente, a 3,9 e 14,2 μg/kg peso corporeo/die. Questi valori sono stati ricavati in unzione dei limiti massimi proposti dal Consiglio d’Europa nel 2000. Il maggior apporto alimentare di tujone sembra derivare dal consumo di Salvia oicinalis (o dai prodotti aromatizzati con la salvia) nonché dalle bevande alcoliche. In Francia il Decreto 88-1.024 del 2 Novembre 1988 ha conermato la Legge 16 Marzo 1915, ristabilendo il divieto di vendita dell’assenzio e di liquori similari ed elencando le sostanze la cui presenza pone il liquore nella medesima catego- ria di divieto dell’assenzio. Negli Stati Uniti l’assenzio inteso come bevanda tradizionale è proibito a causa del contenuto in tujone. Il tujone è proibito come additivo alimentare in accordo alla sezione 801° del Federal Food, Drug, and Cosmetic Act (agosto 1972) (11) . Proprietà armaco-tossicologiche La tossicità dell’assenzio è stata ino a pochi anni a attribuita esclusivamente al monoterpene tujone e ai suoi metaboli- ti, sebbene recentemente siano state attribuite proprietà armacologiche anche ai lattoni sesquiterpenici quali absintina, anabsintina, artabsina, anabsina e anabsinina presenti nell’olio essenziale estratto dalla pianta. Sono stati identiicati due metaboliti urinari neutri: il 3- a -idrossi- b -tujone e il 3- b -idrossi- b -tujone. Questi metaboliti in- dicano che la reazione di riduzione è stereospeciica, in virtù della dierente conigurazione dei due gruppi metilici. Inol- tre esperimenti eettuati su microsomi di topo hanno mostrato come il metabolismo dell’ a -tujone generi un metabolita principale, il 7-idrossi- a -tujone e cinque metaboliti secondari (4-idrossi- a -tujone, 4-idrossi- b -tujone, 8-idrossi- a -tujone, 10-idrossi- a -tujone ed il 7,8-deidro- a -tujone) (12) . S mart D rugs 42 Le reazioni stereospeciiche e le dierenze specie-speciiche nel metabolismo dei diastereoisomeri del tujone sono state osservate nei microsomi epatici di ratto e di topo in vivo e di uomo in vitro . La 2-idrossilazione è stata osservata solamente nel topo, dove il metabolita coniugato rappresenta il maggior metabolita urinario. La 4-idrossilazione dell’ a - e b -tujone rappresenta un’altra via metabolica ed il 4-idrossi-tujone è il principale metabolita urinario nel ratto. La 7-idrossilazione genera nelle urine di topo un metabolita coniugato secondario. La sito-speciicità nella glucuronidazione avorisce la coniugazione del (2R)-9-idrossi e 4-idrossi-tujone glucuronide rispetto agli altri idrossitujoni (1) . Nella medicina popolare l’assenzio è stato utilizzato nella cura dei sintomi dispeptici, oltre che come eupeptico (sostanza di intenso sapore amaro che avorisce la digestione) e carminativo (sostanza che avorisce l’eliminazione di gas dallo stomaco e dall’intestino) (13) . L’assenzio possiede anche proprietà antimicrobiche. In un recente studio è stata osservata la capacità dell’olio essenziale di inibire la crescita di Candida albicans e Saccharomyces cerevisiae (14) . L’assenzio esercita inoltre un eetto protettivo nei conronti di insulti tossici a carico del egato, parzialmente associato all’inibizione degli enzimi microsomiali epatici. Uno studio eettuato sui ratti ha evidenziato che l’estratto crudo della pianta, somministrato per via orale alla dose di 500 mg/kg, è in grado di esercitare sui roditori un’azione preventiva e curativa nei conronti del danno epatico indotto da paracetamolo e da tetracloruro di carbonio (CCl4), due modelli speri- mentali di epatotossicità ampiamente utilizzati (15) . Altri eetti biologici determinati dal tujone derivano da studi eettuati su colture di cellule embrionali di egato di pollo. Da questi studi si evince che il tujone è porirogenico (causa un accumulo di copro- e protoporirina) e può essere respon- sabile di poriria acuta. L’accumulo di poririna indotto dal terpene viene ulteriormente incentivato dalla contemporanea somministrazione di deserossamina, un chelante per il erro che inibisce la biosintesi dell’eme e mima il blocco che si veriica nei casi di poriria acuta. Da questi studi risulta pertanto che la somministrazione di tujone può essere pericolosa in pazienti con deicit nella biosintesi dell’eme a livello epatico (16) . In uno studio recente, partendo dall’osservazione in vitro dell’azione soppressiva sul attore di necrosi tumorale (TNF- a ) esercitata dagli estratti di assenzio, si è voluto indagare sui loro possibili eetti sul decorso della malattia di Crohn. I pa- zienti selezionati sono stati trattati, oltre che con la loro terapia abituale, con assenzio in polvere per sei settimane. In questi soggetti, rispetto al gruppo di controllo, si è notata una diminuzione del livello sierico di TNF- a , ed un miglioramento del tono dell’umore e, in alcuni individui tra quelli testati, la remissione dei sintomi (17) . Tossicità In accordo con la normativa europea (88/388/EEC 1988) il livello massimo di tujone nelle bevande alcoliche non può essere maggiore di 5 mg/kg e, in ogni caso, la percentuale di questa sostanza non deve superare il 25% del volume di alcol e i 35 mg/kg negli amari. Nonostante sia presente in quantità minori rispetto al b -tujone, il principale responsabile degli eetti psicoattivi e tossici dell’assenzio è considerato l’ a -tujone. La neurotossicità dell’ a -tujone è stata associata alla sua capacità di bloccare a livello cerebrale i recettori dell’acido γ  -aminobutirrico (GABA). In particolare, uno studio condotto da Hold e coll., (12) ha dimostrato che il tujone agisce da antagonista dei recettori GABA A . L’ a -tujone è circa 2-3 volte più attivo e quindi più tossico del b -tujone. Per quanto meno potenti dell’ a -tujone, i metaboliti 7-idrossi- a -tujone e deidro- a -tujone maniestano anch’essi eetti neurotossici. La riduzione dell’attività gabaergica prodotta dall’ a -tujone contenuto nell’assenzio sembra avorire l’insorgenza di scari- che elettriche neuronali anomale, responsabili delle maniestazioni cliniche di tipo comiziale (12,18) . È stato ipotizzato che l’attività pro-convulsivante dell’ a -tujone possa essere correlata anche ad una riduzione della risposta del recettore 5-HT 3   per la serotonina (19) . Il tujone, inoltre, in virtù della somiglianza strutturale con il delta-9-tetraidrocannabinolo, principio attivo psicotropo della cannabis, possiede una lieve ainità per i recettori dei cannabinoidi senza tuttavia indurre eetti cannabis-mimetici (18) . La comparsa di eetti tossici è concentrazione-dipendente. Estratti di assenzio somministrati per 13 settimane al ratto nell’acqua da bere ad una concentrazione ineriore al 2% (equivalente a 1,27 g/kg/die nei maschi e 2,06 g/kg/die nelle emmine) non producono eetti tossici (19) .  Artemisia absinthium 43 L’Unione Europea nel 2002 ha redatto un documento circa la sicurezza nell’utilizzo di bevande alcoliche o alimenti con- tenenti aromatizzanti a base di tujone. In questo contesto si è stabilito che il consumo di 1 litro di una bevanda alcolica (25% di alcol) contenente 5 mg/l di tujone determina in un adulto di 60 kg di peso l’assunzione di una dose di tujone pari a 4,8 mg (0,08 mg/kg). Questi valori sono 100 volte ineriori a quelli stabiliti negli studi di NOEL (No Observed Eect Level) sul ratto (NOEL per le convulsioni nel ratto maschio: 12 mg/kg) (1) . Dati relativi alla tossicità acuta del tujone Nel coniglio - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 0,031 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: di 500 mg/kg Eetti avversi I sintomi associati ad intossicazione acuta sono rappresentati da convulsioni (scariche neuronali corticali), ipotensione da vasodilatazione generalizzata, diminuzione del ritmo cardiaco e diicoltà respiratorie. In passato (XIX e del XX secolo) si riteneva che l’abuso cronico di absinthe (il liquore a base di assenzio) osse responsa- bile dell’insorgenza di “absintismo”, sindrome caratterizzata da una iniziale sensazione di benessere cui acevano seguito la percezione di allucinazioni ed un proondo stato depressivo. All’uso prolungato di assenzio venivano inoltre attribuiti l’insorgenza di convulsioni, la cecità, allucinazioni e deterioramento mentale. Caratteristico è il caso di Vincent Van Gogh che negli ultimi anni della sua vita ha patito allucinazioni che si riteneva ossero conseguenti alla malattia di tipo psicoti- co da cui era aetto. In realtà sembra che l’artista osse un orte bevitore di absinthe e che avesse sviluppato la sindrome dell’absintismo (20) . Recentemente è stato evidenziato che gli eetti tossici che si maniestano in seguito ad assunzione cronica non sono corre- labili al solo contenuto di tujone nel liquore preparato secondo la ricetta tradizionale. Gli “eetti non desiderati” imputati nel tempo al tujone potrebbero in realtà derivare dall’abuso cronico di alcol contenuto nel liquore e dalla miscela di alcune erbe tossiche (  Acorus calamus , Tanacetum vulgare ) che venivano utilizzate come adulteranti del liquore, o ancora, dall’uso di adulteranti quali zinco o cloruro di antimonio (3) . Il tujone è potenzialmente neurotossico e, somministrato all’animale da esperimento, causa l’insorgenza di convulsioni. Nonostante il basso contenuto di tujone presente nel liquore, sono documentati diversi casi clinici in cui viene riportato il maniestarsi di eetti avversi (attacchi epilettici) in individui che hanno assunto olio essenziale contenente tujone (1) . In letteratura è riportato un caso clinico rierito ad un paziente ospedalizzato a causa di episodi convulsivi associati a rab- domiolisi, insuicienza renale e scompenso cardiaco congestizio, insorti a seguito dell’assunzione erronea di 10 ml di olio essenziale di assenzio. La sintomatologia è regredita insieme ad una normalizzazione dei parametri di laboratorio dopo 17 giorni di degenza (21) . Interazioni armacologiche Negli animali da laboratorio gli estratti di assenzio sono in grado di esercitare un eetto inibitorio sugli enzimi microso- miali epatici e possono prolungare il sonno indotto dal pentobarbital e incrementare la tossicità della stricnina (14) . Poiché il tujone contenuto nell’assenzio può ridurre l’eicacia clinica del enobarbital, con un meccanismo non ancora chiarito, l’associazione con tale armaco deve essere evitata (22) . Eetti in gravidanza L’American Herbal Products Association ha assegnato l’assenzio alla classe 2b (non usare in gravidanza), 2c (non usare durante l’allattamento) e 2d (non usare per lunghi periodi e non superare la dose consigliata) (23) . Determinazioni Analitiche Non sono presenti nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi dell’  Artemisia absinthium nei liquidi biologici. Non sono altresì presenti metodologie per la determinazione di tali principi attivi nelle diverse porzioni S mart D rugs 44 della pianta. Si riportano qui di seguito i dettagli analitici della procedura in gas cromatograia per la determinazione del tujone in bevande contenenti  Artemisia absinthium messa a punto nei Laboratori dell’Unità “Farmacodipendenze, tossi- codipendenze e doping del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità”.  Analisi per la determinazione del tujone in bevande a base di  Artemisia absin- thium   (metodologia messa a punto nei Laboratori dell’Unità “Farmacodipendenze, tossicodipendenze e doping del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità). L’analisi per la determinazione del tujone viene eseguita su bevande di  Artemisia absinthium mediante gas cromatograo accoppiato ad uno spettrometro di massa. Estrazione del campione Ad 1 ml di campione si aggingono 50 μl di idrossido di sodio 1M a pH 9. Dopo aver agitato il campione su un vortex per 1 minuto circa si esegue una estrazione liquido-liquido con 2 ml di etere dietilico. Successivamente si centriuga il campione a 3000 rpm per 15 minuti e si raccoglie la ase organica. Il procedimento di estrazione con etere dietilico viene ripetuto per due volte. La ase organica raccolta si traserisce in un tubo di vetro, e viene portata a secco sotto lusso di azoto. L’essiccato così ormato si riprende con 200 μl di esano. 2 μl vengono iniettati nella strumentazione. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: 5MS (0,25 mm x 30 m x 0,25 μm) Temperatura iniettore: 250°C Gas: elio alla pressione di 11,60 psi Modalità di iniezione: splitless Programmata di temperatura: 60°C per un minuto, 60°C-240°C a 4°C/min, 240°C per cinque minuti Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia ad impatto elettronico. Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Tujone: 5,8 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Tujone: m/z 110, 68, 55 Standard Lo standard di tujone utilizzato per le analisi si può acquistare presso la ditta Sigma-Aldrich (Milano-Italia). Curva di calibrazione La soluzione standard dell’analita (1 mg/ml) viene preparata in alcol metilico. Le soluzioni standard di lavoro (range di concentrazioni di 1 - 100 μg/ml) sono preparate diluendo le soluzioni madri e conservandole a -20°C ino al momento dell’analisi. Gli standard di calibrazione (con range di concentrazioni tra 50 e 1000 μg/ml per il tujone) vengono preparati quotidianamente aggiungendo le soluzioni metanoliche a concentrazione nota a campioni alcolici di controllo. I campioni utilizzati per il controllo di qualità vengono preparati aggiungendo le soluzioni metanoliche a campioni di controllo. Questi campioni vengono inseriti in ciascun batch analitico per controllare la calibrazione, la precisione, l’accu- ratezza e la stabilità di campioni sottoposti a conservazione. Risultati L’analisi di diversi campioni liquidi con la metodologia sopra riportata ha evidenziato una quantità di principio attivo va- riabile a seconda del prodotto da un minimo di 0,014 mg/l ad un massimo di 28,5 ± 1,6 mg/l per un prodotto distillato.  Artemisia absinthium 45 Bibliograia   1. EUROPEAN COMMISSION- Health & Consumer Protection Directorate general- 2003. Opinion o the Scientic Committee on ood on Thujone. Document SCF/CS/FLAV/FLAVOUR/23 ADD2 Final. 2. STRANG J, ARNOLD WN, PETERS T. Absinthe: what’s your poison? BMJ. 1999; 319: 1590-1592. 3. LACHENMEIER DW, EMMERT J, KUBALLA T, SARTOR G. Thujone – cause o absinthism? Forensic Sci Int. 2006; 158: 1-8. 4. ZHANG W, LUO S, FANG F, CHEN Q, HU H, JIA X, ZHAI H. Total synthesis o absinthin. J. Am. Chem. Soc. 2005; 127: 18-19. 5. 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Ex Griesb) Sinonimi: daime, yajé, natema Provenienza: regioni tropicali dell’America Meridionale Psychotria viridis Nome:   Psychotria viridis Famiglia:    Rubiaceae Genere:   Psychotria Specie:   Psychotria viridis Sinonimi: chacruna Provenienza: oreste pluviali dell’America Meridionale Principi attivi: N, N-dimetiltriptamina ( Psychotria viridis ); armina, tetraidroarmina, armalina (  Banisteriopsis caapii ) Con il termine “  Ayahuasca ” le popolazioni indigene del bacino del Rio delle Amazzoni sono soliti indicare una bevanda dai poteri magici e curativi, che viene prodotta miscelando diverse piante: classicamente si tratta di un decotto a base di  Banisteriopsis caapi e Psychotria viridis . Le due piante si distinguono per il contenuto di principi attivi; mentre la Psycho- tria viridis contiene dimetiltriptamina (DMT), la  Banisteriopsis caapi contiene alcaloidi dell’armala ( Peganum harmala   o Ruta siriana): armina, tetraidroarmina, armalina. Gli indigeni sono soliti utilizzare, per la preparazione del decotto, la porzione lignicata e polverizzata delle liane di  Banisteriopsis caapi assieme alle oglie di Psychotria viridis . Dall’analisi tochimica delle due specie, il contenuto medio di principi attivi è il seguente: 1) Psychotria viridis: DMT pari a 7,50 mg/g peso secco della pianta; 2)  Banisteriopsis caapi: armina, 4,83 mg/g peso secco della pianta; armalina, 0,46 mg/g peso secco della pianta; tetraidroarmina, 1,00 mg/g peso secco della pianta (1) . Dall’analisi di 29 decotti preparati secondo le ricette tradizionali indigene, invece, sono state ricavate le seguenti concentrazioni medie di principi attivi: DMT, 2,09 ± 3,43 mg/ml; armina, 4,95 ± 5,91 mg/ml; armalina 0,23 ± 0,27 mg/ml; tetraidroarmina 4,71 ± 6,01 mg/ml. Il rapporto medio tetraidroarmina/armina nei decotti è vicino all’unità, mentre negli estratti puri delle piante è pari a 1:5. Non è chiaro se tale discrepanza sia da attribuire alla riduzione dell’armina e dell’armalina a tetraidroarmina durante la preparazione dei decotti in ambiente naturalmente acido, o se, semplicemente, la tetraidroarmina sia più stabile al calore rispetto agli altri due alcaloidi (2) . La DMT è una molecola dalle proprietà allucinogene, acilmente e rapidamente inattivata dagli enzimi endogeni monoaminoossidasi (MAO); gli alcaloidi dell’armala, e cioè l’armina, la tetraidroarmina e l’armalina, invece, sono dei MAO inibitori. Per tale motivo, solo dalla miscela delle due piante nell’  Ayahuasca deriva il maniestarsi delle visioni/allucinazioni a seguito dell’assunzione del decotto. 46 47 S mart D rugs Formula chimica e proprietà chimico fisiche dei principi attivi Nome: armina. Formula Molecolare: C 13 H 12 N 2 O (peso molecolare = 212,2). Nome sistematico: 7-metossi-1-metil- 9H-pirido (3,4-b) indolo. Numero di registro CAS: 442-51-3. Punto di fusione: 273°C. UVmax: 241, 301, 336 nm. Solubilità: acqua calda. Nome: armalina. Formula Molecolare: C 13 H 14 N 2 O (peso molecolare = 214,2). Nome sistematico: 4,9-diidro-7-metossi-1-metil -3H-pirido-(3,4-b) indolo. Numero di registro CAS: 304-21-2. Punto di fusione: 229-231°C. UVmax: 218, 260, 376 nm. Solubilità: debolmente solubile in acqua, alcol etilico, etere. Solubile in alcol etilico caldo. Nome: tetraidroarmina. Formula Molecolare: C 13 H 16 N 2 O (peso molecolare = 216,2) Nome sistematico: 1,2,3,4-tetraidro-7-metossi-9H-pirido-(3,4-b) indolo-1-metil-idrocloruro. Numero di registro CAS: 17019-01-1. Punto di fusione: 232-243°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: N,N-dimetiltriptamina (DMT). Formula Molecolare: C 12 H 16 N 2 (peso molecolare = 188,2). Nome sistematico: N-dimetil-1H-indolo-3-etilamina. Numero di registro CAS: 61-50-7. Punto di fusione: 44,6-46,8°C. UVmax: 279-288 nm. Solubilità: acido acetico. O H N N CH 3 H 3 C O H N N CH 3 H 3 C N H O NH CH 3 H 3 C H N N C CH 3 CH 3 S mart D rugs 48 Uso storico Il popolo indigeno del bacino del Rio delle Amazzoni utilizza da tempo immemorabile il decotto della porzione ligniicata e polverizzata delle liane di  Banisteriopsis caapi e delle oglie di Psychotria viridis per cerimonie religiose e per scopi magico-terapeutici. Il più antico oggetto conosciuto legato al cerimoniale dell’  Ayahuasca è una coppa ricavata da una pietra intagliata e decorata con incisioni, trovata nella oresta ecuadoregna e legata alla cultura Pastaza (500 a.c.-50 d.c.). Ciò dimostra come l’  Ayahuasca sia conosciuta ed utilizzata da almeno 2.500 anni. Uso attuale Il sincretismo religioso che ha portato allo sviluppo di movimenti quali il Santo Daime, l’União do Vegetal ed il Barquinia, ha atto sì che queste diverse dottrine religiose ondassero le loro basi proprio sull’utilizzo dell’  Ayahuasca nelle cerimonie religiose per indurre stati di allucinazione nel cerimoniere e nei partecipanti ad esse. Alcuni di questi movimenti che hanno trovato seguaci anche in Europa, si sono scontrati a più riprese con le leggi dei singoli stati (vedi paragrao “Legislazione”) proprio a causa dell’utilizzo dell’  Ayahuasca nei cerimoniali religiosi. Negli anni ‘90 in America e in Europa si sono diuse pratiche di preparazione e di uso dei cosiddetti “analoghi dell’  Ayahuasca ” o “ anahuasca ”: bevande psicoattive ottenute mediante l’impiego di piante talvolta diverse da quelle utilizzate nell’  Ayahuasca tradizionale, ma contenenti i medesimi principi attivi presenti nella coppia di piante originali. Una delle piante più utilizzate in Europa e in Italia per la preparazione di analoghi dell’  Ayahuasca è il Peganum harmala   o  Ruta siriaca , di cui si utilizzano i piccoli semi (3) . Legislazione In Italia la DMT è inserita in Tabella I della lista di sostanze stupeacenti e psicotrope di cui all’art. 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche, ma né la Psychotria viridis come pianta in toto né parti di essa sono inserite in tale tabella. In Italia tra il 2004 ed il 2005 nella provincia di Perugia (Umbria) si è avuta notizia di una serie di sequestri di  Ayahuasca che di arresti legati al suo utlilizzo. In Europa sono stati emessi diversi provvedimenti giu- diziari nei conronti degli adepti alla setta del Santo Daime (una delle comunità religiose che basano le loro cerimonie sul consumo della bevanda). In particolare, in Olanda, nell’ottobre 1999 sono stati arrestati due dirigenti della setta che però sono stati assolti dal Tribunale di Amsterdam nel maggio 2000. Anche in Francia, nel novembre 1999, sono stati arrestati dirigenti delle Chiese del Daime: anche in questo caso la Corte d’Appello di Parigi, con sentenza del 13 gennaio 2005, ha prosciolto gli imputati emettendo una sentenza che di atto legalizza in Francia l’uso rituale dell’  Ayahuasca . Dal maggio 2005 la Francia ha aggiunto la  Banisteriopsis caapi e la Psychotria viridis nella lista delle sostanze psicoattive sottoposte a controllo. La DMT è illegale negli Stati Uniti ed è inclusa nella Schedule I drug in the Controlled Substances Act. È inoltre inserita nell’elenco delle sostanze poste sotto il controllo dell’International Narcotics Control Board attraverso il suo inserimento nella Schedule I della Convenzione delle Sostanze Psicotrope del 1971. Tra il 2006 e il 2009 alcune corti degli Stati Uniti hanno però deliberato a avore del solo uso religioso della  Ayahuasca negli adepti delle chiese União do Vegetal (UDV) e Santo Daime. La legalità del consumo di  Ayahuasca in relazione a cerimoniali religiosi è stata a lungo dibattuta in Brasile (patria natu- rale di religioni quali il Santo Daime) e, dalla seconda metà degli anni ottanta, è stata legalizzata legando l’uso a contesti rituali e senza ini di lucro. Proprietà farmaco-tossicologiche Le proprietà armaco-tossicologiche dell’  Ayahuasca sono il risultato dell’azione combinata dei diversi principi attivi in essa contenuti. Il principale agente psicotropo presente negli estratti della  Banisteriopsis caapi è la dimetiltriptami- na (DMT), un composto strutturalmente correlato alla serotonina, capace di legarsi ai recettori serotoninergici centrali 5HT2 A/2C , a livello dei quali agisce da agonista (4,5) . La DMT sintetica viene solitamente umata sotto orma di base libera o somministrata per via parenterale. Assunta attraverso queste vie, dopo circa 30 secondi, causa episodi psichedelici intensi con alterazioni della percezione (sia della propria  Ayahuasca 49 identità che della realtà circostante), allucinazioni (gli indios sostengono che l’  Ayahuasca sia una porta che si apre per permettere al corpo di ricevere l’arrivo di spiriti che producono visioni, in particolare legate alla giungla e agli spiriti degli animali) ed uno stato di allerta e di vigilanza. Così come per altri allucinogeni, le visioni provocate dall’  Ayahuasca   dipendono in parte dal proprio stato emotivo. Tali episodi sono solitamente di breve durata (5-10 minuti). La DMT agisce anche sul sistema nervoso simpatico causando stimolazione del sistema adrenergico con incremento della requenza cardiaca, aumento della pressione sanguigna e midriasi. La DMT assunta per via orale viene rapidamente degradata a livello perierico ad opera delle MAO, in particolare delle MAO-B. L’  Ayahuasca viene generalmente assunta per via orale ma, grazie alla contemporanea presenza nella pianta delle β -carboline armina, armalina e tetraidroarmina (potenti inibitori delle MAO), la degradazione perierica della DMT viene evitata ed il principio attivo può giungere intatto a livello centrale ed esplicare la sua azione armacologica (4,6) . Per la DMT la dose soglia (dopo somministrazione per via endovenosa) alla quale si maniestano gli eetti allucinogeni è pari a 0,2 mg/kg. Tra gli altri eetti causati dalla DMT è stato dimostrato un aumento dei livelli plasmatici di β -endorina, corticotropina, cortisolo, prolattina e ormone della crescita (GH); rimangono invece inalterati i livelli di melatonina (7) . In uno studio eettuato sull’uomo sono stati valutati gli eetti di una singola somministrazione orale di due diversi dosag- gi (0,6 mg di DMT/kg e 0,85 mg di DMT/kg) di una bevanda a base di  Ayahuasca . L’assunzione della bevanda ha prodotto signiicative alterazioni percettive e ha generato uno stato d’animo positivo nei soggetti esaminati. Gli eetti hanno rag- giunto la massima intensità in un periodo compreso tra 1,5 e 2 ore dopo l’assunzione. L’analisi di tipo armacocinetico ha evidenziato in media una concentrazione massima serica (Cmax) di DMT, dopo assunzione del dosaggio minore, pari a 12,14 ng/ml e 17,44 ng/ml dopo assunzione del dosaggio più elevato. Il tempo medio intercorso per il raggiungimento del Cmax (Tmax) è stato di 1,5 ore per entrambi i dosaggi. Il Tmax per la DMT ha coinciso con il picco di eetti soggettivi riportati (8) . Sono state dimostrate anche delle potenziali applicazioni terapeutiche della pianta. Gli estratti della  Ayahuasca , inatti, si sono mostrati eicaci nel trattamento dell’alcolismo e della dipendenza indotta dall’abuso di altre sostanze stupeacen- ti (9) . La somministrazione a lungo termine degli estratti dell’  Ayahuasca , inoltre, potrebbe rivelarsi utile per il trattamento dei disturbi psichici sottesi da un deicit serotoninergico quali depressione, autismo, schizorenia, calo dell’attenzione e sindrome ipercinetica (10) . L’assunzione regolare del tè di  Ayahuasca è stata associata a potenziali eetti immunomodu- latori che potrebbero avorire un’attività di tipo antitumorale (11) ; tuttavia, non esistono al momento suicienti evidenze scientiiche a supporto di tale teoria. L’armina possiede in vitro proprietà anti-parassitarie nei conronti del Tripanosoma lewsii   (12) . Questo eetto ha permesso di razionalizzare l’uso tradizionale dell’  Ayahuasca nella proilassi della malaria e di altre parassitosi (13) . È stato inine osservato come l’  Ayahuasca presenta proprietà in grado di alleviare i sintomi del morbo di Parkinson. Questo eetto è stato attribuito alla duplice capacità degli estratti della pianta di inibire le MAO-A, responsabili della degradazione della dopamina, e di stimolare al contempo il rilascio dello stesso neurotrasmettitore da parte delle cellule nigro-striatali (14) . Tossicità Dati relativi alla tossicità acuta della dimetiltriptamina (15) Nell’uomo - TDLo: 1 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 47 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 32 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta dell’armina Nel topo - DL50 dopo somministrazione sottocutanea: 243 mg/kg Nel coniglio - DLo dopo somministrazione endovenosa: 60 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 200 mg/kg S mart D rugs 50 Dati relativi alla tossicità acuta dell’armalina Nel topo - DL50 dopo somministrazione sottocutanea: 120 mg/k Nel coniglio - DLo dopo somministrazione endovenosa: 20 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 120 mg/kg Non sono noti dati di tossicità relativi alla tetraidroarmina. Effetti avversi Essendo dei potenti inibitori delle MAO, le β -carboline possono bloccare la deaminazione della serotonina incremen- tandone i livelli cerebrali. Questo eetto sembra essere alla base dell’eetto sedativo osservato negli utilizzatori della  Ayahuasca (9) . Inoltre, a causa dell’eccessivo incremento dei livelli di serotonina, può veriicarsi l’insorgenza di una sindrome serotoni- nergica. Tale sindrome, che si maniesta con disturbi comportamentali (stati conusionali, ipomania, agitazione), disun- zione del sistema nervoso autonomo (diarrea, brividi, ebbre, sudorazione, alterazioni della pressione arteriosa, nausea, vomito) e alterazioni neuromuscolari (mioclono, iperrilessia, tremore e diicoltà nella coordinazione dei movimenti), può risultare potenzialmente atale (16) . Occasionalmente gli assuntori di  Ayahuasca possono maniestare disturbi gastrointestinali (nausea, vomito e diarrea) (17) . In letteratura è riportato il caso di un ragazzo di 25 anni deceduto in seguito all’assunzione di una preparazione a base di  Ayahuasca . Le analisi tossicologiche hanno rivelato la presenza nel sangue del ragazzo di quantità elevate di DMT, armi- na, armalina e tetraidroarmina che sono state perciò indicate quali responsabili di questa intossicazione atale (18) . Interazioni farmacologiche Le β -carboline armina, armalina e in minor misura la tetraidroarmina, sono dei potenti inibitori delle MAO. La sommini- strazione concomitante di  Ayahuasca e di inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) può comportare l’insor- genza di una sindrome serotoninergica con esiti potenzialmente molto gravi. I pazienti in trattamento con tali armaci non dovrebbero pertanto are uso di tale droga (19) . Come per gli inibitori delle MAO, deve essere assolutamente evitata l’ingestione concomitante di  Ayahuasca e di alimenti ricchi di tiramina la quale, accumulandosi, induce il rilascio di noradrenalina dai neuroni adrenergici scatenando delle gravi crisi ipertensive (17) . Effetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento. Determinazioni Analitiche Sono presenti nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi dell’  Ayahuasca (dimetiltriptamina, armina, armalina) sia in liquidi, tessuti biologici (18,20,21) , prodotti commerciali (22) , nonché nella bevanda stessa (23,24) . La meto- dica analitica che determina i principi attivi nei prodotti commerciali utilizza sia un gas cromatograo che un cromatograo liquido accoppiati ad uno spettrometro di massa (22) . I principi attivi contenuti invece nella bevanda vengono determinati mediante gas cromatograia accoppiata alla spettrometria di massa (23) o ad un rivelatore ad azoto-osoro (24) . La metodica di seguito riportata è uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi per la determinazione della dimetiltriptamina, dell’armina e dell’arma- lina nel sangue e nelle urine (tratto da: SKLEROV J, LEVINE B, MOORE KA, KING T, FOWLER D. A atal intoxication ollowing the ingestion o  5-methoxy-N,N-dimethyltryptamine in an ayahuasca preparation. J Anal Toxicol. 2005; 29: 838-841) (18) .  Ayahuasca 51 Le analisi per la determinazione dell’armina, armalina e dimetiltriptamina in diversi liquidi (sangue centrale e perierico, urina, contenuto gastrico, bile) e tessuti biologici (rene, cervello e egato) vengono eseguite mediante cromatograo liqui- do accoppiato ad uno spettrometro di massa. Estrazione del campione Ad 1 ml di campione (sangue o urina) vengono aggiunti 2 ml di sodio borato, 50 µl di standard interno (5-luorotriptami- na, 0,01 mg/ml) e 2 ml di cloruro di n-butile. La soluzione viene miscelata per 10 minuti in un agitatore prima di essere centriugata per 10 minuti a 3500 rpm. La ase organica prelevata viene portata a secco sotto corrente di azoto a 40°C ed il residuo ripreso con 100 µl di ase mobile. 2 µl vengono iniettati nella strumentazione. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: Xterra MS C18 (100 mm x 3 mm x 3,5 µm) Fase mobile: 75% ormiato d’ammonio 0,02 M e 25% acetonitrile Modalità di separazione: isocratica Flusso: 0,4 ml/min Temperatura colonna: 35°C Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia elettrospray in modalità positiva, scansione con range di massa m/z 100-400 Pressione del gas di nebulizzazione: 30 psi Temperatura del gas di evaporazione: 350°C Voltaggio del capillare: 100, 150, 200V Flusso del gas di evaporazione: 12 l/min Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate DMT: 1,96 minuti Armalina: 2,66 minuti Armina: 4,70 minuti 5-fluorotriptamina (5-FT, standard interno): 2,00 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate DMT: m/z 189 Armalina: m/z 215 Armina: m/z 213 5-fluorotriptamina (5-FT, standard interno): m/z 179 Standard La DMT è stata ottenuta dal laboratorio centrale del Drug Enorcement Administration (Atlanta, USA); l’armina si può acquistare presso la ditta Sigma-Aldrich (Milano, Italia) mentre l’armalina si può acquistare presso la ditta Fisher Scien- tiic (Pittsburgh, USA). Curva di calibrazione La curva di calibrazione in sangue ed urina è stata preparata coprendo il range di concentrazioni da 0,010 a 2,5 mg/l. Risultati L’analisi dei campioni di sangue ed urina, esaminati con la metodologia sopra riportata, ha ornito i seguenti risultati quantitativi: DMT (sangue perierico) 0,01 mg/l DMT (urina) 0,89 mg/l S mart D rugs 52 Armina (sangue perierico) 0,08 mg/l Armina (urina) 1,15 mg/l Armalina (sangue perierico) 0,04 mg/l Armalina (urina) 2,26 mg/l Bibliografia   1. CALLAWAY JC, BRITO GS, NEVES ES. Phytochemical analyses o Banisteriopsis Caapi and Psychotria viridis. J Psychoactive Drugs. 2005; 37: 145-150. 2. CALLAWAY JC. Various alkaloid proles in decoticons o Banisteriopsis caapi. J Psychoactive Drugs 2005; 37: 151-155. 3. http://www.samorini.net/doc/bib_it/bit_aya.htm 4. MCKENNA DJ, TOWERS GH, ABBOTT FS. Monoamine oxidase inhibitors in South American hallucinogenic plants Part 2: constituents o orally active Myristicaceous hallucinogens. 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Phytochem Anal. 2009; 20: 149-153. 53 Brugmansia arborea (angel trumpet) Nome:    Brugmansia arborea Famiglia:   Solanaceae Genere:    Brugmansia Specie:    Arborea; candida; sanguinea Sinonimi: tree datura, angel’s trumpet, foripondio, maikoa Provenienza: Perù Principi attivi: alcaloidi tropanici (iosciamina, la miscela racemica atropina ( d  , l -iosciamina) che si orma nell’essiccamento della pianta, e scopolamina) Pianta appartenente al gruppo delle solanacee, presenta eetti del tutto simili a quelli prodotti dalla  Datura stramonium , quest’ultima originaria della Colombia e del Messico. Il genere  Brugmansia comprende sei specie, la maggior parte originarie del Sud America. La pianta viene volgarmente chiamata “tromboni d’angelo” ma anche “tromba dei morti”, in quanto gli indigeni peruviani ritenevano il suo consumo pericoloso per la vita, data la tossicità dovuta alla presenza di alcaloidi quali atropina e scopolamina. Formula chimica e proprietà chimico fisiche dei principi attivi (1) Nome: scopolamina. Formula Molecolare: C 17 H 21 NO 4 (peso molecolare = 303,4). Nome sistematico: acido [7(S)-(1 α ,2 β ,4 β ,5 α ,7 β )]- α -(idrossimetil) benzenacetico 9-metil-3-ossa-9-azatriciclo-[3.3.1.0 2,4 ]non-7-il-estere. Numero di registro CAS: 51-34-3. Punto di fusione: 59°C. UVmax: 246, 252, 258, 300 nm. Solubilità: solubile in acqua calda, alcol, etere, cloroormio, acetone. Nome: iosciamina. Formula Molecolare: C 17 H 23 NO 3 (peso molecolare = 289,4). Nome sistematico:   α -(idrossimetil)-(3-endo)-8-metil-8-azabiciclo (3.2.1)ott-3-il-estere( α -S)-acido benzenacetico. Numero di registro CAS: 101-31-5. Punto di fusione: 108,5°C. UVmax: 252, 258, 264 nm (alcol metilico). Solubilità: solubile in alcol e acidi diluiti. O O O N OH CH 3 O N O OH CH 3 54 Nome: atropina. Formula Molecolare: C 17 H 23 NO 3 (peso molecolare = 289,4). Nome sistematico: (1R,5S)-8-metil-8-azabiciclo[3.2.1]octan-3-il] 3-idrossi-2-enilpropanoate). Numero di registro CAS: 51-55-8. Punto di fusione: 108,5°C. UVmax: 258 nm (alcol metilico). Solubilità: solubile in alcol ed acidi. Uso storico Le piante del genere  Brugmansia erano note in passato dalle popolazioni dell’America Centrale che se ne servivano per preparare pozioni inebrianti e narcotiche, ma non a scopi terapeutici. Nei testi dell’antica medicina europea non se ne trova notizia. Nell’uso medico la pianta entrò solo verso la ine del 1700 (2) . I suoi semi erano utilizzati dai maghi per le proprietà narcotiche, per le visioni antastiche che provocavano e per il presunto potere arodisiaco. Uso attuale Attualmente la  Brugmansia arborea è ampliamente utilizzata poiché presenta una iniziale ase allucinatoria seguita da una orte sedazione, apatia, amnesia retrograda. Si tratta di uno psichedelico misto utilizzato nelle “misture zombizzanti haitiane” con eetti che oscillano ra allucinazioni visive e stati di trance conclamata (3) . Legislazione In Italia nè la scopolamina, nè la iosciamina, nè l’atropina, nè l’intera pianta o parti di essa sono inseriti nelle Tabelle con- tenenti le sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. Nè in Europa, nè negli Stati Uniti la  Brugmansia è sottoposta a controllo. Ciò signiica che è legale coltivare, comprare, possedere ogni parte della pianta o i suoi estratti. Proprietà farmaco-tossicologiche La iosciamina è una sostanza ad attività anticolinergica, in particolare antimuscarinica, che agisce bloccando l’azione dell’acetilcolina a livello neurovegetativo parasimpatico perierico della muscolatura liscia e a livello del sistema nervoso centrale. Questo antagonismo incide prevalentemente sui recettori di tipo muscarinico, meno su quelli di tipo nicotinico, sui gangli e sul terminale neuromuscolare. Eetti parasimpaticolitici: 1) spasmolisi (muscolatura liscia); 2) midriasi e paralisi dell’accomodazione visiva; 3) dimi- nuzione dell’escrezione di ghiandole esocrine; 4) tachicardia; 5) soppressione di nausea e vomito. L’atropina, la miscela racemica della iosciamina, è l’estere dell’acido tropico con la tropina: l’alcaloide reperibile in natura è la (-)-iosciamina. L’atropina deriva dalla racemizzazione catalizzata dalle basi dell’atomo di carbonio chirale dell’acido tropico, che si veriica durante il processo di isolamento. Mentre l’isomero destrogiro dell’atropina è sostanzialmente inattivo, la potenza della (-)-iosciamina è di circa 2 volte superiore a quella dell’atropina. La sua azione e/o utilizzo sono i medesimi degli antimuscarinici in generale, ad eccezione del atto che la iosciamina non viene utilizzata in ambito o- talmologico ma viene impiegata quasi esclusivamente come armaco antispastico (4,5) . Un omogenato di egato di coniglio contenente (-)-iosciamina, idrolizza la molecola di atropina e (-)-acido tropico, ma non agisce sulla (+)-iosciamina (5) . Circa l’80-90% di una dose di atropina è escreta nelle urine nelle 24 ore: il 50% della sostanza viene escreta immodiicata, il 2% come acido tropico e tropina, e circa il 30% come metaboliti non identiicati (6) . L’atropina è il trattamento generico utilizzato contro l’intossicazione da gas nervini; essa inatti, antagonizzando a livello dei recettori colinergici l’eetto O N O OH CH 3 S mart D rugs 55 Brugmansia arborea dell’acetilcolina non più distrutta dall’enzima inibito dal nervino, limita gli eetti dell’avvelenamento. Per questa ragio- ne, i militari che operano in ambienti potenzialmente a rischio di contaminazione con gas nervini, ricevono in dotazione siringhe di atropina per l’autosomministrazione immediata. Scopolamina è il nome comune dato alla (-)-ioscina, l’alcaloide naturale di  Datura stramonium . La scopolamina è, al pari della iosciamina, una sostanza con eetti anticolinergici, e la sua azione è di tipo competitivo (antagonista) nei con- ronti dell’acetilcolina a livello dei recettori muscarinici. Per tale motivo, la scopolamina, può correggere modiicazioni dell’equilibrio tra acetilcolina e noradrenalina che possono veriicarsi in alcune malattie motorie (7) . La somministrazione orale di 0.90 mg di scopolamina in un individuo produce il raggiungimento di un picco plasmatico di circa 2 ng/ml entro un’ora. La scopolamina si lega in maniera reversibile alle proteine plasmatiche ed è in grado di attraversare la barriera emato-encealica. Allo stesso modo, attraversa la placenta e si concentra nel latte materno. Sebbene il destino metabolico ed escretorio della scopolamina non sia totalmente chiarito, si pensa che la molecola sia pressochè totalmente metabolizzata (per coniugazione) nel egato ed escreta nelle urine (7) . Recentemente, utilizzando estratti acquosi di  Brugmansia arborea , è stato dimostrato come questa pianta contenga so- stanze che interagiscono anche con i recettori serotoninergici (8) . Tossicità Gli eetti di un’assunzione incontrollata di  Brugmansia arborea possono essere molto gravi, soprattutto se l’assunzione è associata ad alcolici o psicoarmaci. Dalle allucinazioni si può passare al delirio, alle convulsioni, a disturbi gravi della vista, ino al coma per anossia cerebrale (da ridotta irrorazione ematica) e alla morte. La dose tossica per quanto riguarda l’atropina è molto variabile e dipende dalla sensibilità individuale. In alcuni casi si è veriicato l’exitus per dosi di 50-100 mg, ed in altri invece, si è avuta la guarigione con dosi di 1 g. Dosi pari a 10 mg possono essere atali per i bambini e per gli individui sensibili (9) . La tossicità indotta dalla scopolamina è caratterizzata da una sindrome anticolinergica classica e consegue, solitamente, all’ingestione accidentale o di prodotti adulterati o di piante contenenti la sostanza in questione. Le maniestazioni classiche derivanti dall’assunzione di scopolamina includo- no allucinazioni ed incontinenza urinaria (10) . È stato ampiamente dimostrato nell’animale da esperimento e nell’uomo un deicit nei processi cognitivi e motori indotto dalla scopolamina (11) . Sono stati documentati alcuni casi di intossicazione da scopolamina indotta dall’associazione della stessa con altre droghe d’abuso (es. eroina). Le maniestazioni di una overdose da tali droghe (apparentemente “tagliate” con la scopolamina) hanno incluso letargia, agitazione, allucinazioni, paranoia, tachicardia, ipertensione moderata, pelle secca, ritenzione urinaria (7) . Nella primavera del 1995 un gran numero di tossicodipendenti si presentarono nei Pronto Soccorso della città di New York a seguito dell’assunzione di eroina ta- gliata con scopolamina, maniestando sintomi di una severa intossicazione anticolinergica. Il 90% dei soggetti visitati ha avuto necessità di ricovero ospedaliero, e la metà di questi è stata ricoverata in unità di terapia intensiva (12) . Dati relativi alla tossicità acuta della iosciamina (13) Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 95 mg/kg Nell’uomo - TDLo: 1,471 mg/kg Nell’uomo la probabile dose orale letale è pari a 5 mg/Kg (14) Dati relativi alla tossicità acuta della scopolamina (13) Nel topo - DL50 dopo somministrazione orale: 1275 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione sottocutanea: 1700 mg/kg Nell’uomo - TDLo dopo somministrazione intramuscolo: 0.004 mg/Kg Nell’uomo - TDLo dopo somministrazione sottocutanea: 0.002 mg/Kg Dati relativi alla tossicità acuta dell’atropina (13) Nel topo - DL50 dopo somministrazione orale: 75 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione sottocutanea: 428 mg/kg Nell’uomo - TDLo dopo somministrazione intramuscolo: 0.001 mg/Kg Nell’uomo - TDLo dopo somministrazione orale: 0.033 mg/Kg S mart D rugs 56 Effetti avversi L’atropina e la scopolamina sono agenti anticolinergici ed in quanto tali possono provocare sintomi quali secchezza delle auci (sensazione di bocca asciutta), pupille dilatate e non reattive, aumento della pressione sanguigna e tachicardia. A dosi elevate possono provocare sete eccessiva, allucinazioni, perdita di coscienza ed eventualmente la morte. L’atropina è il tipico armaco anticolinergico, compete con l’acetilcolina a livello dei recettori muscarinici; è ben assorbita dall’inte- stino e distribuita rapidamente in tutto il corpo (15) . Interazioni farmacologiche L’atropina potenzia l’attività anticolinergica degli antidepressivi triciclici. La scopolamina dovrebbe essere usata con attenzione nei pazienti che assumono altri armaci che agiscono sul SNC (sedativi, tranquillanti, alcol) ed in associazio- ne ai armaci che possiedono attività anticolinergica, come ad esempio antistaminici, antidepressivi triciclici, rilassanti muscolari (16) . Determinazioni Analitiche Non sono presenti nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi della  Brugmansia nei liquidi biologici. Tuttavia, esiste in letteratura una metodologia per l’analisi, in siero ed urina, della scopolamina e della iosciamina nella  Datura stramonium . Inatti i due alcaloidi sono contenuti sia nella  Brugmansia , che nella  Datura stramonium (17) . In letteratura viene riportata, inoltre, la determinazione dei principi attivi nella radice della  Brugmansia mediante un cromatograo liquido accoppiato ad uno spettrootometro con otomoltiplicatore a serie di diodi (18) . La metodica di seguito riportata è uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale. Determinazione della scopolamina e della iosciamina nel siero e nelle urine di un soggetto intossicato da Datura stramonium   (tratto da NAMERA A, YASHIKI M, HIROSE Y, YAMAJI S, TANI T, KOJIMA T. Quantitative analysis o tropane alka- loids in biological materials by gas chromatography–mass spectrometry. Forensic Sci Int. 2002: 130; 34-43) (17) . L’analisi per la determinazione della scopolamina e della iosciamina in siero ed urina viene eseguita mediante un gas cromatograo accoppiato ad uno spettrometro di massa. Estrazione del campione 0,5 ml di campione biologico (siero ed urina) vengono diluiti con 1 ml di tampone borato 100 mM a pH 9.0. La miscela viene caricata su una colonnina Extrelut ed gli alcaloidi eluiti con 10 ml di diclorometano. La ase organica viene portata a secco sotto lusso di azoto a 40°C. Il residuo viene derivatizzato con 20 µl di N,O-bis(trimetilsilil)-triluoroacetamide (BSTFA) - trimetilclorosilano (TMCS) (99:1, v/v) e mantenuto a 80°C per 15 minuti. Dopo la derivatizzazione, il campio- ne viene diluito con 100 µl di diclorometano e 1 µl della soluzione viene iniettato nella strumentazione. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: HP-5MS (0,25 mm x 30 m x 0,25 µm) Temperatura iniettore: 250°C Gas: elio al lusso di 0,8 ml/min Modalità di iniezione: splitless Programmata di temperatura: 50°C per un minuto, 50°C - 300°C a 20°C/min, 300°C per cinque minuti Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia ad impatto elettronico Brugmansia arborea 57 Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Iosciamina: 13,1 minuti Scopolamina: 13,7 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Iosciamina: m/z 361, 140, 124 Scopolamina: m/z 375, 154, 138 Standard Lo standard di iosciamina e di scopolamina utilizzati per le analisi si possono acquistare presso la ditta Sigma-Aldrich (Milano-Italia). Curva di calibrazione Le curve di calibrazione, in siero ed urina, sia per la iosciamina che per la scopolamina sono state preparate coprendo il range di concentrazioni da 10 a 5000 ng/ml. Risultati La iosciamina e scopolamina sono state rilevate nel campione di siero raccolto per il caso di avvelenamento. La concen- trazione di iosciamina era di 12 ng/ml mentre la scopolamina era sotto il limite di quantiicazione (10 ng/ml). Non sono riportati i valori nelle urine. Bibliografia   1. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 10 th Ed. Merck & Co., Inc. 1983. 2. FASSINA G. Lezioni di armacognosia. Droghe vegetali. Antonio Milani (Ed.), 1974: 265-266. 3. ULRIKE PREISSEL, HANS-GEORG PREISSEL Brugmansia and Datura Angel’s Trumpets and Thorn Apple Bualo, New York: Firefy Books. 2002: 106-129. 4. OSOL A. (ed.) Remington’s Pharmaceutical sciences. 16 th ed. Easton, Pennsylvania: Mack Publishing Co., 1980, p. 856. 5. WERNER G. Metabolism o tropane alkaloids. V. Enzymatic preparation o (+-)-hyosciamine sulate H 2 O. Arzneim-orsch 1967; 17: 1467. 6. Clarke’s isolation and identication o drugs. The pharmaceutical press (ed.) 1986: 364. 7. American Society o Health System Pharmacists. AHFS Drug Inormation 2008. Bethesda, Maryland 2008, p. 1298-1323. 8. CAPASSO A, DE FEO V. In vitro binding receptors study by Valeriana adscendens, Iresine herbstii and Brugmansia arborea extracts. Med Chem. 2007; 3: 599-604. 9. GOODMAN AND GILMAN’S, in: J.G. Hardman, L.E. Limbird (Eds.), The Pharmacological Basis o Therapeutics, 9 th ed., McGraw-Hill, New York, 1995, pp. 141-160. 10. DART RC. (ed). Medical toxicology. Third Edition, Lippincott Williams & Wilkins. Philadelphia, PA. 2004, p. 564. 11. THOMAS E, SNYDER PJ, PIETRZAK RH, JACKSON CE, BEDNAR M, MARUFF P. Specic impairments in visuospatial working and short- term memory ollowing low-dose scopolamine challenge in healthy older adults. Neuropsychologia 2008; 46 (10): 2476-84. 12. HAMILTON RJ, PERRONE J, HOFFMAN R, HENRETIG FM, KARKEVANDIAN EH, MARCUS S, SHIH RD, BLOK B, NORDENHOLZ K. A descriptive study o an epidemic o poisoning caused by heroin adulterated with scopolamine. J Toxicol Clin Toxicol. 2000; 38(6): 597-608. 13. http://toxnet.nlm.nih.gov 14. GOSSELIN RE, HODGE HC, SMITH RP, GLEASON MN. Clinical toxicology o commercial products. 4 th ed. Baltimore: Williams and Wilkins, 1976, p. 2-157. 15. DEWITT MS, SWAIN R, GIBSON LB JR. The dangers o jimson weed and its abuse by teenagers in the Kanawha Valley o West Virginia. WV Med J. 1997; 93: 182-5. 16. THOMSON HEALTH CARE INC.; Physicians’ Desk Reerence 62 ed., Montvale, NJ 2008, p. 2192-2193. 17. NAMERA A, YASHIKI M, HIROSE Y, YAMAJI S, TANI T, KOJIMA T. Quantitative analysis o tropane alkaloids in biological materials by gas chromatography–mass spectrometry. Forensic Sci Int. 2002: 130; 34-43. 18. NINO J, GALLEGO C M, CORREA Y M, MOSQUERA O M Production o scopolamine by normal root cultures o Brugmansia Plant Cell, Tissue and Organ Culture 2003; 74 : 289-291. 58 Calea zacatechichi (hoja de dios)   Nome:   Calea zacatechichi Famiglia:   Compositae Genere:   Calea Specie:   Calea zacatechichi Schl. Sinonimi: zacate de perro; hoja madre, hoja de dios, thle-pelakano (oglia di Dio) Provenienza: Messico e Costa Rica Principi attivi: sesquiterpeni (calassina, ciliarina); germacranolidi (1 β -acetossi-zacatechinolide, 1-osso-zacatechinolide) (1) La pianta contiene un gran numero di principi attivi. Nonostante ciò, allo stato attuale non è possibile ricondurre inequivo- cabilmente ad alcuna di queste molecole l’eetto onirico/allucinogeno rierito dagli assuntori della Calea zacatechichi . Formula chimica e proprietà chimico fisiche dei principi attivi Nome: calassina. Formula Molecolare: C 19 H 20 O 6 (peso molecolare = 344,4). Nome sistematico: 2-acido propenoico, 2-metil-, estere 2,3,3a,4,5,6,7,11a-octaidro-6,10-dimetil-3-metilene-2,7-diosso-6,9- epossiciclodeca(b)uran-4-ile, (3aR-(3aR*,4R*,6R*,10Z,11aR*)). Numero di registro CAS: 30412-86-3. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Non sono presenti in letteratura dati relativi alla ormula molecolare, al nome sistematico, al numero di registro CAS, al punto di usione, all’UVmax e alla solubilità della ciliarina, all’1 β -acetossi-zacatechinolide e all’1-osso-zacatechinolide. Uso storico La Calea zacatechichi è una pianta utilizzata in Messico (particolarmente nella regione di Oaxacada dei nativi Chontal) nella medicina tradizionale e sciamanica sin dall’epoca precolombiana.  Zacatechichi è una parola Nahuatl (azteca) che signiica “erba amara”. Con tutta probabilità la Calea zacatechichi corrisponde al “chichixihuitl”, una pianta impiegata dagli antichi Aztechi in campo medico per indurre sogni (2) . La pianta è estesamente utilizzata nella medicina popolare messicana: un inuso di radici, oglie e usto è impiegato, nel trattamento dei disturbi gastrointestinali, come colagogo, catartico, ebriugo. Assieme ad altre Compositae la pianta essiccata viene utilizzata come insetticida (1) . L’uso sciamanico divinatorio è quello della induzione di sogni particolarmente vividi con visioni reali di proonda conoscenza ed immagi- nazione. O O O O O O H H 59 Uso attuale Alcuni messicani della regione di Oaxaca la utilizzano ancora oggi per curare alcune patologie. Alcuni autori riportano la testimonianza degli indiani Chontal, che utilizzano le oglie della pianta (che vengono umate o bevute sotto orma di inuso) per ottenere messaggi divinatori durante il sonno notturno, attraverso i sogni. I siti web che commercializzano le “Smart Drugs” inseriscono la pianta nella categoria delle erbe allucinogene con eetti “oneirogenici” (aumento delle percezioni sensoriali dei sogni durante il sonno), anche se in realtà le proprietà armacologiche dei costituenti psicoattivi della pianta non sono state ancora chiarite con studi clinici sistematici. Legislazione In Italia nessuno dei principi attivi della Calea zacatechichi nè l’intera pianta o parti di essa sono inseriti nelle Tabelle contenenti le sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. Ad eccezione della Polonia in cui, a partire dal marzo 2009, tutte le parti della Calea zacatechichi (semi, piante, estratti) sono inserite nello stesso elenco degli oppiacei, dell’eroina e dell’idrocodone, in Europa non esistono restrizioni legali a carico della Calea zacatechichi o dei suoi prin- cipi attivi. La detenzione, il commercio e la coltivazione della Calea zacatechichi sono legali negli Stati Uniti, sebbene non sia stato approvato il suo utilizzo in ambito alimentare. Proprietà farmaco-tossicologiche La Calea zacatechichi è una pianta utilizzata dagli indiani Chontal del Messico per l’oniromanzia (tecnica divinatoria basata sui sogni). Poiché non sono ancora noti i principi attivi responsabili degli eetti onirico/allucinogeni rieriti dai consumatori di Calea , non è possibile stabilire quali siano i meccanismi biochimici che stanno alla base degli eetti armacologici indotti dalla pianta. In letteratura è riportato uno studio condotto in doppio cieco e contro placebo su volontari sani ai quali sono state sommi- nistrate basse dosi di un estratto di Calea zacatechichi (circa 1 g/kg). Nei soggetti che hanno assunto l’estratto si é eviden- ziato, rispetto ai controlli, un signiicativo incremento dei tempi di reazione, del sonno leggero e del numero di risvegli spontanei. Inoltre è stato osservato un aumento dell’attività onirica durante le asi di sonno leggero. L’assunzione di tè di Calea zacatechichi prima di dormire induce sogni più realistici e acilmente rievocabili durante la ase di veglia. La Calea  zacatechichi genera una sensazione soggettiva di benessere e rilassamento che perdura per più giorni (1) . È stato dimostrata nel ratto un’azione antiniammatoria dell’estratto acquoso di Calea zacatechichi . Tale eetto, valutato con il modello sperimentale dell’edema indotto da carragenina, è stato attribuito alla capacità dell’estratto di inibire la sintesi di prostaglandine e di leucotrieni. Al momento però non sono ancora noti i principi attivi responsabili di questo eetto armacologico (3) . In uno studio (4) è stato osservato come l’estratto alcolico di Calea zacatechichi eserciti in vitro un eetto inibitorio nei conronti del attore di trascrizione NF-kB, proteina complessa coinvolta nei processi iniammatori. L’eetto biologico è stato attribuito a lattoni sesquiterpenici contenuti nell’estratto di Calea zacatechichi e presenti anche in piante oicinali utilizzate per la loro attività antiniammatoria quali l’  Arnica montana ed il Tanacetum parthenium (4) . In uno studio condotto sull’animale da esperimento utilizzando varie piante messicane, ha evidenziato un eetto ipogli- cemizzante della Calea zacatechichi (5) . Dalla Calea zacatechichi sono stati estratti alcuni lavonoidi attivi nei conronti del ceppo Dd2 di Plasmodium alciparum   resistente alla clorochina (6) . Tossicità Non sono noti studi tossicologici sull’animale da esperimento volti a stabilire la tossicità della Calea zacatechichi . Gli estratti organici di Calea zacatechichi causano nel gatto alterazioni dell’attività elettrica cerebrale evidenziabili all’elettroencealogramma e sonnolenza. Dosi elevate inducono incremento della salivazione, atassia e, occasionalmente, conati di vomito (1) . S mart D rugs 60 Effetti avversi Alcuni siti web segnalano che la Calea zacatechichi , assunta a dosi elevate, causa tachicardia, ipertensione, ansia, irrita- bilità ed insonnia (7) . Interazioni farmacologiche Non sono state riportate possibili interazioni armacologiche. Effetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento. Determinazioni Analitiche Non sono presenti nella letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi della Calea zacatechichi né in liquidi biologici né nelle diverse porzioni della pianta. Bibliografia   1. MAYAGOITIA L, DIAZ JL, CONTRERAS CM. Psychopharmacologic analysis o an alleged oneirogenic plant: Calea zacatechichi. J Ethnopharma- col.1986; 18: 229-243. 2. http://amazing-nature.com/ino/1124.htm 3. VENEGAS-FLORES H, SEGURA-COBOS D, VAZQUEZ-CRUZ B. Antiinfammatory activity o the aqueous extract o Calea zacatechichi. Proc West Pharmacol Soc. 2002; 45: 110-111. 4. BORK PM, SCHMITZ ML, KUHNT M, ESCHER C, HEINRICH M. Sesquiterpene lactone containing Mexican Indian medicinal plants and pure sesquiterpene lactones as potent inhibitors o transcription actor NF-kappaB. FEBS Lett. 1997; 402: 85-90. 5. ROMAN RAMOS R, ALARCON-AGUILAR F, LARA-LEMUS A, FLORES-SAENZ JL. Hypoglycemic eect o plants used in Mexico as antidia- betics. Arch Med Res. 1992; 23: 59-64. 6. KOHLER I, JENETT-SIEMS K, SIEMS K, HERNANDEZ MA, IBARRA RA, BERENDSOHN WG, BIENZLE U, EICH E. In vitro antiplasmodial investigation o medicinal plants rom El Salvador. Z Naturorsch [C]. 2002; 57: 277-281. 7. http://www.albanesi.it/Mente/ecstasy.htm S mart D rugs 61 Citrus aurantium (arancio amaro) Nome:   Citrus aurantium Famiglia:    Rutaceae Genere:   Citrus Specie:   Citrus aurantium L.   Sinonimi: sour orange, bitter orange, seville orange Provenienza: sud est asiatico, ma é una pianta ormai regolarmente introdotta nei paesi a clima temperato. In Europa viene coltivato soprattutto in Spagna e in Italia, nella regione Sicilia Principi attivi: (±)-  p -sinerina; (±)-  p -octopamina Il Citrus aurantium contiene un’ampia gamma di costituenti tra cui glucosidi favononici (tra cui l’esperidina), cumarina, polimetossifavoni, aldeidi, amine e monoterpeni. I principi attivi sono due: l’octopamina e la sinerina, contenute soprat- tutto nella buccia (dalla quale si estrae anche un olio essenziale) e nella polpa del rutto. La principale sostanza armacologicamente attiva contenuta nei rutti (arance) di Citrus aurantium è la sinerina (chiamata anche p-sinerina o ossedrina). Chimicamente si riconoscono sei possibili isomeri della sinerina (orto-, meta- e para-, e, per ciascuna di esse, la orma d  (+) o l (-)). L’isomero contenuto nel Citrus aurantium sembrerebbe essere appunto la para- sinerina, sebbene alcuni autori abbiano rilevato anche la presenza della meta-sinerina (conosciuta anche con il nome di enilerina o neosinerina). La enilerina è un agonista dei recettori α adrenergici, utilizzata nella pratica clinica come decongestionante nasale e come agente per indurre midriasi. Anche la sinerina sembra coinvolgere direttamente i recet- tori α -1 adrenergici: i suoi eetti, inatti, sono bloccati dalla somministrazione del prazosin, un antagonista di suddetti recettori. Strutturalmente la sinerina è strettamente correlata ai neurotrasmettitori endogeni (adrenalina) e all’eedrina, l’alcaloide principale di Ephedra sinica (Ma-huang) (1,2) . Dal punto di vista chimico, ci sono due dierenze tra la sinerina e l’eedrina: nella prima, inatti, uno degli atomi di carbonio che compongono l’anello benzenico è idrossilato, mentre un gruppo metilico della catena laterale è sostituito con un idrogeno. L’octopamina è un’amina biologica derivata dalla β -idrossilazione della tiramina da parte della dopamina β -idrossilasi. La orma naturale D (-) è tre volte più potente della orma L (+) nel produrre risposte cardiovascolari di tipo adrenergico. Nel sistema nervoso degli invertebrati l’octopamina può agire come neurotrasmettitore (3) . L’octopamina viene utilizzata come cardiotonico nel trattamento dell’ipotensione. La sinerina sembrerebbe essere presente in quantità lievemente maggiori nel rutto essiccato immaturo di Citrus auran- tium rispetto al rutto essiccato portato a completa maturazione (0,26% vs 0,22%). In ogni caso, il rutto resco contiene quantità ineriori di principio attivo ( d  , l- sinerina) rispetto al rutto essiccato (0,02% vs 0,3%) mentre l’estratto secco Ci- trus aurantium contiene percentuali di d  , l- sinerina piuttosto elevate (3%). Prodotti erboristici a base di Citrus aurantium   analizzati al ne di quanticare il contenuto di sinerina, hanno dato risultati corrispondenti a concentrazioni variabili tra lo 0,3% e lo 0,99% come mostrato in Tabella 1 (4) . 62 Formula chimica e proprietà chimico fisiche dei principi attivi Nome: sinerina (ossedrina). Formula Molecolare: C 9 H 13 NO 2 (peso molecolare = 167,2). Nome sistematico: 1-(4-idrossienil)-2-metilaminoetanolo. Numero di registro CAS: 94-07-5. Punto di fusione: 184-185°C in orma cristallina, 151-152°C sotto orma di cloridrato. Stabile all’aria ed alla luce (5) . UVmax: 224 nm. 231, 272 nm in una miscela di tampone acetato pH 4,9: acetonitrile (9:91, v/v). Solubilità: acqua. Nome: octopamina. Formula Molecolare: C 8 H 11 NO 2 (peso molecolare = 153,1). Nome sistematico: 1-(4-idrossienil)-2-aminoetanolo. Numero di registro CAS: 104-14-3. Punto di fusione: 160°C. UVmax: 224 nm. 231, 272 nm in una miscela di tampone acetato pH 4,9: acetonitrile (9:91, v/v). Solubilità: acqua. La orma D(-) cristallizza in acqua calda; a 160°C muta in un composto con punto di ebollizione >250°C. O O H H H N CH 3 O O H H H H N Tabella 1. Contenuto di d  , l- octopamina e d  , l- sinerina in Citrus aurantium L. varietà amara (4) Campione Octopamina (%) Sinefrina (%) Frutto resco 500 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta del b -pinene (10) Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 4700 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta del p-cimene (10) Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 4750 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta del b -sitosterolo (10) Nel topo - DL50 dopo somministrazione orale: >25000 mg/kg Non sono presenti in letteratura dati di tossicità acuta relativi all’arbutina, alla gonzalitosina I, alla tetraillina B, alla damianina e all’apigenina. Effetti avversi Gli studi armacologici non riportano tossicità o eetti collaterali signiicativi e non sono note controindicazioni partico- lari. Occorre segnalare che dosi eccessive di Turnera aphrodisiaca (superiori ai 200 grammi) possono provocare insonnia, cealea ed avere un blando eetto lassativo (32,33) . Interazioni farmacologiche A causa dell’eetto ipoglicemizzante della pianta, essa va usata con cautela nel caso di assunzione di armaci ipoglicemiz- zanti (32) . La Turnera aphrodisiaca in combinazione con la Yerba Mate e il Guaranà avorisce la perdita di peso (34) . Effetti in gravidanza Gli estratti alcolici della radice di Turnera aphrodisiaca hanno mostrato attività ossitocinica, quindi  sconsigliato l’uso in gravidanza (35) . Turnera aphrodisiaca 159 Determinazioni Analitiche Non sono presenti in letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi della Turnera aphrodisiaca nei li- quidi biologici. Sono invece presenti metodologie per l’analisi di alcuni principi attivi sia sulle parti aeree (36,37) che su sulle oglie, sullo stelo, sui iori e sui rutti della pianta ed anche in prodotti commerciali contenenti la pianta (37) . Quest’ultima metodologia utilizza, per determinare l’apigenina (uno dei principi attivi della Turnera aphrodisiaca ), una cromatograia su strato sottile ad alta prestazione. La metodica di seguito riportata  uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale. Determinazione dell’1,8-cineolo nell’olio essenziale della Turnera diffusa (tratta da: GODOI AF, VILEGAS W, GODOI RH, VAN VAECK L, VAN GRIEKEN R. Application o low-pressure gas chromatography-ion-trap mass spectrometry to the analysis o the essential oil o Turnera diusa (Ward.) Urb. J. Chro- matogr A. 2004; 1027: 127-130) (36) . L’analisi viene eseguita sulle parti aeree delle Turnera diffusa mediante un gas cromatograo accoppiato ad uno spettro- metro di massa. Estrazione del campione 500 g di materiale essiccato (parti aeree della Turnera diffusa ) subiscono un processo di idrodistillazione per 4 ore. Successivamente, circa 1 ml di olio viene estratto dalla ase acquosa con etere di etilico. La ase organica viene atta evaporare tutta la notte e il residuo viene disciolto in esano. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: CP Wax 52 (0,53 mm x 10 m x 1 µm) Temperatura iniettore: 270°C Gas: elio al lusso di 1,5 ml/minuto Modalità di iniezione: splitless Programmata di temperatura: 80°C-230°C a 60°C/minuto. La temperatura inale  mantenuta per 0,87 minuti Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia a trappola ionica Tempo di ritenzione della sostanza ricercata 1,8-cineolo: 0,63 minuti Frammenti caratteristici della sostanza ricercata 1,8-cineolo: m/z 154, 139, 108, 93, 81, 43 Standard Non viene speciicata la provenienza degli standard. Curva di calibrazione Non viene descritta la creazione della curva di calibrazione. Risultati Essendo una metodica qualitativa, non sono riportate le concentrazioni dell’analita ricercato. S mart D rugs 160 Bibliografia   1. 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Indian J Pharm Sci 2008; 70: 847-851. 161  Voacanga aricana Nome:   Voacanga aricana Famiglia:    Apocynaceae   Genere:   Voacanga (Corynanthe) Specie:   Voacanga aricana Sta.   Sinonimi: non conosciuto Provenienza: Arica Occidentale, Congo, Tanzania Principi attivi: voacamina (7,2%), voacangina (5,6%), voacristina (4,0%), voacorina (3,7%), vobtusina (0,4%), tabersonina (3,5%), ibogaina (0,4%), vobasina (1,6%) Al genere Voacanga appartengono diverse specie di pianta, originarie sia dell’Arica che dell’Asia, con contenuto quali- quantitativo in alcaloidi piuttosto eterogeneo. La miscela di alcaloidi contenuta nella pianta varia nelle diverse porzioni della pianta stessa (radici, tronco, oglie, semi). Gli alcaloidi contenuti in questa specie sono presenti per il 5-10% nella corteccia della radice, per il 4-5% nella corteccia del tronco, per lo 0,3-0,45% nelle oglie e per l’1,5% nei semi (1) . Tra gli alcaloidi contenuti in piccole quantità in Voacanga aricana , vale la pena di ricordare l’ibogaina, molecola proposta a livello clinico per il trattamento delle tossicodipendenze (2) . Gli alcaloidi voacamina, voacangina ed ibogaina sono anche contenuti nella Peschiera uschiaeolia , anch’essa pianta della amiglia delle  Apocynaceae . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Nome: voacamina. Formula Molecolare: C 43 H 52 N 4 O 5 (peso molecolare = 704,8). Nome sistematico: 12-metossi-13-((3- a )-17-metossi-17- ossovobasan-3-il)-ibogamina-18-carbossilmetilestere. Numero di registro CAS: 3371-85-5. Punto di fusione: 234°C. UVmax: 225, 295 nm. Solubilità: solubile in cloroormio e acetone, leggermente solubile in alcol metilico ed alcol etilico. Nome: voacangina. Formula Molecolare: C 22 H 28 N 2 O 3 (peso molecolare = 368,4). Nome sistematico: 12-metossibogamina-18-carbossilme- tilestere. Numero di registro CAS: 510-22-5. Punto di fusione: sublima senza ondere a 136-137°C. UVmax: 225, 287, 300 nm. Solubilità: solubile in acetone e cloroormio; scarsamente solubile in alcol metilico ed alcol etilico. CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 NH O O O O O NH N N H H CH 3 CH 3 CH 3 O O O NH N H 162 Nome: voacristina. Formula Molecolare: C 22 H 28 N 2 O 4 (peso molecolare = 384,4). Nome sistematico: 20-idrossi-12-metossibogamina-18- carbossilmetilestere. Numero di registro CAS: 545-84-6. Punto di fusione: 106°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: voacorina. Formula Molecolare: C 43 H 52 N 4 O 6 (peso molecolare = 720,8). Nome sistematico: (20S) 20-idrossi-12-metossi-13-((3- a ) -17-metossi-17-ossovobasan-3-il)-ibogamine-18-carbossilme- tilestere. Numero di registro CAS: 5130-80-3. Punto di fusione: 238°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: alcol metilico. Nome: vobtusina. Formula Molecolare: C 43 H 50 N 4 O 6 (peso molecolare = 718,3). Nome sistematico: 2’,2’a,4,4’,5,5’,6,6’a,8,13,14,14’c,15’,16’- tetradecaidro-6’aidrossi-11-metossi-spiro[1H,15aH-uro [2’,3’:7,8]indolizino[8,1-cd]carbazol-2(2aH),8’(9’H)- [1H,6H,7H,17aH]uro[2’,3’:7,8]indolizino[8,1-cd]pirido[1,2,3- lm]carbazol]-7-carbossilmetilestere. Numero di registro CAS: 19772-79-3. Punto di fusione: 300°C. UVmax: (etanolo): 225, 265, 328 nm. Solubilità: solubile in cloroormio, insolubile in acetone, alcol metilico e la maggior parte dei solventi organici. Nome: tabersonina. Formula Molecolare: C 21 H 24 N 2 O 2 (peso molecolare = 336,4). Nome sistematico: (5 a , 12 b , 19 a )-aspidospermidina-3- carbossilmetilestere. Numero di registro CAS: 4429-63-4. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. CH 3 CH 3 CH 3 O O O N H H OH H H N CH 3 CH 3 O O O O O H H H H HO H N N N NH CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 O O O N O O N H NH N OH CH 3 CH 3 O O H N N H S mart D rugs 163  Voacanga aricana Nome: ibogaina. Formula Molecolare: C 20 H 26 N 2 O (peso molecolare = 310,4). Nome sistematico: 12-metossibogamina. Numero di registro CAS: 83-74-9. Punto di fusione: 148°C. UVmax: (alcol metilico): 226, 298 nm. Solubilità: alcol etilico, etere, cloroormio, acetone e benzene. Insolubile in acqua. Nome: vobasina. Formula Molecolare: C 21 H 24 N 2 O 3 (peso molecolare = 352,0). Nome sistematico: vobasan-17-oico acido-3-ossometilestere. Numero di registro CAS: 2134-83-0. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubili. Uso storico In Arica la Voacanga aricana  conosciuta e utilizzata dall’antichità in ambito della medicina tradizionale per la cura di malattie inettive, per il trattamento di disordini mentali o come analgesico. In Costa d’Avorio si utilizza la pianta per curare la lebbra, la diarrea, l’edema generalizzato, le convulsioni nei bambini (3) . Gli sciamani dell’Arica Occidentale usano ingerire la corteccia come stimolante cerebrale ed i semi per ini divinatori. Uso attuale Al di là dell’uso che se ne a in Arica in ambito medico, la Voacanga aricana viene oggi venduta negli “Smart Shop” (o sui siti Internet che si occupano della commercializzazione delle Smart Drugs) per scopi ricreazionali, a causa delle sue proprietà psicoattive. Coloro che consumano i semi ricercano soprattutto le proprietà allucinogene della pianta. Legislazione In Italia n la voacamina, né la voacangina, n la voacristina, né la voacorina, né la vobtusina, né la tabersonina, né l’ibo- gaina, né la vobasina, né l’intera pianta o parte di essa sono inserite nelle Tabelle contenenti le sostanze stupeacenti o psi- cotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. Non esiste neanche una chiara legislazione per quanto riguarda l’utilizzo della Voacanga aricana . Sono state avanzate in questi ultimi anni diverse proposte di legge in materia di erboristeria e piante oicinali in cui la pianta intera di Voacanga aricana viene inserita nella Tabella A delle droghe non vendibili in erboristeria (XIII legislatura proposta di legge n 249 del 1996). Durante la XIV legislatura del 2002  stata avanzata la proposta di legge n. 2411 per la regolamentazione del settore erboristico. In tale proposta, i semi di Voacanga aricana risultano inseriti nell’allegato I in cui si riporta l’elenco delle piante oicinali il cui impiego  riservato alle oicine armaceutiche e al armacista per la preparazione dei prodotti galenici a causa della loro elevata tossicità anche a livelli minimi. CH 3 CH 3 O N H H H H N CH 3 CH 3 CH 3 O O O N H H H N S mart D rugs 164 In Svizzera l’ibogaina  classiicata tra le sostanze stupeacenti vietate. L’ibogaina e la pianta di Tabernanthe iboga , sono sottoposte a controllo negli Stati uniti (Schedule I drug in the Controlled Substances Act) come allucinogeni. è illegale venderle, comprarle o possederle senza licenza DEA (Drug Enorcement Administration). Diversamente, nessuno degli altri alcaloidi della Voacanga aricana  sottoposto a controllo negli Stati Uniti per cui tale pianta può essere coltivata e posseduta. In Inghilterra l’ibogaina non risulta presente nella lista delle sostanze sottoposte a controllo pertanto ne risulta legale l’acquisto ed il possesso. Proprietà armaco-tossicologiche La maggior parte degli studi sugli eetti armacologici della Voacanga aricana sono stati eseguiti su modelli animali. è stato dimostrato che gli estratti della pianta esercitano, nel ratto, un’attività anti-ulcera con un meccanismo d’azione presumibilmente riconducibile ad un eetto citoprotettivo a livello della mucosa gastrica (3) . Responsabile di tale eetto armacologico sembra essere un alcaloide, il TN (7,8-diidro-8-idrossipalmitina), che produce un eetto antisecretorio simile agli anti-H 2 e stimola al contempo la produzione di muco a livello gastrico (4) . Il composto, associato alla ranitidina, ne potenzia gli eetti antisecretori (5) . Nel topo, la voacangina, a dosi comprese tra 1 mg/kg e 10 mg/kg, esercita un eetto leggermente ipotensivo dovuto a vasodilatazione perierica. A dosaggi molto bassi questo alcaloide agisce da stimolante intestinale, anestetico locale e depressore del sistema nervoso centrale (6) . La voacamina possiede proprietà cardiotoniche in quanto esercita sul cuore un eetto inotropo positivo. Il meccanismo d’azione, però,  dierente da quello dei glucosidi digitalici e, rispetto alla digossina, l’alcaloide  da 100 a 250 volte meno tossico. La voacamina esercita anche un eetto depressivo a livello del sistema nervoso centrale e a dosi elevate, può causare morte per depressione dei centri respiratori bulbari (7) . Anche la voacorina agisce da cardiotonico ma, in questo caso, l’eetto biologico  più simile a quello dei digitalici. Inatti, a dierenza della voacamina che riduce il lusso sanguigno coronarico, la voacorina lo aumenta in modo graduale e dura- turo. Alla dose di 3 mg/kg, l’alcaloide esercita sul cuore del coniglio un eetto inotropo positivo e cronotropo negativo. Anche per la voacorina, inine, risulta documentato un eetto depressivo sul sistema nervoso centrale (8) . Sono state dimostrate proprietà citostatiche o citotossiche dose dipendenti della voacristina in vitro , su colture di Saccha- romyces cerevisiae ed un’attività citotossica della voacristina, in vitro , su una linea cellulare di carcinoma ovarico A2780 (9) . Un alcaloide particolarmente interessante dal punto di vista armacologico  l’ibogaina. Tale sostanza si  rivelata eicace per il trattamento della sindrome da astinenza e del craving associati all’uso di sostanze stupeacenti (10) . L’ibogaina inibisce la colinesterasi determinando un accumulo di acetilcolina a livello sinaptico con conseguente rallen- tamento della requenza cardiaca ed ipotensione. L’eccessiva attività colinergica può inoltre causare convulsioni, paralisi ed arresto respiratorio. Gli eetti armacologici, specie quelli centrali (eccitabilità, euoria e allucinazioni uditive e vi- sive), sono in genere dose-dipendenti. Le allucinazioni, accompagnate solitamente da ansia, si maniestano invece solo ad alte dosi (10) . Nel ratto sembra che l’ibogaina moduli l’eccitabilità neuronale e la trasmissione sinaptica a livello del nucleo parabra- chiale alterando in maniera reversibile la neurotrasmissione che coinvolge i sistemi eccitatori dopaminergico e glutamma- tergico. Tale eetto  stato osservato anche con gli estratti di Voacanga aricana con un’eicacia pari ad 1/100 rispetto all’ibogaina (11) . La tabersonina inine sembra esercitare un lieve eetto ipotensivo, dovuto probabilmente a vasodilatazione perierica, oltre ad un’azione spasmolitica a livello intestinale (12) . è stato attribuito alla Voacanga aricana anche un possibile eetto anticonvulsivante correlato con l’azione antagonista sui recettori NMDA ed un aumento della durata del sonno indotto dal diazepam (14) . Tossicità Dati di tossicità relativi ai singoli principi attivi provengono da studi sul topo. La voacamina a dosi tossiche induce con- vulsioni di breve durata cui seguono dispnea ed asissia.    Voacanga aricana 165 Dati relativi alla tossicità acuta della voacamina (7) Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 21,5 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta della voacangina (6) Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 41 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta della voacorina (12) Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 30 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta della tabersonina Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 100-150 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta della ibogaina Nel ratto - DL50 dopo somministrazione intraperitonale: 145 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 327 mg/kg Nell’hamster - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 82 mg/kg Eetti avversi Non sono presenti in letteratura studi clinici sull’uomo che prendano in considerazione gli eetti relativi alla sommi- nistrazione della Voacanga aricana o dei suoi singoli principi attivi. Molti degli eetti noti sono rutto di esperienze soggettive scaturite dall’uso ricreazionale della pianta. Viene riportato che dopo circa 20-30 minuti dall’ingestione di almeno 50 semi, si avverte un cambiamento dello stato emotivo, caratterizzato da una sensazione di estrema rilassatezza. Dopo circa un’ora seguono distorsioni spaziali e quindi sogni vividi la cui durata  di circa otto ore. Viene segnalata, inoltre, una persistenza degli eetti sino al giorno successivo all’ingestione dei semi, con pronunciata sonnolenza e spossatezza (14) .   Eetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento. Interazioni armacologiche La voacangina, per i suoi eetti depressori a livello del sistema nervoso centrale, può potenziare gli eetti armacologici dei barbiturici (6) . Determinazioni Analitiche Non sono presenti in letteratura scientiica metodologie per l’analisi dei principi attivi della Voacanga aricana nei liquidi biologici di assuntori né nelle diverse porzioni della pianta. Sono invece presenti in letteratura scientiica metodologie per l’analisi di ibogaina in diversi luidi e tessuti biologici (15,16) e per l’analisi della voacamina, della voacangina e della ibogai- na nella corteccia di altre piante contenenti questi alcaloidi come la Peschiera uschiaeolia e la Tabernanthe iboga   (17) . La metodica riguardante l’analisi dei principi attivi nella corteccia di Peschiera uschiaeolia utilizza un cromatograo liquido accoppiato ad uno spettrometro di massa (17) . La metodica di seguito riportata  uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi per la determinazione di ibogaina nei luidi e nei tessuti biologici umani (tratto da: HEARN W, PABLO J, HIME G, MASH D. Identiication and quantitation o Ibogaine and o-demethylated meta- bolite in brain and biological luids using gas chromatography-mass spectrometry J Anal Toxicol 1995; 19: 427-431) (16) . L’analisi per la determinazione dell’ibogaina viene eettuata su tessuto cerebrale e liquidi biologici (sangue, plasma e urine) mediante un gas cromatograo accoppiato ad uno spettrometro di massa. S mart D rugs 166 Estrazione del campione Ad 1 ml di sangue, plasma ed urina si aggiungono 100 μl di ibogaina-d 3 (standard interno), 2 ml di cloruro di sodio all’1% e 2 ml di carbonato di sodio a pH 10. Il campione viene miscelato per 1 ora a temperatura ambiente e successi- vamente estratto con 5 ml di acetato di etile. La ase organica viene successivamente prelevata ed evaporata sotto lusso d’azoto. L’essiccato viene ricostitutito con alcol metilico ed 1 μl viene iniettato nella strumentazione. Per quanto riguarda il tessuto cerebrale ad 1 g di tessuto omogenato si aggiungono 100 μl di ibogaina-d 3 (standard inter- no), 3 ml di cloruro di sodio all’1% e 3 ml di carbonato di sodio a pH 10. la miscela viene quindi estratta con la stessa procedura utilizzata per i liquidi biologici. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: 5DB (0,25 mm x 15 m x 0,1 μm) Temperatura iniettore: 270°C Gas: elio al lusso di 1 ml/min Modalità di iniezione: splitless Programmata di temperatura: 50°C per un minuto, 50°C-230°C a 25°C/min, rimanendo a 230°C per trenta minuti, da 230°C-300°C a 5°C/min per 7 minuti Rivelatore: spettrometro di massa con interaccia ad impatto elettronico Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Ibogaina: 12 minuti Ibogaina d 3 : 12,5 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Ibogaina: m/z 310, 295, 225 Ibogaina d 3 : 313, 298, 228 Standard Lo standard di ibogaina utilizzato per le analisi  stato acquistato presso la ditta Omincgem Corporation (Belgio). Curva di calibrazione Gli standard di calibrazione con range di concentrazioni da 5-1000 ng/ml o ng/g vengono preparati quotidianamente aggiungendo le soluzioni metanoliche a concentrazione nota a campioni di sangue, plasma, urine e tessuto celebrale di controllo. Risultati L’analisi dell’ibogaina con la metodologia sopra riportata ha evidenziato una quantità di principio attivo variabile tra 100 e 495 ng/ml nel sangue e nel plasma, tra 110 e 296 ng/ml nelle urine e tra 53 e i 200 ng/g nel tessuto cerebrale. Bibliografia   1. LEEUWENBER G. Voacanga, (Apocynaceae), a review o it’s taxonomy, phytochemistry, ethnobotany and pharmacology. Agric. Univ. Wagenigen papers. 1985: 83-85. 2. HITTNER JB, QUELLO SB. Combating substance abuse with ibogaine: pre- and posttreatment recommendations and an example o successive model tting analyses. J psychoactive drugs. 2004; 36: 191-199. 3. TAN PV, PENLAP VB, NYASSE B, NGUEMO JDB. Anti-ulcer actions o the bark methanol extract o Voacanga aricana in dierent experimental ulcer models in rats. J Ethnopharmacol. 2000; 73: 423-428. 4. TAN PV, NYASSE B. Anti-ulcer compound rom Voacanga aricana with possible histamine H2 receptor blocking activity. Phytomedicine. 2000; 7: 509-515.  Voacanga aricana 167 5. TAN PV, NYASSE B, DIMO T, WAFO P, AKAHKUH BT. Synergistic and potentiating eects o ranitidine and two new anti-ulcer compounds rom Enantia chlorantha and Voacanga aricana in experimental animal models. Pharmazie. 2002; 57: 409-412. 6. QUEVAUVILLER A, BLANPIN O. Pharmacodynamic study o voacamine, an alkaloid o Voacanca aricana, Apocynaceae. Therapie. 1957; 12: 635-647. 7. QUEVAUVILLER MA, BLANPIN O. Pharmacodynamics in comparing voacamine & voacorine, alkaloids rom Voacanga aricana Stapi (Apo- cynaceae). Ann Pharm Fr. 1957; 15: 617-630. 8. MORIN H, LE MEN J, POURRAT H. Pharmacodynamic study o tabersonine, an alkaloid extracted rom the seeds o Amsonia tabernaemontana Walt. (Apocyanaceae). Ann Pharm Fr. 1955; 13: 123-126. 9. KUNESCH N, MIET C, TROLY M, POISSON J. Alkaloids o Voacanga. 8. Alkaloids o leaves and seeds o Voacanga aricana Stap. Ann Pharm Fr. 1968; 26: 79-86. 10. JELLIN JM, GREGORY P, BATZ F. 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Dunal Sinonimi: ashwagandha, winter cherry, ginseng indiano Provenienza: India, Sud Arica, Asia orientale, bacino del Mediterraneo Principi attivi: la maggior parte dei costituenti sono witanolidi (lattoni steroidali con lo scheletro dell’ergostano) ed alcaloidi quali: witaerina A, witanolide I, II, III, A, D, E, F, G, H, I, J, K, L ed alcaloidi quali anaerina, isopelletierina Sono state distinte ben 23 specie diverse di piante appartenenti al genere Withania di cui però solo la Withania somniera   sembra possedere proprietà medicamentose. I principi attivi sono concentrati soprattutto nelle radici e nelle bacche della pianta ma anche nelle oglie e nel usto. Al momento sono stati riconosciuti e separati 12 alcaloidi, 35 witanolidi e diversi sitoindosidi. La maggior parte delle proprietà ascritte all’ashwagandha sono tuttavia attribuite, a oggi, ai due witanolidi principali: witaerina A e witanolide D (1) . La concentrazione dei principi attivi nella pianta varia a seconda che essi vengano estratti dalle radici (0,066% witaerina A, 0,193% witanolide D), dal usto (0,048% witaerina, 0,007% witanolide D) o dalle oglie (0,238% witaerina A, 0,003% witanolide D) (2) . In uno studio eettuato su cinque diverse piante di ashwagandha sono state rilevate concentrazioni di witaerina variabili tra lo 0,3-0,8% nelle oglie, 0,1% nel usto e tra lo 0,007 e lo 0,1% nelle radici (3) . Non risultano dalla letteratura dati relativi alla concentrazione dei principi attivi nelle bacche. Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Nome: witaerina A. Formula Molecolare: C 28 H 38 O 6 (peso molecolare = 470,5). Nome sistematico: delta-lattone dell’acido (4 b ,5 b ,6 b ,22R)- 5,6-epossi-4,22,27-tridrossi-1-ossoergosta-2,24-dien-26-oico. Numero di registro CAS: 5119-48-2. Punto di fusione: 243°C. UVmax (etanolo): 214, 335 nm. Solubilità: solubile in alcol etilico e in dimetilsolossido. CH 3 CH 3 CH 3 CH 2 H 3 C OH OH O O O O H H H H H H 169 S mart D rugs Nome: witanolide D. Formula Molecolare: C 28 H 38 O 6 (peso molecolare = 470,5). Nome sistematico: delta-lattone dell’acido (4 b ,5 b ,6 b ,22R)- 5,6-epossi-4,20,22-tridrossi-1-ossoergosta-2,24-dien-26-oico. Numero di registro CAS: 30655-48-2. Punto di fusione: 251-253°C (etilacetato). UVmax (etanolo): non sono presenti in letteratura dati relati- vi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: anaerina. Formula Molecolare: C 13 H 24 N 2 O (peso molecolare = 224,3). Nome sistematico: 1,3-bis[(2R)-piperidin-2-il]propan-2-one. Numero di registro CAS: 19519-53-0. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax (etanolo): non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: isopelletierina. Formula Molecolare: C 8 H 15 NO (peso molecolare = 141,2). Nome sistematico: (9CI)1-(2-piperidinil)-,(+-)2-Propanone. Numero di registro CAS: 539-00-4. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax (etanolo): non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Non sono presenti in letteratura dati relativi alla ormula molecolare, al nome sistematico, al numero di registro CAS, al punto di usione, all’UVmax e alla solubilità del witanolide I, II, III, A, E, F, G, H, I, J, K e L. Uso storico La Withania somniera , anche conosciuta con il nome di ashwagandha, ginseng indiano o ciliegia d’inverno, rappresenta una pianta importante nell’ambito della medicina ayurvedica e tradizionale indigena da oltre 3000 anni. Storicamente la pianta  stata utilizzata come arodisiaco, tonico per il egato, antiniammatorio, astringente e, più di recente, nel tratta- mento della bronchite, dell’asma, dell’ulcera, dell’insonnia e della demenza senile. CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 H 3 C OH O O O O HO H H H H H O N H N H CH 3 O H N S mart D rugs 170 Uso attuale Attualmente l’ashwagandha viene utilizzata nella medicina ayurvedica soprattutto come adattogeno. Gli adattogeni rap- presentano una classe di composti (vegetali) che, secondo la tradizione ayurvedica, sono in grado di indurre nell’orga- nismo ammalato condizioni di accresciuta resistenza alle malattie stesse. Gli adattogeni sono relativamente innocui, non hanno uno speciico meccanismo d’azione, normalizzano le condizioni patologiche e sono generalmente rappresentati dai glicosidi e alcaloidi delle piante. Diversi studi clinici e ricerche eettuate sugli animali sembrano supportare l’utilizzo dell’ashwagandha nel trattamento dell’ansia, dei disordini neurologici e cognitivi, nelle iniammazioni (1,4) . Legislazione Non si conoscono restrizioni particolari nell’uso dell’ashwaganda o dei suoi principi attivi in Italia, sebbene in un disegno di legge datato 10 maggio 1996 (Norme in materia di erboristeria e di piante oicinali) i semi dell’aswagandha siano inseriti in un elenco di prodotti non vendibili in erboristeria (5) . Il Ministero della Salute ha inserito la radice di Withania somniera nell’elenco degli estratti vegetali ammessi negli integratori alimentari (6) . Non sono noti provvedimenti legisla- tivi restrittivi a carico dell’ashwagandha o dei suoi principi attivi nei diversi paesi della Comunità Europea. In Canada l’ashwagandha  inserita in un elenco di prodotti cosmetici e per la cura della persona per i quali si richiede di stabilire la potenziale tossicità (7) . Proprietà armaco-tossicologiche Gli eetti biologici e armacologici dell’ashwagandha sono da attribuire ai lattoni steroidei (witanolidi) in essa contenuti. L’ashwagandha possiede proprietà adattogene (antistress), anti-iniammatorie, immunomodulanti, antitumorali, antiossi- danti ed emopoietiche ed inoltre esercita, attraverso meccanismi d’azione non del tutto chiariti, eetti sul sistema endo- crino, sugli apparati cardiovascolare e respiratorio e sul sistema nervoso centrale. Alla base delle proprietà adattogene sembra esserci una inibizione dell’up-regulation dei recettori dopaminergici a livello del corpo striato indotta dallo stress (8) . L’eetto immunostimolante della pianta sembra invece essere correlato alla pro- prietà di indurre la sintesi di monossido d’azoto (NO) da parte dei macroagi (9) . La witaerina A , tra i principi attivi presenti nell’ashwagandha per i quali  stata dimostrata attività antitumorale, il più promettente (10) . Le sue proprietà anti-angiogenesi la rendono particolarmente interessante nella ricerca associata allo svilup- po di nuovi armaci antitumorali (11) .  In vitro la witaerina A inibisce la prolierazione cellulare agendo sulla sintesi nucleica e proteica con eetti citotossici (12) . Esperimenti eettuati su linee cellulari tumorali umane (polmone, mammella, sistema nervoso centrale) hanno conermato queste proprietà della witaerina A e di altri composti estratti dall’ashwagandha (13) . L’eetto antitumorale della witaerina A  stato osservato anche con la witaerina E (14) . Le proprietà antitumorali della witaerina A e del witanolide D sono state studiate anche in vivo nel sarcoma-180 di topo (15) . I witanolidi agiscono come precursori ormonali in grado di essere convertiti, al bisogno, in ormoni attivi. In uno studio condotto in doppio cieco, 42 pazienti aetti da osteoartrite sono stati trattati con una miscela contenente ashwagandha e altre erbe o con placebo per una durata di tre mesi. Durante tutte le asi del trattamento sono stati valutati la sintomatologia dolorosa, il grado di disabilità, la velocità di eritrosedimentazione e sono stati eseguiti controlli radiologici. Gli individui trattati con la miscela hanno mostrato una signiicativa riduzione del grado di severità del dolore e del grado di disabilità rispetto ai controlli, pur non mostrando nessuna modiicazione degli altri parametri valutati (16) . La Withania somniera esercita anche un’attività anticonvulsivante, probabilmente correlata ad una interazione con il sito per i barbiturici presente a livello del recettore per il GABA (17) . L’attività antiniammatoria degli estratti di Withania somniera  stata studiata nel modello sperimentale del granuloma indotto dalla somministrazione di carragenina. Questi studi hanno permesso di dimostrare che la Withania somniera   riduce la sintesi di collagene e il quantitativo di glucosaminoglicano contenuta nel tessuto granulomatoso (18) . In un altro studio, l’iniammazione  stata indotta mediante iniezione di ormalina nell’arto posteriore del ratto. Tale condizione provoca un deict dell’assorbimento di glucosio nel tratto intestinale valutabile in vitro . Nei ratti trattati con ashwagandha o con il armaco antiniammatorio ossienbutazone, il malassorbimento però non si veriica, acendo così ipotizzare che l’ashwagandha abbia eetti antiniammatori simili a quelli indotti dall’ossienbutazone e con un Withania somniera 171 meccanismo d’azione presumibilmente legato all’inibizione della cicloossigenasi (19) . L’ashwagandha incrementa l’attività dei macroagi peritoneali esercitando così un eetto antimicrobico (20) . L’azione an- tibatterica della pianta  stata dimostrata in uno studio in cui  stato osservato che la somministrazione orale di un suo estratto acquoso riduce la carica batterica presente negli organi vitali e incrementa il tempo di sopravvivenza in topi inet- tati con Salmonella typhimurium (21). Altri eetti armacologici osservati in laboratorio comprendono un lieve eetto inotropo e cronotropo (witanolidi), pro- prietà ipocolesterolemizzanti ( b -sitosterolo) (13,22,23) , eetti nootropici dovuti ad incremento dell’attività colinergica (24) . Recentemente  stato provato che il pretrattamento con Withania somniera sembra proteggere dai cambiamenti strutturali indotti dall’astinenza da morina (25) . Tossicità In uno studio di tossicità cronica condotto su ratti, la somministrazione di una dose di 100 mg/kg di estratto per 30 giorni ha provocato una signiicativa riduzione del peso della milza, del timo e delle ghiandole surrenali insieme ad un incre- mento dei livelli di osatasi acida (26) . Nel topo, dopo somministrazione intraperitoneale dell’estratto alcolico, la DL50  di 1260 mg/kg. Sempre nel topo, in seguito a somministrazione orale della sola razione di alcaloidi, la DL50  432 mg/kg. La morte negli animali avviene per paralisi respiratoria e convulsioni di tipo clonico (27) . Dati relativi alla tossicità acuta della witaferina A Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 54 mg/kg Non sono noti dati di tossicità relativi al witanolide D. Eetti avversi Dosaggi elevati di ashwagandha possono causare disturbi gastrointestinali, vomito e diarrea (14) . Negli animali da laborato- rio la razione alcaloidea produce un eetto sedativo che, con l’aumento delle dosi, può portare a depressione respiratoria. Alcuni autori sconsigliano di assumere gli estratti della pianta in associazione con alcol, barbiturici ed ansiolitici in genere   (1) . In particolare uno studio condotto da Malhotra e coll. (27) ha evidenziato la capacità dell’ashwagandha di potenziare l’eetto sedativo del pentobarbital. Lo stesso studio ha dimostrato che nei topi gli alcaloidi dell’ashwagandha possono incrementare la tossicità della metametamina e del metrazolo. Ratti trattati con ashwagandha per un periodo compreso tra 10 e 14 giorni hanno sviluppato disturbi renali (calcoli renali e degenerazione tubulare), epatici (degenerazione centrolobulare) e respiratori (edema peribronchiale e perivenoso) (28) . è stato riportato in letteratura il caso di una donna di 32 anni che ha maniestato i sintomi di una tireotossicosi, in seguito all’assunzione di ashwagandha per il trattamento della sindrome da atica cronica, risoltosi spontaneamente alla sospen- sione del trattamento (29) . Questo caso, pur non trovando altri riscontri in letteratura, viene conermato da studi su animali nei quali l’eetto tireotossico dell’ashwagandha  stato imputato ad incremento degli ormoni tiroidei. Interazioni armacologiche La Withania somniera può avere un eetto sedativo. Potenziali interazioni armacologiche possono veriicarsi con: •anticonvulsivanti •antipsicotici •benzodiazepine •barbiturici(fenobarbital) •fenitoina •primidone •antidepressivitriciclici •acidovalproico •zolpidem S mart D rugs 172 Pertanto  consigliabile non associare derivati della pianta a armaci che deprimono il sistema nervoso centrale e sospen- derne l’assunzione in prossimità di eventuali interventi chirurgici che prevedono l’anestesia generale (30) . Eetti in gravidanza L’American Herbal Products Association ha assegnato l’ashwagandha alla classe 2b (da non usare in gravidanza) (31) . La pianta può avere eetti abortivi (14) . Determinazioni Analitiche Non sono presenti in letteratura scientiica metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della Withania somniera nei liquidi biologici. è invece descritta in letteratura scientiica una metodologia di analisi dei principi attivi su polvere di radice, oglie e tronco di Withania somniera e su prodotti commerciali contenenti parti della pianta (2) . La metodica di seguito riportata  uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi per la determinazione di witanolidi nella pianta di Withania somnifera   (tratto da: GANZERA M, CHOUDHARY MI, KHAN IA. Quantitative HPLC analysis o withanolides in Withania somni-  era . Fitoterapia. 2003; 74: 68-76) (2) . L’analisi viene eseguita su polvere di radice, oglie e tronco di Withania somniera e su prodotti commerciali contenenti parti della pianta mediante un cromatograo liquido accoppiato ad un rivelatore spettrootometrico con otomoltiplicatore a serie di diodi ed accoppiato allo spettrometro di massa. Estrazione del campione Un grammo di polvere di materiale derivante dalla pianta o da prodotti commerciali viene estratto tre volte con 3 ml di alcol metilico e sonicato per 10 minuti. Dopo centriugazione a 3000 rpm per 5 minuti, l’estratto viene prelevato e portato ad un volume inale di 10 ml con alcol metilico. I prodotti commerciali di natura liquida sono diluiti 1:1 con alcol metili- co. Tutti i campioni sono iltrati prima di essere analizzati. 10 μl vengono iniettati nella strumentazione. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: Synergi MAX-RP 80 (150 x 4,6 mm x 4 μm) Fase mobile A: Acqua Fase mobile B: alcol metilico: reagente alcolico (etanolo,metanolo,isopropanolo 90,6:4,5:4,9, v/v/v) 1:1, v/v Modalità di separazione per l’accoppiamento con il rivelatore spettrootometrico a serie di diodi: gradiente (ase mobile A: 65% tempo zero, da 65% al 55% in 25 minuti) Modalità di separazione per l’accoppiamento con lo spettrometro di massa: gradiente (ase mobile A: 55% tempo zero, da 55% al 45% in 25 minuti) Flusso HPLC: 1 ml/minuto Flusso LC-MS: 0,5 ml/minuto Rivelatore1: spettrootometro con otomoltiplicatore a serie di diodi (230 nm) Rivelatore 2: spettrometro di massa con interaccia elettrospray in modalità positiva, scansione con range di massa m/z 250-600 Voltaggio di ionizzazione: 50 V Voltaggio della sorgente: 3 Kv Withania somniera 173 Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Witaferina A: 14,2 minuti Witanolide D: 17,2 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate Witaferina A: m/z 488, 417, 399 Witanolide D: m/z 488, 453, 288 Standard La witaerina A e il witanolide D utilizzati per le analisi sono stati acquistati presso la ditta Chromadex (LGC Promo- chem s.r.l., Sesto San Giovanni, Milano, Italia). Curva di calibrazione Due milligrammi di ogni standard sono disciolti in 5 ml di alcol metilico (soluzione standard). Cinque punti di calibra- zione (range: 400 ng/ml-1,6 μg/ml) sono preparati per diluizione della soluzione standard in alcol metilico. Risultati L’analisi della radice, del usto e delle oglie di Withania somniera hanno conermato la presenza di witaerina A e di witanolide D in tutte le parti della pianta ma con una dierenza signiicativa nel loro rapporto. Nella radice il witanolide D risulta essere presente in percentuale maggiore (0,193% vs 0,066%). Questa  invece presente in percentuale minore nelle oglie rispetto la witaerina A (0,003% vs 0,238%). Nel usto la percentuale dei due composti  per entrambi bassa (0,007% per il witanolide D e 0,048% per la witaerina A). Nei prodotti commerciali analizzati sono stati rilevati entrambi i composti. Nei prodotti solidi la quantità della witaerina A varia da 0.003% a 0,051% mentre quella del witanolide D varia dallo 0,006% a 0,049%. Nei prodotti commerciali liquidi, la quantità della witaerina A  nel range 0,027-0,065% e quella del witanolide D varia dallo 0,238% al 0,364%. Bibliografia   1. AUTORI NON RIPORTATI. Withania somniera. Monograph Altern Med Rev. 2004; 9: 211-214. 2. GANZERA M, CHOUDHARY MI, KHAN IA. Quantitative HPLC analysis o withanolides in Withania somniera. Fitoterapia. 2003; 74: 68-76. 3. KHAJURIA RK, SURI K, GUPTA RK, SATTI NK, SURI OP, QAZI GN. Separation, identication, and quantication o selected withanolides in plant extracts o Withania somniera by HPLC-UV(DAD) – positive ion electrospray ionisation-mass spectrometry. J Sep Sci. 2004; 27: 541-546. 4. MISHRA LC, SING BB, DAGENAIS S. Scientic basis or the therapeutic use o Withania somniera (ashwagandha): a review. Altern Med Rev. 2000; 5: 334-346. 5. SENATO DELLA REPUBBLICA- Legislatura 13°- Disegno di legge n. 249. Norme in materia di erboristeria e di piante ocinali. 6. L’elenco delle piante e degli estratti vegetali ammessi negli integratori alimentari  reperibile dal sito http://www.salute.gov.it 7. HEALTH CANADA- Substances in cosmetics and personal care products regulated under the ood and drugs act (F&DA) that were in commerci between January 1, 1987 and September 13, 2001 8. RAMARAO P, RAO KT, SRIVASTAVA RS GHOSAL S. Eects o glycowithanolides rom Withania somniera on morphine-induced inhibition o  intestinal motility and tolerance to analgesia in mice. Phytotherapy Res. 1995; 9: 66-68. 9. IUVONE T, ESPOSITO G, CAPASSO F, IZZO AA. Induction o nitric oxide synthase expression by Withania somniera in macrophages. Lie Sci. 2003; 72: 1617-1625. 10. UMA DEVI P. Withania somniera Dunal (ashwagandha): potential plant source o a promising drug or cancer chemotherapy and radiosensitiza- tion. 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MCGUFFIN M, HOBBS C, UPTON R. Botanical Saety Handbook. CRC Press, Boca. 175 Spice Solo da pochi anni  stato accertato l’arrivo sul mercato “on-line” e nei negozi specializzati in articoli “etno” di nuove “Smart Drugs”, denominate “Spice”. Nel caso delle Spice non si tratta di un solo composto di origine vegetale ma, da quanto risulta già nelle etichette dei prodotti in commercio, di miscele di più erbe che possono essere umate al pari del tabacco. In realtà le Spice vengono pubblicizzate e vendute come incenso, come “una miscela esotica di piante che rilascia un ricco aroma mentre brucia, non destinata al consumo umano”. Gli utilizzatori di Spice indicano invece che, dopo aver umato il prodotto, si avvertono eetti simili a quelli ottenuti umando la cannabis. Gli stessi utilizzatori parlano delle Spice come erbe umabili per uno “sballo legale”, acendo rierimento al loro status giuridico (1-2) . Al momento esistono un gran numero di prodotti riuniti sotto il marchio “Spice”. Fra i più conosciuti: Spice Silver, Spice Gold, Spice Diamond, Spice Arctic Synergy, Spice Tropical Synergy e Spice Egypt. I vari prodotti riportano in etichetta quasi sempre gli stessi composti vegetali anche se in proporzioni dierenti. L’etichetta apposta sui coloratissimi pacchetti delle Spice indica che il prodotto contiene da 0,4 a 3 g di una miscela di erbe dalle presunte proprietà psicoattive. Queste piante sembrano essere state scelte perché alcune di esse sono tradizio- nalmente utilizzate da alcuni gruppi etnici sudamericani o asiatici come ‘sostituti della marijuana’: in tal modo gli utenti possono aspettarsi eetti simili a quelli ottenuti dopo aver umato cannabis. In realtà, sulla base della conoscenza del contenuto chimico di alcune di queste piante, per almeno due di esse, la Pedicu- laris densifora (Indian Warrior) ed il  Leonotis leonurus (Lion’s Tail) vengono riportati in letteratura degli eetti psicoat- tivi. Per le altre piante, le notizie sono soprattutto aneddotiche e la letteratura scientica scarsa. La Tabella 1 che segue mostra il tipo di composti di origine vegetale indicati nelle etichette di alcune Spice (1) . Tabella 1. Una ricerca condotta nel 2009 dall’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (EMCDDA) (1) ha rilevato che la maggior parte dei rivenditori online di prodotti Spice ha sede nel Regno Unito (37%), Germania (15%), Paesi Bassi (14%) e Romania (7%) (1) . Tuttavia, benché siano ancora vendute in negozi-on line di Regno Unito, Romania, Irlanda e Lettonia, le Spice non sono più reperibili nei negozi on-line con sede in Germania, Austria e Francia a seguito di azioni legali volte a vietare o con- trollare i prodotti di marchio Spice messe in atto da questi stati. In Internet il prezzo medio in euro di prodotti Spice cambia a seconda del paese e della “potenza” del prodotto, ma si aggira mediamente tra i 20 ed i 30 euro per una conezione da 3 g. Considerando che 3 g di prodotto sono sucienti per circa sette “dosi” (0,4 g a “dose”), il prezzo delle Spice  grosso modo paragonabile a quello della cannabis, vale a dire circa 3-4 euro/dose. Nel corso del 2009 l’EMCDDA ha segnalato come alcuni rivenditori stiano attualmente pubblicizzando delle miscele di erbe alternative alle Spice. In particolare, sono state identicate 27 diverse miscele tra cui la Yucatan Fire, Sence e Genie. Pubblicizzate come prodotti contenenti ingredienti di origine vegetale, tuttavia, secondo inormazioni ornite dal NOME COMUNE SPECIE FAMIGLIA Fagiolo da spiaggia Canavalia maritima; sin. C. rosea Fabaceae Lion’s tail  Leonotis leonurus Lamiaceae Honeyweed/Siberian motherwort  Leonurus sibiricus Lamiaceae Loto sacro  Nelumbo nuciera Nelumbonaceae Loto bianco e Loto blu  Nymphaea alba e  Nymphaea caerulea Nymphaeaceae Indian warrior Pedicularis densilora Orobanchaceae Dwar skullcap Scutellaria nana Lamiaceae Maconha brava  Zornia latiolia o  Z. diphyilla Fabaceae S mart D rugs 176 rivenditore, alcune di esse conterrebbero estratti vegetali di  Amanita muscaria , ungo con proprietà allucinogene. Il consumo delle Spice preoccupa e allarma la comunità scientica non solo per i composti di origine vegetale che com- pongono il prodotto, di cui peraltro si conosce poco o nulla circa il contenuto in principi armacologicamente attivi, ma anche per l’individuazione in molte Spice di cosiddetti “cannabinoidi sintetici”, sostanze testate su modello animale ma prive di sperimentazione clinica controllata sugli esseri umani. A ciò si aggiunge il atto che se le conoscenze sui singoli composti di queste miscele sono scarse, non si hanno invece notizie sulle interazioni armacologiche e sulle proprietà dei principi attivi presenti nelle miscele che possono dar luogo ad eetti additivi o sinergici non prevedibili. Solo l’osservazione clinica degli eetti sugli assuntori può colmare il vuoto delle conoscenze. è stato a partire dalla ne del 2008, inatti, che alcuni Stati europei (Germania, Austria, Danimarca ed Olanda) insieme alla Drug Enorcement Administration (DEA) statunitense hanno segnalato la presenza, nei prodotti di marchio Spice, di composti sintetici psicoattivi con azione sui recettori cannabinoidi (3-4) . In particolare, il National Focal Point on Drugs and Drug Addictions (NFP) austriaco ha ormalmente noticato all’EMCDDA l’individuazione di una nuova sostanza psico- attiva (il cannabinoide sintetico JWH-018) nei prodotti Spice Gold, Silver e Diamond. Allo stesso modo, l’NFP tedesco ha noticato il rilevamento del cannabinoide sintetico CP 47,497, mentre Olanda e Danimarca hanno segnalato la presenza in tali prodotti del cannabinoide sintetico JWH-073. Al di uori del contesto europeo, il DEA americano ha noticato la presenza di piccole quantità del cannabinoide sintetico HU-210 in altri prodotti di marchio Spice (3) . Queste molecole, probabilmente aggiunte alla miscela di erbe, sono state originariamente sviluppate in laboratorio a sco- po di ricerca, per studiare i meccanismi molecolari e biochimici del sistema degli endocannabinoidi su modelli animali e poi utilizzati nelle Spice. A livello internazionale, per nessuno dei cannabinoidi sintetici sopra menzionati esistono restrizioni al commercio o all’utilizzo, così come non esiste alcuna autorizzazione a livello europeo per un loro impiego come armaci. Non esistono inoltre dati ucialmente pubblicati sulla sicurezza nell’utilizzo di tali sostanze ed  poco noto il loro eetto sugli esseri umani. Inoltre, la loro non comune struttura chimica sommata ad alcune caratteristiche come la volatilità (e dunque la possibilità di essere “umate”) e l’attività a basse concentrazioni, rappresentano per i ricercatori una nuova sda analitica e tossicologica. Si può presumere che diverse quantità o combinazioni di cannabinoidi sintetici siano stati aggiunte ad alcuni prodotti Spice per riprodurre alcuni eetti simil-cannabis. Tuttavia, non vi  alcuna prova che i cannabinoidi sintetici JWH-018, JWH-073, HU-210, CP 47,497 ed i loro omologhi siano presenti in tutti i prodotti di marchio Spice (o simil-Spice) o addirittura in tutte le partite di uno stesso prodotto. Alcune inormazioni dei media suggeriscono che alcuni prodotti Spice possono essere stati prodotti in Cina, ma non  ancora chiaro dove e come avviene la produzione delle miscele di erbe aromatiche, dei cannabinoidi sintetici, e dove e come avviene la loro miscelazione. Bibliografia   1. EMCDDA. Understanding the ‘Spice’ phenomenon, Thematic papers, European Monitoring Centre or Drugs and Drug Addiction (2009). http://www.drugsandalcohol.ie/12597/1/Understanding_the_Spice_phenomenon.pd  2. LINDIGKEIT R, BOEHME A, EISERLOH I, LUEBBECKE M, WIGGERMANN M, ERNST L, BEUERLE T. Spice: a never ending story? Forensic Sci Int. 2009; 191: 58-63. 3. DEA (US Drugs Enorcement Administration), Microgram Bulletin 2009; 42 (3). 4. UCHIYAMA N, KIKURA-HANAJIRI R, KAWAHARA N, HAISHIMA Y, GODA Y. Identication o a cannabinoid analog as a new type o designer drug in a herbal product. Chem Pharm Bull. (Tokyo) 2009; 57: 439-41. Spice 177 Monograe di cannabinoidi sintetici e piante presenti nelle Spice CANNABINOIDI SINTETICI I cannabinoidi sintetici rappresentano una vasta amiglia di molecole strutturalmente non correlate tra di loro ma unzio- nalmente simili al Δ -9-tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo della cannabis. I cannabinoidi sintetici si legano nel cervello e in altri organi agli stessi recettori (quelli per i cannabinoidi) del THC e del ligando endogeno anandamide. Più correttamente designati come “agonisti del recettore dei cannabinoidi”, sono stati sviluppati nel corso degli ultimi 40 anni come agenti terapeutici per il trattamento del dolore. Tuttavia,  stato dimostrato come sia dicile separare la proprietà antidolorica dagli indesiderati eetti psicoattivi. Recentemente i cannabinoidi sintetici sono stati individuati in diverse miscele di erbe da umare o in incensi e proumatori ambientali. Un tipico esempio  appunto rappresentato dalle Spice (Gold, Silver Yucatan, Fire), sebbene successivamente a queste siano comparsi sul mercato molti altri prodotti dalle caratteristiche simili. 1. CHIMICA Anche se vengono spesso denite semplicemente come “cannabinoidi sintetici”, la maggior parte di tali molecole non  strutturalmente correlata ai cosiddetti “cannabinoidi classici” (per esempio i composti come il THC basati sull’anello dibenzopirano). Gli “agonisti del recettore dei cannabinoidi” costituiscono un gruppo eterogeneo di sostanze, sebbene abbiano diverse caratteristiche in comune, tra cui la liposolubilità, la non polarità, e siano costituti da 22-26 atomi di carbonio. Inoltre, quando umati, volatilizzano acilmente. Caratteristica comune dei vari cannabinoidi sintetici  la pre- senza di una catena laterale che conerisce attività alla molecola: un’attività ottimale richiede la presenza di più di quattro e no a nove atomi di carbonio saturi (1) . I cannabinoidi sintetici possono essere classicati secondo sette grandi gruppi strutturali (2) : 1. Natoilindoli (es. JWH-018, JWH-073 e JWH-398); 2. Natilmetilindoli; 3. Natoilpirroli; 4. Natilmetilindani; 5. Fenilacetilindoli (benzoilindoli, es. JWH-250); 6. Cicloesilenoli (es. CP 47,497 e suoi analoghi); 7. Cannabinoidi classici (es. HU-210). Gli analoghi del THC, chiamati “cannabinoidi classici”, sono basati su un anello dibenzopirano. Sviluppati a partire dal 1960, includono l’HU-210 (la sigla HU indica la Hebrew University) (3-7) , il nabilone, il dronabinolo e molti altri. Nel corso dei primi anni ’70 l’industria armaceutica ha sviluppato una serie dei cicloesilenoli (CP) con attività simil-cannabinoide. Esempi di queste molecole includono il CP 47,497 ed i suoi analoghi (8-11) . La letteratura internazionale  solita indicare questo gruppo di molecole come cannabinoidi “non-classici”. Nel corso degli anni ’90, inne, J.W. Human et al. della Clemson University hanno sintetizzato un’ampia gamma di natoilindoli, natilmetilindoli, natoilpirroli, natilmetilinda- ni e enilacetilindoli conosciuti come aminoalchilindoli o composti JWH, dal nome del loro inventore (12-14) . Un esempio di enilacetilindolo  il JWH-250, identicato in Germania in prodotti a marchio Spice. La Tabella 2 illustra alcune caratteristiche dei sei principali cannabinoidi sintetici identicati in prodotti Spice, conron- tati con le caratteristiche del Δ -9-THC. S mart D rugs 178 1.1 Struttura dei cannabinoidi sintetici trovati nei prodotti Spice, con elevata anità per i recettori cannabinoidi di tipo CB1 (15-19) I cannabinoidi sintetici possiedono una struttura molecolare che ricorda molto da vicino quella del Δ -9-tetraidrocannabinolo, il principio attivo della Cannabis. Da notare soprattutto la presenza della catena laterale costantemente presente in tutte le molecole e responsabile dell’attività sul sistema nervoso centrale. Nome: CP 47,497. Formula Molecolare: C 21 H 34 O 2 (peso molecolare = 318,5). Nome sistematico: cis-5-(1,1-dimetileptil)-2-(3-idrossicicloesil)- enolo. Numero di registro CAS: 70434-82-1. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: HU-210. Formula Molecolare: C 25 H 38 O 3 (peso molecolare = 386,6). Nome sistematico: (6aR-cis-3-(1,1-dimetileptil)-6a,7,10,10a- tetraidro-1-idrossi-6,6-dimetil-6H-dibenzo[b,d]piran-9-metanolo. Numero di registro CAS: 112830-95-2. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: solubile in dimetilsolossido. OH O H H OH CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 CH 3 OH OH CH 3 CH 3 CH 3 Tabella 2.   Δ -9-THC e i sei principali cannabininoidi sintetici identiicati con elevate ainità per i recettori CB1 trovati nei prodotti “Spice”   Famiglia/  gruppo Sottogruppo Potenza e selettività Affinità di legame per CB1_Ki (nM) Sintetizzato da Δ -9-THC Dibenzopirano naturale Riferimento. Agonista parziale del CB1 10,2   Origine naturale HU-210 Dibenzopirano (Cannabinoide “classico”) Analogo del Δ 9-THC Agonista non-selettivo dei recettori CB1/CB2 0,06 R. Mechoulam CP 47, 497 Cicloesilfenolo Potente agonista selettivo dei recettori CB1 9,54 Industria farmaceutica JWH-018 Naftoilindolo 1-alchil-3- (1-naftoil) indolo Agonista selettivo estremamente potente dei recettori CB2 (potente agonista anche dei CB1) 9   JW Huffman JWH-073 Naftoilindolo 1-alchil-3- (1-naftoil) indolo Potente agonista dei recettori CB1 (più debole agonista dei CB2) 8,9 JW Huffman JWH-398 Naftoilindolo 3-(4-alo-1- naftoil)indolo Agonista non selettivo molto potente dei recettori CB1/CB2 2,3 JW Huffman JWH-250 Fenilacetilindolo/  benzoilindolo 1-pentil-3- fenilacetilindolo Agonista selettivo dei recettori CB1 molto potente (agonista più debole dei recettori CB2) 11 JW Huffman Spice 179 Nome: JWH-018. Formula Molecolare: C 24 H 23 NO (peso molecolare = 341,5). Nome sistematico: JWH-018 [(natalen-1-il)(1-pentil-1H-indol- 3-il)metanone]. Numero di registro CAS: 209414-07-3. Punto di fusione: 49-54°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: JWH-073. Formula Molecolare: C 23 H 21 NO (peso molecolare = 327,4). Nome sistematico: JWH-073 [(natalen-1-il)(1-butil-1H-indol-3- il)metanone]. Numero di registro CAS: 208987-07-3. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: JWH-250. Formula Molecolare: C 22 H 25 NO 2 (peso molecolare = 335,4). Nome sistematico: non sono presenti in letteratura dati relativi al nome sistematico. Numero di registro CAS: non  presente in letteratura il numero di registro CAS . Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. 1.2 Stato sico Le molecole dei cannabinoidi sintetici possono trovarsi allo stato solido o oleoso. Le miscele di erbe che vengono vendute per essere umate sono solitamente preparate in bustine di alluminio contenenti circa 3 g di materiale essiccato cui vengo- no addizionati uno o più cannabinoidi sintetici. Si presume che il cannabinoide sintetico sia aggiunto alla miscela di erbe mediante un processo di vaporizzazione. Spesso sulla conezione viene dichiarato un contenuto diverso rispetto a quello poi realmente presente nella miscela: molte erbe, inatti, sono del tutto assenti mentre  presente il cannabinoide sintetico non dichiarato in etichetta. Inoltre, spesso  possibile rilevare la presenza di elevate quantità di tocoerolo (vitamina E), probabilmente utilizzato per mascherare e rendere dicile l’individuazione dei cannabinoidi sintetici. O N CH 3 O O N CH 3 CH 3 O N CH 3 S mart D rugs 180 1.3. Sintesi e precursori chimici Alcuni cannabinoidi di sintesi sono direttamente reperibili sul mercato. Per molti altri invece,  possibile reperire le metodiche di sintesi poiché oggetto di pubblicazione, mentre i loro precursori chimici possono essere acquistati presso i rivenditori specializzati. Altre molecole, invece, sono più dicili da reperire. Ad esempio la sintesi dei natoilindoli a partire dai precursori richiede molti passaggi, mentre la preparazione dei dibenzopirani  complicata dal atto che dopo la loro sintesi si rende necessaria la successiva separazione dei due enantiomeri dalla miscela racemica. 2. FARMACOLOGIA Gli agonisti dei recettori cannabinoidi, interagendo a livello cerebrale con i recettori di tipo CB1, mimano gli eetti del THC e dell’anandamide. Studi in vitro hanno dimostrato come i cannabinoidi sintetici abbiano maggiore anità (espressa come Ki) per questi recettori rispetto al THC. Tutti i cannabinoidi sintetici identicati nelle miscele di erbe analizzate hanno, come il THC (Ki = 10.2 nM), elevata anità per i recettori CB1. La molecola nota come HU-210 ha un valore del Ki particolarmente basso (0.06 nM): essa si lega ai recettori CB1 con una orza di 100 volte maggiore rispetto al THC. In realtà, le conoscenze sulla armacologia e tossicologia dei cannabinoidi di sintesi sono scarse: pochi sono inatti i lavori pubblicati che riguardano l’essere umano e ciò rende il consumo di tali molecole potenzialmente molto dannoso. Ad esempio,  stato ipotizzato che il JWH-018, a causa delle sue caratteristiche strutturali, possa possedere proprietà carci- nogeniche. è possibile inoltre che, oltre alla orza di legame con i recettori CB e dunque alla potente azione sul sistema nervoso centrale, alcuni cannabinoidi di sintesi abbiano una emivita particolarmente lunga, il che potrebbe condurre ad un prolungato eetto psicoattivo (16) . Inoltre,  presumibile una elevata variabilità nel contenuto in cannabinoidi tra i vari lotti di miscele da umare (sia in termini di sostanze presenti che in termini di quantità). 3. ANALISI I cannabinoidi sintetici sono identicabili utilizzando la cromatograa liquida o gassosa accoppiata alla spettrometria di massa. Attualmente, esiste in letteratura un solo studio analitico che identica i cannabinoidi JWH-018, e CP 47,497 all’interno di alcuni prodotti di marchio Spice (18) , e una metodica analitica per la determinazione del JWH-18 nel siero di due assuntori (20) . 4. LEGISLAZIONE Nessuno dei cannabinoidi sintetici  sottoposto a controllo internazionale in virtù delle convenzioni per il controllo delle sostanze stupeacenti delle Nazioni Unite, sebbene in alcuni Stati membri della Unione Europea il JWH-018, il JWH-073, l’HU-210, ed il CP 47,497 (assieme ai suoi omologhi C6, C8 e C9) sono stati inseriti nelle liste di sostanze sotttoposte a controllo. In Polonia, il JWH-018 ed alcuni componenti delle Spice (  Leonotis leonorus e  Nymphea caerulea ) sono so- stanze sottoposte a controllo. In Germania, con un provvedimento urgente la JWH-018 ed il CP 47, 497 sono stati inseriti nelle Tabelle della Legge sulle sostanze d’abuso. In Austria, Estonia e Francia il JWH-018, l’HU-210, e il CP 47,497 sono stati recentemente inclusi nella lista di sostanze psicotrope soggette ai controlli di legge. In Svezia e Lituania, in aggiunta alle sopracitate, anche il JWH-073 viene classicato come narcotico. Il Lussemburgo sembra avere adottato un approccio analogo acendo rierimento agli “agonisti sintetici dei recettori dei cannabinoidi”. Il Regno Unito ha adottato denizioni generiche e prevede di introdurre misure di controllo per una vasta gamma di cannabinoidi sintetici. Anche altri Stati membri stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di introdurre analoghe misure di controllo. In data 7 aprile 2010 in Italia il Ministro della Salute ha emanato, d’intesa con il Dipartimento Politiche Antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un’Ordinanza che prevede il divieto di abbricazione, importazione, immissione sul mercato e commercio (compresa la vendita on-line) dei prodotti denominati “Spice” e relative presentazioni commer- ciali, venduti come miscele aromatizzanti e proumatori di ambiente. Il Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe, coordinato dal Dipartimento Politiche Antidroga, ha rierito di recenti casi di intossicazione acuta probabilmente attribuibili all’assunzione di tali prodotti. Contestualmente all’Ordinanza di divieto, sono state avviate le procedure per l’immissione dei cannabinoidi sintetici in questione nella Tabella delle sostanze stupeacenti così come previsto dall’Articolo 13 del DPR 309/90 del 1990 e successive modicazioni e integrazioni. Spice 181 In conclusione, per quanto riguarda le Spice esiste una carenza di inormazioni circa la loro completa composizione chi- mica e, nel complesso, poco si sa circa la armacologia e tossicologia delle piante miscelate nei prodotti Spice. Perciò, non  possibile al momento trarre considerazioni denitive circa il grado di pericolosità per la salute pubblica derivante dal consumo di questi prodotti. C’ anche incertezza sul reale contenuto di questi prodotti, dal momento che alcuni degli ingredienti elencati sulle eti- chette non sono poi eettivamente presenti nei prodotti Spice, che invece contengono, talvolta, sostanze non segnalate. è attualmente accettato dalla comunità scientica il atto che gli eetti armacologici e psicologici descritti dagli utiliz- zatori delle Spice in alcuni casi siano rieribili all’aggiunta dei cannabinoidi sintetici, di atto non riportati sull’etichetta. Ciò solleva il dubbio che ci possa essere una deliberata strategia di marketing nel rappresentare questo prodotto come “naturale” e dunque un tentativo di ingannare il consumatore con una alsa presentazione del prodotto. Nel rispondere alle preoccupazioni circa i potenziali danni alla salute provocati dal consumo delle Spice, Austria, Ger- mania, Francia, Lussemburgo, Polonia e Svezia e recentemente anche l’Italia hanno intrapreso azioni legali per vietare o controllare i prodotti Spice e loro simili. Altri Stati membri stanno valutando se intraprendere azioni restrittive nei conronti delle Spice. Bibliografia 1. AUNG MM, GRIFFIN G, HUFFMAN JW, WU M, KEEL C, YANG B, SHOWALTER VM, ABOOD ME, MARTIN BR. Infuence o the N-1 alkyl chain length o cannabimimetic indoles upon CB(1) and CB(2) receptor binding. Drug Alcohol Depend. 2000; 60: 133-40. 2. EMCDDA. 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J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Lie Sci. 2010 Mar 18. [Epub ahead o print]. 182 Canavalia maritima (agiolo da spiaggia)   Nome:   Canavalia maritima (sin. Canavalia rosea) Famiglia:   Fabaceae Genere:   Canavalia Specie:   Canavalia maritima Sinonimi: bay bean, beach-bean, jackbean, maunaloa, puakauhi, wonderbean, briol de playa Provenienza: diusa sulle coste sabbiose delle regioni tropicali del continente asiatico, aricano e americano Principi attivi:   l- betonicina, medicarpina La Canavalia maritima  una pianta perenne, erbacea, capace di resistere alle condizioni di siccità caratteristiche delle coste tropicali. La betonicina  stata isolata dalla Canavalia maritima , ma non ci sono evidenze che questo composto abbia attività allucinogena. Inoltre la pianta possiede una serie di componenti proteici, tra cui una lectina specica isolata dai semi della pianta (1) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (2,3) Nome:   l -betonicina. Formula Molecolare: C 7 H 13 NO 3 (peso molecolare = 159,18). Nome sistematico: (2S-trans)-2-carbossilato-4-idrossi-1,1-dimetil- pirrolidinio Numero di registro CAS: 515-25-3. Punto di fusione: 246-248°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: solubile in acqua o alcol caldo, leggermente solubile in alcol reddo; praticamente insolubile in benzene, etere, cloroormi. Nome: medicarpina. Formula Molecolare: C 16 H 14 O 4 (peso molecolare = 159,18). Nome sistematico: (6aR-cis)-6a,11a-diidro-9-metossi-6H-benzo- uro (3,2-c)(1)benzopiran-3-olo. Numero di registro CAS: 32383-76-9. Punto di fusione: 128°C. UVmax: 207, 282, 287 e 310 nm. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. O HO CH 3 CH 3 O - N + O O O OH H H H 3 C 183 Uso storico La storia della Canavalia maritima può essere atta risalire al XVII secolo quando venne descritta come onte di cibo per l’esploratore britannico capitano James Cook e il suo equipaggio durante il giro del mondo intrapreso tra il 1768 ed il 1771 (1) . Non vi  alcuna traccia del suo impiego come allucinogeno nei riti sacri delle società primitive, anche se i semi sono stati trovati in tombe messicane (in Oaxaca e in Yucatan) e in Perù in siti datati tra il 300 avanti Cristo e il 900 dopo Cristo (4) . Uso attuale Ci sono diversi usi diretti e indiretti della Canavalia maritima . I semi sono largamente consumati sia dagli uomini che dagli animali e sono usati come onte proteica nei paesi dell’Arica occidentale e in Nigeria (5) . I baccelli reschi e i semi (bolliti o arrostiti) sono consumati nel nord dell’Australia. Nella costa indiana della regione del Karnataka, le comunità di pescatori consumano occasionalmente i baccelli reschi così come i agioli secchi. Le oglie sono usate come cibo per animali quali lepri, conigli e bovini. L’inusione di radice  usata per trattare il dolore, i reumatismi e la lebbra. Il decotto della pianta  usato per il trattamento della tubercolosi. Le oglie contribuiscono ad alleviare il dolore e a promuovere la guarigione delle ustioni. I iori, sia reschi che secchi, sono utilizzati per guarnire e per insaporire (6) . In Sud America e sulle coste del Golo del Messico i agioli di Canavalia maritima sono ingeriti e/o umati con le oglie essiccate come sostituti della marijuana (1) . L’interesse del momento  dovuto al atto che questa pianta viene indicata nelle etichette delle Spice tra i composti vegetali contenuti nella preparazione. Legislazione In Italia, né la betonicina, né la medicarpina, l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legislativo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta o dei suoi principi attivi. Proprietà armaco-tossicologiche La lectina, proteina isolata dalla Canavalia maritima , ha mostrato un’attività rilassante sulla muscolatura liscia vascolare (7) . La medicarpina inibisce la prolierazione delle cellule HeLa (cellule del carcinoma epiteliale cervicale) e induce apoptosi. Questa osservazione ha aperto interessanti prospettive per ulteriori studi dei composti pterocarpino-simili estratti dalla pianta di Canavalia maritima come agenti terapeutici antitumorali (8) . è stato suggerito che, date le proprietà nutritive dei semi, la Canavalia maritima potrebbe essere utile per contrastare il ridotto apporto proteico in soggetti iperlipidemici (9) . Tossicità Non ci sono dati relativi alla tossicità dei principi attivi della Canavalia maritima . Eetti avversi Non ci sono dati relativi agli eetti avversi. Interazioni armacologiche Non sono state riportate interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento. Determinazioni Analitiche Non sono riportate metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della Canavalia maritima né su liquidi biologici di assuntori né sulla pianta stessa. S mart D rugs S mart D rugs 184 Bibliografia   1. SEENA S, SRIDHAR KR. Nutritional and microbiological eatures o little known legumes, Canavalia cathartica Thouars and C. maritima Thouars o the southwest coast o India. Current Sci. 2006; 90: 1638-1650. 2. http://toxnet.nlm.nih.gov/  3. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 16Th Ed. Merck & Co., Inc. 2006. 4. www.drugs-orum.com/orum/archive/index.php/t-13352.html 5. 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Nutritional and biological qualities o the ripened beans o Canavalia mari- tima rom the coastal sand dunes o India. C R Biol. 2009; 332: 25-33. 185 185 Leonotis leonurus (lion’s tail)   Nome:    Leonotis leonurus Famiglia:    Lamiaceae Genere:    Leonotis Specie:    Leonotis leonurus Sinonimi: wild dagga, coda di leone Provenienza: nativa delle zone dell’Arica del Sud Principi attivi: leonurina, marrubiina Il  Leonotis leonurus appartiene alla amiglia delle Lamiaceae ed  possibile trovarlo come coltivazione spontanea in gran parte del Sud dell’Arica. è un arbusto caratterizzato da un orte odore che cresce da 2 a 5 metri di altezza (1) . Il genere  Leonotis , requentemente associato alla Cannabis a causa del termine aricano dagga,  spesso catalogato come blando narcotico e allucinogeno, sebbene tali proprietà sembrino piuttosto insignicanti (2) . Il  Leonotis leonurus contiene diterpenoidi tipo laudano (la marrubiina), tannini, chinoni, saponine, alcaloidi (leonurina) (1,4) e steroidi triterpenici (1) . Il precursore della marrubiina, la premarrubiina, non  stato trovato (3) , mentre sono presenti oli vo- latili (0,15-0,18%) responsabili del proumo particolare e dei “vapori nauseabondi” che emanano le oglie secche quando sono umate (5) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (6,7) Nome: leonurina. Formula Molecolare: C 14 H 21 N 3 O 5 (peso molecolare = 311,3). Nome sistematico: 4-(diaminometilideneamino)butil-4-idrossi-3, 5-dimetossibenzoato. Numero di registro CAS: 24697-74-3. Punto di fusione: 193-194°C (orma idrocloridrica monoidrata). UVmax: 265, 343 nm. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: marrubiina. Formula Molecolare: C 20 H 28 O 4 (peso molecolare = 332,4). Nome sistematico: 2H-nato(1,8-bc)uran-2-one,6-(2-(3-uranil) etil)decaidro-6-idrossi-2a,5a,7-trimetil-,(2aS-(2a- a , 5a- b , 6 a , 7 a , 8a- a , 8b- a )). Numero di registro CAS: 465-92-9. Punto di fusione: 159-162°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. O O O O OH CH 3 NH 2 HN HN H 3 C O O O H H OH CH 3 CH 3 H 3 C S mart D rugs 186 186 Uso storico La letteratura riporta svariati esempi di utilizzo del  Leonotis leonurus tra le popolazioni aricane nell’ambito della medi- cina tradizionale (8) . Gli steli, le oglie e iori sono le principali parti utilizzate (9,10) . Tra gli Zulu, l’inuso di oglie pestate in acqua redda viene colato attraverso le narici per alleviare il mal di testa ebbrile. Inusi preparati miscelando in acqua calda le radici di  Leonotis leonurus con radici o polpa di rutta verde di Strychnos spinosa e altre piante sono utilizzati come emetici per i morsi di serpente (11) . Le oglie di  Leonotis leonurus sono tradizionalmente umate per alleviare gli attacchi epilettici (1,3) . Uso attuale Inusi e decotti di oglie e steli, tinture ottenute dai iori del  Leonotis leonurus sono usati nel trattamento della tosse, rareddamenti, inluenza, bronchiti, ipertensione e mal di testa (3) . I decotti sono applicati esternamente per il trattamento di eczemi, malattie della pelle, prurito e crampi muscolari (3) . Alcuni considerano l’arbusto un debole stupeacente e con eetti sedativi di scarso valore terapeutico (11) . Il prodotto viene pubblicizzato su Internet come un sostituto della cannabis (12) . Quando le oglie sono umate, gli utenti riportano commenti negativi sul sapore aspro del umo. Gli eetti collaterali si riducono quando si umano i iori (13) . Dopo una dose moderata di materiale ogliare (3-4 grammi), gli utenti riportano stordimento, vertigini, lieve euoria e riduzione dello stress. Eetti analoghi si ottengono con dosi minori di iori secchi. Dosi più elevate di materiale ogliare (8 grammi o più) possono indurre lievi visoni uditive e/o allucinazioni ed un aumento dell’euoria (13) . Legislazione In Italia, né la leonurina, né la marrubiina o la pianta stessa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legislativo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta o dei suoi principi attivi. Proprietà armaco-tossicologiche Sebbene il meccanismo dell’azione armacologica dei diterpenoidi (marrubiina) resta sconosciuto (14) , composti simili che si trovano nel  Marrubium vulgare sono stati utilizzati in itomedicina per il trattamento della tosse umida e malattie bronchiali (15) . L’attività anticonvulsivante di un estratto acquoso delle oglie secche di  Leonotis leonurus  stata dimostrata in vivo nel topo. L’attività sembra svolgersi attraverso un meccanismo non-speciico, agendo sia sul sistema gabaergico che glutami- nergico. Allo stato attuale delle conoscenze sui componenti chimici degli estratti di questa pianta, non  possibile attribu- ire con certezza l’eetto anticonvulsivante a uno o più principi attivi tra quelli individuati nell’estratto acquoso (3) . è stata anche studiata l’attività antinocicettiva, antiniammatoria e ipoglicemizzante, dopo somministrazione intraperito- neale nel topo, di 50-800 mg/kg di estratto acquoso delle oglie di  Leonotis leonurus . I risultati di questo studio sperimen- tale su animali indicano che l’estratto possiede tutte le suddette attività e, quindi, supportano le credenze armacologiche che suggerivano l’uso della pianta nella gestione e/o controllo del dolore, nelle malattie iniammatorie articolari, e in altre condizioni iniammatorie, come pure l’uso della pianta, negli adulti, nell’insorgenza del diabete mellito di tipo II (16) . Gli estratti acquosi di oglie di  Leonotis leonurus hanno mostrato possedere attività ipotensiva (17) e antielmintica (18) . Estratti di radici delle piante sono stati studiati nel ratto, sia in vitro (attività stimolante uterino) che in vivo (eetti anti- impianto), per gli eetti che inluenzano negativamente la ertilità. Una debole attività uterino stimolante  stata dimo- strata per gli estratti etanolici, ma non per gli estratti acquosi o estratti di n -butanolo. Una attività anti-impianto  stata dimostrata sia per gli estratti in n -butanolo che per gli estratti in alcol etilico, ma non per gli estratti acquosi (19) . Tossicità Diminuzione della requenza respiratoria, riduzione dell’attività motoria, perdita del rilesso di raddrizzamento e atassia sono stati osservati nei ratti dopo somministrazione di dosi elevate di estratto acquoso di  Leonotis leonurus (1600 e 3200 mg/kg). Alla dose di 3200 mg/kg si  osservata la morte in alcuni animali. I sintomi osservati prima della morte sono stati insuicienza respiratoria, convulsioni, paralisi dei muscoli scheletrici e coma. Pertanto questo estratto dovrebbe essere Leonotis leonurus 187 187 utilizzato con cautela se non del tutto evitato a dosi superiori a 3200 mg/kg (1) . Dopo somministrazione orale sub-acuta (400 e 800 mg/kg) l’estratto non causa alcun signiicativo cambiamento dei parametri ematologici. A dosi di 1600 mg/kg, invece, provoca una signiicativa diminuzione dei livelli dei globuli rossi, dell’ematocrito, nella concentrazione dell’emo- globina, delle piastrine, così come dei globuli bianchi. La riduzione di questi parametri negli animali da laboratorio sug- gerisce che l’uso di questa pianta può causare anemia; la somministrazione a dosi di 1600 mg/kg o l’uso prolungato con dosi anche ineriori potrebbe non essere sicuro (1) . Non sono presenti in letteratura dati di tossicità acuta relativi alla marrubiina e alla leonurina. Eetti avversi Non ci sono dati relativi attivi agli eetti avversi. Interazioni armacologiche Non sono riportate possibili interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Si sconsiglia la somministrazione della pianta a donne in gravidanza o in allattamento. Determinazioni Analitiche Non sono riportate metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi del  Leonotis leonurus né su liquidi biologici di assuntori né sulla pianta stessa. Bibliografia   1. MAPHOSA V, MASIKA PJ, ADEDAPO AA. Saety evaluation o the aqueous extract o Leonotis leonurus shoots in rats. Hum Exp Toxicol. 2008; 27: 837-843. 2. ASCENSÃO L, MARQUES N, PAIS MS. Peltate glandular trichomes o Leonotis leonurus leaves - ultrastructure and histochemical characteriza- tion o secretions. Int J Plant Sci. 1997; 158: 249-258. 3. BIENVENU, E., AMABEOKU, G.J., EAGLES, P., SCOTT, G. AND E.P. Anticonvulsant activity o aqueous extract o Leonotis leonurus. Phytome- dicine. 2002; 217: 217-223. 4. AUWÄRTER V, DRESEN S, WEINMANN W, MÜLLER M, PÜTZ M, FERREIRÓS N. ‘Spice’ and other herbal blends: harmless incense or can- nabinoid designer drugs?. J Mass Spectrom. 2009; 44: 832-837. 5. WATT JM, BREYER-BRANDWIJK MG. 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Nome sistematico: 4-(diaminometilideneamino)butil-4-idrossi-3,5- dimetossibenzoato. Numero di registro CAS: 24697-74-3. Punto di fusione: 193-194°C (orma idrocloridrica monoidrata). UVmax: 265, 343 nm. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: stachidrina. Formula Molecolare: C 7 H 13 NO 2 (peso molecolare = 143,2). Nome sistematico: (S)-2-carbossilato-1,1-dimetilpirrolidinio. Numero di registro CAS: 471-87-4. Punto di fusione: 235°C (orma anidra). UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: la orma monoidrata risulta solubile in acqua, alcol ed acidi diluiti. Praticamente insolubile in etere e cloroormio. O O O O OH CH 3 NH 2 HN HN H 3 C O O - N + CH 3 H 3 C 189 Nome: leosiberina. Formula Molecolare: C 24 H 34 O 8 (peso molecolare = 450,5). Nome sistematico: 3 b ,19-diacetossi-15,16-epossi-6 b ,9 a -diidrossi- labda-13(16),14-dien-7-one. Numero di registro CAS: non  presente in letteratura il numero di registro CAS di questo composto. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: isoleosiberina. Formula Molecolare: C 24 H 34 O 8 (peso molecolare = 450,5). Nome sistematico: 3 b ,19-diacetossi-15,16-epossi-7,9 a -diidrossi- labda-13(16),14-dien-6-one. Numero di registro CAS: non  presente in letteratura il numero di registro CAS di questo composto. Punto di fusione: 235°C (orma anidra). UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: leosibericina. Formula Molecolare: C 22 H 28 O 7 (peso molecolare = 404,4). Nome sistematico: 8-acetossi-9 a ,13,15,16-diepossi-7-chetolabda- 14-en-19,6 b -olide. Numero di registro CAS: 471-87-4. Punto di fusione: 235°C (orma anidra). UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Uso storico Le oglie del  Leonorus sibiricus sono tradizionalmente raccolte quando la pianta  in iore, essiccate e aumicate. Sembra che abbiano un eetto leggermente stupeacente e cannabis-simile e notizie aneddotiche sostengono che gli indiani del Nord America la usassero nei secoli passati come un aiuto nel lavoro (10) . Uso attuale La pianta  uno stimolante delle vie respiratorie ed ha eetto sulle terminazioni motorie: le sue radici e le sue oglie sono utilizzate come ebbriugo sebbene le oglie siano la causa di contrazioni uterine (11) . Nella medicina cinese i semi sono consi- derati arodisiaci e la pianta essiccata viene prescritta come tonico e per porre rimedio a patologie puerperali e mestruali (12) . O O O OH OH O O O CH 3 CH 3 H 3 C H 3 C H 3 C O O O OH OH O O O CH 3 CH 3 H 3 C H 3 C H 3 C O O O O O O O CH 3 CH 3 CH 3 H 3 C S mart D rugs S mart D rugs 190 Nella medicina tradizionale, le oglie sono utilizzate nel reumatismo cronico; il loro succo  antibatterico e ampiamente applicato nei casi di psoriasi, scabbia ed eruzioni cutanee croniche. Esso viene utilizzato anche per alleviare il dolore mestruale e l’eccessivo sanguinamento (13) . Il  Leonorus sibiricus (kacangma), a causa del suo odore e sapore,  largamente usato come ingrediente in cucina (14) . A scopo ricreazionale, l’erba e i iori sono essiccati o estratti per arne una resina che può essere umata. I consumatori riportano eetti in qualche modo paragonabili alla cannabis (15) . Legislazione In Italia nessuno dei principi attivi del  Leonurus sibiricus né l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legislativo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta o dei suoi principi attivi. Proprietà armaco-tossicologiche Esperimenti in vitro hanno dimostrato che il decotto di prodotti contenenti  Leonurus sibiricus stimola il recettore H1 per l’istamina ed a -adrenergico dell’utero di topo (16) . La leonurina mostra un eetto uterotonico già ad una concentrazione di 0,4 μg/ml (3) . L’estratto metanolico di parti aeree di  Leonurus sibiricus , iniettato nei ratti per via intraperitoneale, alla dose di 250 e 500 mg/kg, produce un signiicativo eetto analgesico. Inoltre, quando somministrato per via orale alla dose di 200 e 400 mg/  kg, possiede attività anti-iniammatoria (17) . Estratti di  Leonurus sibiricus con diversi tipi di solvente (tetracloruro di carbonio, cloroormio, acetone e metanolo) sono stati studiati per la loro attività antibatterica. Gli estratti in tetracloruro di carbonio e in cloroormio hanno attività anti- batterica ad ampio spettro (18) . Tossicità La tossicità del  Leonurus sibiricus (kacangma)  stata valutata nutrendo maschi e emmine di ratto con kacangma nel quantitativo di 0,5 (dose basso dosaggio), 5 (dosaggio medio) e 25 (alto dosaggio) g/kg di peso corporeo (19) . Il dosaggio di 0,5 g/kg corrisponde a quello dei componenti attivi (leonurina e stachidrina) presenti nella specie  Leonurus sibiricus e contenuti nei rimedi omeopatici (3) . I prodotti a base di  Leonurus sibiricus non hanno mostrato alcuna tossicità acuta evi- dente, e anche a dosi elevate, non hanno causato la morte nei ratti. Nel corso della valutazione della tossicità sub-cronica, sono state osservate alterazioni del peso corporeo, del peso degli organi e dei parametri del proilo lipidico, ma queste alterazioni non hanno mostrato rilevanza tossicologica. Tuttavia, a dosi più elevate nei ratti si  osservata una lieve anemia caratterizzata da diminuzione dell’emoglobina, dei globuli rossi e dell’ematocrito. Eetti avversi Non ci sono dati relativi alla tossicità dei principi attivi. Interazioni armacologiche Non sono riportate possibili interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza La pianta stimola le contrazioni uterine e pertanto non dovrebbe essere utilizzata durante la gravidanza (7) . Determinazioni Analitiche Non  presente in letteratura una metodologia per l’analisi quali-quantitativa dei principi attivi nel  Leonurus sibiricus né su liquidi biologici di assuntori né sulla pianta stessa. Leonurus sibiricus 191 191 Bibliografia   1. http://en.wikipedia.org/wiki/Leonurus_sibiricus. 2. HSU W. Chemical studies on the chinese drug, I-mu ts’ao. I. the structure o alkaloids A. Sci sinica. 1962; 9: 1341-1352. 3. YEUNG HW, KONG YC, LAY WP, CHENG KF. The structure and biological eects o leonurine. A uterotonic principle rom the chinese drug, I-mu Ts’ao. Planta med. 1977; 31: 51-56. 4. MOON HT, JIN Q, SHIN JE, CHOI EJ, HAN HK, KIM YS, WOO ER. Bis-spirolabdane-Type Diterpenoids rom Leonurus sibiricus. J Nat Prod. 2010 (in press). 5. SAVONA G, PIOZZI F, BRUNO M, RODRIGUEZ B. Diterpenoids rom Leonurus sibiricus. Phytochem. 1982; 21: 2699-2701. 6. SATHOS M, SATHOS Y, ISOBE K, FUJIMOTO Y. Studies on the constituents o Leonurus sibiricus. Chem Pharm Bull. 2003; 51: 341-342. 7. KHARE CP. Indian Herbal Remedies: Rational Western Therapy, Ayurvedic and Other Traditional Usage. 2003. p 285 8. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 14 th Ed. Merck & Co., Inc. 2006. 9. http://toxnet.nlm.nih.gov 10. http://wiseplants.com/doku.php?id=siberian_motherwort 11. GHANI A. Medicinal plants o Bangladesh. Chemical constituents and uses. Dhaka: Asiatic Society o Bangladesh; 1998. p. 215. 12. KIRTIKAR KR, BASU BD. Indian Medicinal Plants, 2 nd ed., vol. III. India: International Book Distributors; 1987. p. 2013. 13. ISLAM MA. Phytochemical and pharmacological screening o Leonurus sibiricus. B Pharm project report submitted to Pharmacy Discipline. Ban- gladesh: Khulna University; 2003. p. 14. 14. PIN CH, ABDULLAH A, MURUGAIYAH M. Toxicological Evaluation o Dried Kacangma Herb (Leonurus sibiricus) in Rats. Sains Malaysiana. 2009: 38; 499-509. 15. http://shaman-australis.com.au/shop/index.php?cPath=21_34_88. 16. SHI M, CHANG L AND HE G. Stimulating action o Carthamus tinctorius L. Angelica sinensis (Oliv.) Diels and Leonurus sibiricus L. on the uterus. Chin J Chin Materia Medica 1995; 20: 173-175. 17. ISLAMA MA, AHMEDA F, DASA AK, BACHAR SC. Analgesic and anti-infammatory activity o Leonurus sibiricus. Fitoterapia. 2005; 76: 359-362. 18. AHMED F, ISLAM MA, RAHMAN MM. Antibacterial activity o Leonurus sibiricus aerial parts. Fitoterapia. 2006; 77: 316-317. 19. PIN CH, ABDULLAH A, MURUGAIYAH M. Toxicological evaluation o dried kacangma herb (Leonurus sibiricus) in rats. Sains Malaysiana. 2009; 38: 499-509. 192 192 Nelumbo nuciera (or di loto asiatico) Nome:    Nelumbo nuciera Famiglia:    Nelumbonacee Genere:    Nelumbo Specie:    Nelumbo nuciera Sinonimi: indian lotus, bean o india Provenienza: Asia, Australia Principi attivi: nucierina, quercetina La  Nelumbo nuciera  una pianta acquatica, il cui ore  considerato sacro per l’induismo ed il buddismo. Molto utiliz- zata in cosmetica per le proprietà astringenti e rerigeranti, la  Nelumbo nuciera , possiede un’attività simile a quella della  Nymphaea caerulea . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (1) Nome: nucierina. Formula Molecolare: C 19 H 21 NO 2 (peso molecolare = 295.3). Nome sistematico: 1,2-dimetossi-6a- b -aporina. Numero di registro CAS: 475-83-2. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Nome: quercetina. Formula Molecolare: C 15 H 10 O 7 (peso molecolare = 295.3). Nome sistematico: 3,3’,4’,5,7-pentaidrossilavone. Numero di registro CAS: 117-39-5. Punto di fusione: 316°C. UVmax: 258, 375 nm. Solubilità: solubile in acido acetico glaciale, insolubile in acqua. N O O H CH 3 H 3 C H 3 C O O OH OH OH OH HO 193 193 Uso storico Non ci sono notizie riguardanti un uso storico della pianta. Uso attuale La pianta, conosciuta per le sue proprietà astringenti e diuretiche, viene utilizzata nel trattamento dell’obesità (2) . Legislazione In Italia n la quercetina, n la nucierina, n l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legi- slativo. In Europa, la Russia, nell’Aprile 2009, ha proibito l’utilizzo della  Nelumbo nuciera e dei prodotti che la conten- gono in miscela, come le Spice. Negli Stati Uniti la pianta non  sottoposta ad alcuna restrizione. Proprietà armaco-tossicologiche La (-)-nucierina possiede un proilo armacologico simile a quello della clorpromazina, sebbene le due molecole siano strutturalmente dierenti (3) . Uno studio eettuato sui roditori (ratto e topo) ha dimostrato come la lucierina (25-50 mg/kg intraperitoneale) produca da moderata a marcata sedazione, ipotermia, ptosi, ridotta motilità ed attivi il comportamento di “grooming” (auto-pulizia con stroinamento). I rilessi rimangono intatti e gli animali rispondono agli stimoli esterni. A dosi elevate (100-150 mg/kg, intraperitoneale) si maniesta catalessi e i ratti mantengono posture scomode artiicialmente indotte dall’operatore. Probabilmente la nucierina agisce bloccando i recettori dopaminergici. è stato inatti dimostrato come la nucierina sia in grado di inibire la stereotipia indotta dalle ametamine, che, come  noto,  mediata dalla stimo- lazione dei recettori dopaminergici (4) . Per quanto riguarda la quercetina, a essa vengono attribuite attività antiniammatorie, antiossidanti e protettive nei con- ronti dei radicali liberi. Una delle attività principali rilevate in vitro  quella di inibire le catecol-O-metil-transerasi, cio enzimi in grado di degradare la noradrenalina; si presume che possa così incrementare la termogenesi e avorire il dima- grimento. Altre proprietà attribuite alla quercetina sono quelle di alleviare i sintomi dell’asma, delle allergie, di prevenire l’ossidazione delle lipoproteine di bassa densità (low-density lipoprotein, LDL) e di abbassare la pressione sanguigna (5) . Tossicità Dati relativi alla tossicità acuta della nuciferina (4) Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 289 mg/kg Dati relativi alla tossicità acuta della quercetina (1) Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 3000 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione intravenosa: 18 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione orale: 159 mg/kg Nel topo - DL50 dopo somministrazione subcutanea: 97 mg/kg Nel coniglio - DL50 dopo somministrazione intravenosa: 100 mg/kg Nel ratto - DL50 dopo somministrazione orale: 161 mg/kg Eetti avversi Non sono riportati in letteratura possibili eetti avversi per la nucierina. Per quanto riguarda la quercetina non  segna- lato nessun caso di assunzione per via orale mentre in caso di asunzione per via endovenosa possono comparire nausea, vomito, diaoresi, rossore e dispnea (5) . Interazioni armacologiche Nell’animale, la nucierina (25 mg/kg intraperitoneale) potenzia marcatamente il sonno indotto dall’esobarbitale (100 mg/  kg intraperitoneale), riduce signiicativamente la mortalità indotta dall’anetamina (30 mg/kg intraperitoneale), inibisce S mart D rugs S mart D rugs 194 194 totalmente la maniestazione di stereotipie indotte dall’ametamina ed inine incrementa del 50% il potere anticonvulsi- vante della dienilidantoina sotto dosata (2.5 mg/kg intraperitoneale) (4) . Per quanto riguarda la quercetina l’uso contemporaneo di ibromelaina e di papaina ne aumentano l’assorbimento (5) . Eetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento sia per quanto riguarda estratti della pianta che i principi attivi. Determinazioni Analitiche Non esistono metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della  Nelumbo nuciera su liquidi biologici di assuntori. Esiste invece una metodologia per le analisi della nucierina negli estratti vegetali di  Nelumbo nuciera . La metodica di seguito riportata  uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi della nucierina nelle oglie di Nelumbo nucifera   mediante HPLC-DAD- ESI-MS (tratto da: LUO X, CHEN B, LIU JJ YAO S. Simultaneous analysis o N-nornucierine, O-nornucierine, nucierine and roemerine in leaves o Nelumbo nuciera Gaertn by high-perormance liquid chromatography-photodiode array detection- electrospray mass spectrometry. Anal Chim Acta 2005; 538: 129-133) (6) . L’analisi viene eseguita su oglie di  Nelumbo nuciera mediante un cromatograo liquido accoppiato ad un rivelatore spettrootometrico con otomoltiplicatore a serie di diodi ed ad uno spettrometro di massa. Estrazione del campione 1 g di oglie polverizzate viene estratto in doppio con 20 ml di una miscela di alcol metilico e acido cloridrico all’1% (50:50, v/v) mediante sonicazione per 15 minuti. Dopo 5 minuti di centriuga, il surnatante viene prelevato e portato a 50 ml con la ase mobile. 2 ml di questa soluzione sono iltrati (iltro da 0.45 μm) prima di procedere all’analisi mediante cromatograo liquido. Condizioni strumentali Colonna cromatograica: Shimadzu VP-ODS (150mm x 4,6 mm, 5 μm) Fase mobile A: trietilamina in soluzione acquosa 0.1% Fase mobile B: acetonitrile Modalità di separazione: gradiente (ase mobile B: 0-15 min. 40-80%; 15-20 min. 80-95%; 20-21 min. 95-40%; 21-25 min. 40%). Flusso di azoto: 5 l/min Temperatura colonna: 30°C Temperatura del vaporizzatore: 250°C Velocità gas solvatazione: 0,8 l/min Voltaggio del capillare: 3500V Voltaggio del ragmentor: 20V Rivelatore 1: spettrootometro con otomoltiplicatore a serie di diodi Rivelatore 2: spettrometro di massa con interaccia elettrospray in modalità positiva, scansione con range di massa m/z 150-500. 195 195 Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate N-nornuciferina: 5,02 minuti O-nornuciferina: 7,70 minuti Nuciferina: 10,79 minuti Remerina: 11,75 minuti Frammenti caratteristici delle sostanze ricercate N-nornuciferina: m/z 282, 251, 219 O-nornuciferina: m/z 282, 265, 250 Nuciferina: m/z 296, 265, 250 Remerina: m/z 280, 249 Standard La N-nornucierina, l’O-nornucierina, la nucierina e la remerina sono state isolate ed estratte dalle oglie di  Nelumbo nuciera con un grado di purezza pari al 98%. Curva di calibrazione Le soluzioni standard degli analiti (N-nornucierina 35 μg/ml, O-nornucierina 25 μg/ml, nucierina 50 μg/ml e remerina 12 μg/ml) vengono preparate in alcol metilico e conservate a -20°C. Le soluzioni standard di lavoro e di calibrazione (range di concentrazione: N-nornucierina 0,35-35 μg/ml, O-nornucierina 0,25-25 μg/ml, nucierina 0,50-50 μg/ml, remerina 0,12-12 μg/ml) sono preparate giornalmente diluendo opportunamente in alcol metilico le soluzioni madri. Risultati Gli autori della pubblicazione sopra riportata, per i campioni di  Nelumbo nuciera da loro esaminati, orniscono i seguenti risultati quantitativi: N-nornuciferina: da 0.82 ± 0,02 mg/g a 1,43 ± 0,01 mg/g O-nornuciferina: da 2,35 ± 0,01 mg/g a 4,47 ± 0,01 mg/g Nuciferina: da 4,83 ± 0,03 mg/g a 7,61 ± 0,04 mg/g Remerina: da 0,31± 0,01 mg/g a 0,62 ± 0,01 mg/g Bibliografia   1. http://toxnet.nlm.nih.gov 2. http://www.erowid.org/plants/lotus/lotus_law.shtml 3. MACKO E, DOUGLAS B, WEISBACH JA. Studies on the pharmacology o nucierine and related aporphines. Arch Int Pharmacodyn Ther. 1972; 197: 261-273. 4. BHATTACHARYA SK, BOSE R, GHOSH P, TRIPHATI VJ, RAY AB, DASGUPTA B. Psychopharmacological studies on (-) nucierine and its Homann degradation product atherospermine. Psychopharmacol. 1978; 59: 29-33. 5. http://italiasalute.leonardo.it/dblog/articolo.asp?articolo=643 6. LUO X, CHEN B, LIU JJ YAO S. Simoultaneous analysis o N-nornucierine, O-nornucierine, nucierine and roemerine in leaves o Nelumbo nu- ciera Gaertn by high-perormance liquid chromatography-photodiode array detection-electrospray mass spectrometry. Anal Chim Acta 2005; 538: 129-133. Nelumbo nuciera 196 Nymphaea alba (loto bianco) Nome:    Nymphaea alba Famiglia:    Nymphaeaceae Genere:    Nymphaea Specie:    Nymphaea alba Sinonimi: loto bianco, ninea bianca, ninea comune, carano Provenienza: ubiquitaria: cresce in Europa, in alcune zone del Nord Arica e nel Medio Oriente in acqua dolce (1) Principi attivi: nineina, nuarina (1) Non esistono inormazioni sulla  Nymphaea alba tratte da letteratura scientica internazionale. Le inormazioni sono tutte di natura aneddotica e derivano da onti non uciali che necessitano di conerme scientiche, quando si renderanno disponibili. La specie riveste un modesto interesse ocinale: i principi attivi sono presenti soprattutto a livello del rizoma e dei ori. Il rizoma, e in genere tutta la pianta, contiene tannini, acido metarabico e due alcaloidi, la nineina e la nuarina, che avreb- bero azione sul sistema nervoso centrale. La nineina a dosi molto basse ha proprietà sedative e anarodisiache, altrimenti  altamente tossica e può provocare paralisi dei nervi sensitivi e motori no alla morte per arresto cardiaco e respiratorio (2) . Anche se le radici e gli steli sono utilizzati nella medicina tradizionale a base di erbe, il ore ed i petali sono più potenti. L’alcol può essere utilizzato per estrarre gli alcaloidi attivi, e aumenta anche l’eetto sedativo della pianta (1) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Non sono presenti in letteratura dati relativi alle proprietà chimico isiche e alla ormula chimica dei principi attivi. Uso storico Plinio (23-79 dopo Cristo) raccomandava la  Nynphaea alba per dissipare le insonnie erotiche. Gli eremiti dell’Egitto se ne servivano a questo scopo e per sopportare meglio la castità. Nel medioevo si ricorreva all’inuso di  Nynphaea alba   per calmare isterici e ninomani. Sino a pochi anni a il decotto si usava come astringente nelle aezioni diarroiche. La  Nynphaea alba , orse per la bellezza del iore, ha sempre attirato l’attenzione degli uomini, dando luogo a molte leggen- de, avole e superstizioni. Nella Grecia antica simboleggiava la bellezza e l’arte oratoria; era il iore delle nine, delle naiadi e degli spiriti delle acque. Per i risoni l’emblema ornato con questo iore portava gloria e rendeva invincibili in guerra. Alcuni popoli slavi, ritenendola arma valida contro gli spiriti cattivi, ne acevano talismani da portare nei lunghi viaggi. Altri spargevano i rizomi spezzati attorno alle aree dei pascoli, nell’intento di proteggere il bestiame dagli animali nocivi (3) . Uso attuale In erboristeria, l’inuso di iori viene utilizzato per eretismo genesico, insonnia, ninomania, polluzioni notturne, satiriasi, eretismo sessuale doloroso (4) . La pianta  indicata tra i composti di origine vegetale presenti nelle Spice. Legislazione In Italia né la nineina, né la nuarina, né l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legisla- tivo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta o dei suoi principi attivi. 197 Proprietà armaco-tossicologiche Nineina, nuarina, glicosidi, resine, tannini e amido sono i principi attivi contenuti nella pianta. Agli alcaloidi nineina e nuarina sembrano dovute le proprietà anarodisiache, mentre ai tannini quelle astringenti e antiniammatorie (3) . Leclerc scrive: “…orse i suoi principi attivi appartengono alla classe dei depressori nicotinici. La maggior parte delle re- azioni che si maniestano dopo l’assunzione della pianta si possono spiegare con un potere paralizzante gangliare. La sua azione anarodisiaca potrebbe essere una conseguenza di questo potere sedativo midollare. La pianta possiede proprietà anticonvulsivante potente con il vantaggio di rimanere uno stimolante cardiaco e respiratorio” (4,5) . Tossicità L’uso non sembra privo di pericoli, soprattutto per eventuali eetti sulla pressione sanguigna, sull’apparato cardiocirco- latorio e respiratorio (6) . Eetti avversi La nineina a dosi molto basse ha proprietà sedative e anarodisiache, altrimenti  altamente tossica e può provocare paralisi dei nervi sensitivi e motori ino alla morte per arresto cardiaco e respiratorio (6) . Interazioni armacologiche Non sono riportate possibili interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Non sono stati studiati gli eetti in gravidanza. Determinazioni Analitiche Non sono riportate in letteratura metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della  Nymphaea alba né su liquidi biologici di assuntori né sulla pianta stessa. Bibliografia   1. http://en.wikipedia.org/wiki/Nymphaea_alba#cite_re-0 2. http://www.dipbot.unict.it/orto-botanico/scheda.aspx?i=136 3. http://www.unghiitaliani.it/index.php?showtopic=%2019191 4. http://erboristeriaemedicina.org/content/view/99/27/  5. Leclerc H. Lineamenti di toterapia. Ed. Aporie, Roma, 1989. 6. http://www.intornoallago.it/portale/E--la-nost/La-natura/Flora/Ninea/Propriet-/index.htm 7. http://www.iepadova.it/home/italiano/schede%20piante/ocinali/ninea.html S mart D rugs 198 Nymphaea caerulea (loto blu) Nome:    Nymphaea caerulea Famiglia:    Nymphaeaceae Genere:    Nymphaea L . Specie:    Nymphaea caerulea Savigny   Sinonimi: loto blu, loto egiziano Provenienza: lungo il Nilo e altri luoghi in Arica Orientale Principi attivi: nucierina Il ore della  Nymphaea caerulea  costantemente rappresentato nell’ iconograa dell’antico Egitto e molti studiosi ri- tengono che la pianta venisse utilizzata in cerimonie sacre per avorire il contatto ra i sacerdoti e le divinità evocate (1) . La pianta viene venduta come tale, essiccata, o come tintura madre. La  Nymphaea caerulea possiede un’attività simile a quella della  Nelumbo nuciera , il Loto Sacro, sebbene la letteratura internazionale abbia dedicato la sua attenzione al  Nelumbo nuciera piuttosto che alla  Nymphaea caerulea . Sia la  Nymphaea caerulea che la  Nelumbo nuciera contengono l’alcaloide nucierina. Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (2) Nome: nucierina. Formula Molecolare: C 19 H 21 NO 2 (peso molecolare = 295.3). Nome sistematico: 1,2-dimetossi-6a- b -aporina. Numero di registro CAS: 475-83-2. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi all’UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. Uso storico La  Nymphaea caerulea apre i suoi iori al mattino e li aonda nell’acqua al tramonto: questo ritmo circadiano della pian- ta, che segue la nascita ed il tramonto del sole,  ritenuto di grande importanza nella mitologia egizia la quale lega appunto al iore la nascita delle divinità solari Atum e Ra. Il suo utilizzo nell’antico Egitto ha lasciato supporre che la pianta posse- desse proprietà narcotiche (psicodislettiche) (1) . Gli egizi utilizzavano la pianta nelle cerimonie sacre. Gli eetti psicoattivi della pianta anno della  Nymphaea caerulea una probabile candidata a essere la mitica pianta di loto mangiata dai lotoagi descritti nell’Odissea di Omero (3) . O O N H CH 3 H 3 C H 3 C 199 Uso attuale Utilizzata in aromaterapia, la  Nymphaea caerulea  considerata una “essenza divina”, che porta euoria, serenità e accre- sciuta consapevolezza di sé (4) . Fonti aneddotiche riportano come dosaggi da 5 a 10 grammi di iori inducano una stimolazione leggera, una alterazione dei processi cognitivi, una alterata percezione visiva e visioni ad occhi chiusi (2) . Nella cultura moderna, i iori della  Nymphaea caerulea sono usati per la preparazione di bevande tra cui il t di loto blu ed il vino. Le ricette di tali bevande prevedono la macerazione dei petali ino a 3 settimane. Il t viene preparato acendo bollire i iori per 10-20 minuti (4) . Legislazione In Italia n la nucierina, n l’intera pianta o parti di essa sono inseriti nelle Tabelle contenenti le sostanze stupeacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modiiche. In Europa, la Russia, nell’Aprile 2009, ha proibito l’utilizzo della  Nymphaea caerulea e dei prodotti che la contengono in miscela, come le Spice. Negli Stati Uniti la pianta non  sottoposta ad alcuna restrizione: ciò signiica che  possibile coltivare, acquistare, possedere e distribuire tutte le parti della pianta ed i suoi estratti (5) . Proprietà armaco-tossicologiche La (-)-nucierina possiede un proilo armacologico simile a quello della clorpromazina, sebbene le due molecole siano strutturalmente dierenti (6) . Uno studio eettuato sui roditori ha dimostrato come la nucierina (25-50 mg/kg ip) produca da moderata a marcata sedazione, ipotermia, ptosi, ridotta motilità ed attivi il comportamento di “grooming” (auto-pulizia con stroinamento). I rilessi rimangono intatti e gli animali rispondono agli stimoli esterni. A dosi elevate (100-150 mg/  kg, ip) si maniesta catalessi e i ratti mantengono posture scomode artiicialmente indotte dall’operatore. Probabilmente la nucierina agisce bloccando i recettori dopaminergici. è stato inatti dimostrato (7) come la nucierina sia in grado di inibire la stereotipia indotta dalle ametamine, che, come  noto,  mediata dalla stimolazione dei recettori dopaminergici. Tossicità Dati relativi alla tossicità acuta della nuciferina (7) Nel topo - DL50 dopo somministrazione intraperitoneale: 289 mg/kg Eetti avversi Non sono riportati in letteratura possibili eetti avversi. Interazioni armacologiche Nell’animale, la nucierina (25 mg/kg ip) potenzia marcatamente il sonno indotto dall’esobarbitale (100 mg/kg ip), riduce signiicativamente la mortalità indotta dall’ametamina (30 mg/kg ip), inibisce totalmente la maniestazione di stereotipie indotte dall’ametamina ed inine incrementa del 50% il potere anticonvulsivante di dienilidantoina, quando quest’ultima  sotto dosata (2.5 mg/kg ip) (7) . Eetti in gravidanza Non esistono dati sull’uso in gravidanza o durante l’allattamento. Determinazioni Analitiche Non esistono metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della  Nymphaea caerulea né su liquidi biolo- gici di assuntori né sulla pianta stessa. Esiste invece una metodologia per le analisi della nucierina negli estratti vegetali di  Nelumbo nuciera . Si rimanda pertanto alla scheda della  Nelumbo nuciera per i dettagli analitici della metodologia. S mart D rugs S mart D rugs 200 Bibliografia   1. EMBODEN W. Transcultural use o narcotic water lilies in ancient Egyptian and maya drug ritual. J Ethnopharmacol. 1981; 3: 39-83. 2. http://toxnet.nlm.nih.gov/  3. http://en.wikipedia.org/wiki/Nymphaea_caerulea 4. http://www.statemaster.com/encyclopedia/Nymphaea-caerulea 5. http://www.erowid.org/plants/lotus/lotus_law.shtml 6. MACKO E, DOUGLAS B, WEISBACH JA. Studies on the pharmacology o nucierine and related aporphines. Arch Int Pharmacodyn Ther. 1972; 197: 261-273. 7. BHATTACHARYA SK, BOSE R, GHOSH P, TRIPHATI VJ, RAY AB, DASGUPTA B. Psychopharmacological studies on (-) nucierine and its Homann degradation product atherospermine. Psychopharmacol. 1978; 59: 29-33. 201 Pedicularis densifora (indian warrior) Nome:   Pedicularis densifora Famiglia:   Orobanchaceae Genere:   Pedicularis Specie:   Pedicularis densifora Sinonimi: indian warrior Provenienza: Caliornia, Oregon Principi attivi: aucubina, pedicularioside La Pedicularis densifora  una pianta perenne tra le più note della specie Pedicularis densifora , largamente utilizzata come potente arodisiaco, rilassante muscolare e potente sedativo. Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (1,2) Nome: aucubina. Formula Molecolare: C 15 H 22 O 9 (peso molecolare = 346.3). Nome sistematico: (1S-(1 a ,4 a ,5 a ,7 a ))-1,4a,5,7a-tetraidro-5-dros- si-7-(idrossimetil)ciclopenta(c)piran-1-il- b -D-glucopiranoside. Numero di registro CAS: 479-98-1. Punto di fusione: 181°C. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi alla UVmax. Solubilità: solubile in acqua, metanolo, insolubile in cloroormio, etere, etere di petrolio. Nome: pedicularioside. Formula Molecolare: C 17 H 26 O 11 (peso molecolare = 406.3). Nome sistematico: (1S-(1 a ,4 a ,5 a ,7 a ,7 b )-ciclopenta (c)piran-4- acido carbossilico, 1-( b -D-glucopiranosilossi)-1,4a,5,6,7,7a-esaidro- 4a,5-diidrossi-7-metil-, metil estere. Numero di registro CAS: 81203-55-6. Punto di fusione: non sono presenti in letteratura dati relativi al punto di usione. UVmax: non sono presenti in letteratura dati relativi alla UVmax. Solubilità: non sono presenti in letteratura dati relativi alla solubilità. O O H H H O OH OH HO HO HO HO O O H O O O OH OH OH OH HO HO CH 3 H 3 C S mart D rugs 202 Uso storico I nativi americani (Washo) utilizzavano una poltiglia ottenuta dalla macerazione della pianta su erite, piaghe e goniori e bevevano un decotto ottenuto dalle oglie come tonico. L’uso delle radici era un rimedio molto popolare per curare dolori di stomaco, ulcera gastrica e sangue nelle eci. La Pedicularis densifora entrava a ar parte degli ingredienti vegetali nelle medicine per curare la tosse e il mal di gola (3) . Uso attuale I siti web che commercializzano le “Smart Drugs” indicano un uso della pianta come sedativo se umata. Inoltre se utiliz- zata come bevanda può essere impiegata nel trattamento della tosse e dei problemi respiratori. L’uso della pianta può avere eetti arodisiaci e di rilassamento muscolare (4) . Legislazione In Italia nessuno dei principi attivi della Pedicularis densilora n l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legislativo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta o dei suoi principi attivi. Proprietà armaco-tossicologiche Al pedicularioside vengono attribuite proprietà antitumorali. Studi in vitro hanno evidenziato la capacità della molecola di inibire l’angiogenesi (5) . Tossicità Non ci sono dati relativi alla tossicità dei principi attivi. Eetti avversi Non ci sono dati relativi agli eetti avversi. Interazioni armacologiche Non sono state riportate interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Non sono riportati eetti in gravidanza. Determinazioni Analitiche Non sono riportate metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della Pedicularis densilora né su liquidi biologici di assuntori né sulla pianta stessa. Esiste tuttavia una metodologia per la determinazione dei pedicula- riosidi A e M in due specie di piante appartenenti al genere Pedicularis . La metodica di seguito riportata  uno schema sintetico utile al ricercatore per organizzare le analisi. Si consiglia di are rierimento al testo originale.  Analisi per la determinazione del pedicularioside A e pedicularioside M in estrat- ti di Pedicularis densiflora (tratto da: JIANG TF, OU QY, SHI YP. Separation and determination o phenylpropanoid glycosides rom Pedicularis species by capillary electrophoresis. J Chromatogr A. 2003; 986: 163-167) (6) . Pedicularis densifora 203 L’analisi per la determinazione dei glicosidi enilpropanoidi (pedicularioside A e pedicularioside M) viene eettuata mediante elettrooresi capillare accoppiata ad un rivelatore spettrootometrico ad assorbimento di luce ultravioletta. Estrazione del campione 1g di polvere viene estratta per tre volte con 50 ml di alcol metilico. La soluzione ottenuta viene portata a secco, e poi risospesa in 20 ml di alcol metilico. Condizioni strumentali Capillare: Yongnian (35 cm x 50 μm I.D. x 365 μm O.D.) Fase mobile: Tampone borato 30 mM e alcol metilico 10% (pH 9,0) Voltaggio applicato: 15 kV Temperatura: 25°C Rivelatore: spettrootometro ad assorbimento di luce ultravioletta (250 nm) Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate Pedicularioside A: 6,3 minuti Pedicularioside M: 5,2 minuti Standard Tutti gli standard sono stati orniti dalla Beijing Chemical Reagent Plant. Curva di calibrazione Le soluzioni standard degli analiti sono stati preparate in alcol metilico ad una concentrazione di 5 ng/ml. Le soluzioni di calibrazione sono state ottenute mediante opportune diluizioni (range per il pedicularioside A: 20-2000 μg/ml, range per il pedicularioside M: 50-5000 μg/ml). Risultati Negli estratti delle piante analizzati dagli autori sono state riscontrate percentuali di pedicularioside M tra lo 0,028 e lo 0,13% e di pedicularioside A tra lo 0,074 e lo 0,61%. Bibliografia   1. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 16 th Ed. Merck & Co., Inc. 2006. 2. http://toxnet.nlm.nih.gov/  3. Foster S, Hobbs C, Tory R. A eld guide to Western medicinal plants and herbs. Peterson Field Guides 2002; 175. 4. http://wiseplants.com/doku.php?id=indian_warrior 5. MU P, GAO X, JIA ZJ, ZHENG RL. Natural antioxidant pedicularioside G inhibits angiogenesis and tumourigenesis in vitro and in vivo. Basic Clin Pharmacol Toxicol. 2008; 102: 30-4. 6. JIANG TF, OU QY, SHI YP. Separation and determination o phenylpropanoid glycosides rom Pedicularis species by capillary electrophoresis. J Chromatogr A. 2003; 986: 163-167. 204 Scutellaria nana (dwar skullcap) Nome:   Scutellaria nana Famiglia:    Lamiacee Genere:   Scutellaria Specie:   Scutellaria nana Sinonimi: dwar skullcap Provenienza: Caliornia Principi attivi: scutellarina Poco o nulla si sa sul principio attivo e le altre sostanze contenute in questa pianta. Notizie aneddotiche riportano che la Scutellaria nana sia una pianta con proprietà psicoattive che viene utilizzata come leggero sedativo (ansiolitico) (1) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi (2,3) Nome: scutellarina. Formula Molecolare: C 21 H 18 O 12 (peso molecolare = 462.3). Nome sistematico: 2- lavone, 4’,5,6,7-tetraidrossi-, 7- b -D- glucopiranuronoside. Numero di registro CAS: 27740-01-8. Punto di fusione: >300°C. UVmax: 285, 335 nm. Solubilità: insolubile in acqua, solubile in soluzioni alcaline e in acido acetico glaciale, poco solubile nei solventi organici. Uso storico Secondo alcune onti consultabili in Internet la pianta, originaria del Sud Ovest degli attuali Stati Uniti,  stata utilizzata nel corso dei secoli dagli indiani del Nord America come sedativo e nel trattamento dell’insonnia e dell’ansia (3) . Uso attuale La pianta viene utilizzata in campo medico come sedativo ed  stata prescritta in alcuni casi di epilessia ed insonnia (4) . I siti web che commercializzano le “Smart Drugs” inseriscono la pianta nella categoria delle erbe allucinogene che, se ingerite a grandi dosi, possono causare sensazioni di stordimento, anche se in realtà le proprietà armacologiche dei costi- tuenti psicoattivi della pianta non sono state ancora chiarite con studi clinici sistematici (3) . Non sono inoltre stati condotti trial clinici sull’uomo che possano comprovare le proprietà ansiolitiche e sedative della pianta. Il sito uiciale dei prodotti a marchio Spice descrive la pianta in maniera molto generica, speciicando semplicemente come essa sia molto conosciu- ta e utilizzata tradizionalmente dai Cherokee e da altre tribù di indiani nativi del Nord America (4) . O O O O O OH OH OH OH HO HO HO 205 S mart D rugs Legislazione In Italia né la scutellarina, né l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legislativo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta o del suo principio attivo. Proprietà armaco-tossicologiche La letteratura scientiica si occupa delle diverse specie di piante appartenenti tutte al genere Scutellaria , a cui si rieri- scono proprietà antitumorali (5,6) , antiangiogeniche (7) , epatoprotettive (8) , antimicotiche, antibatteriche ed antivitrali (9-11) . Vengono riportati numerosi studi in vitro sulle capacità antitumorali di Scutellaria litwinowii , la cui azione sarebbe dovuta alle proprietà citotossiche ed apoptogeniche dei suoi componenti (12) . Tossicità Fonti non uiciali su Internet riportano che un sovradosaggio della tintura madre di Scutellaria causa vertigini, stupore, conusione, spasmi degli arti, polso intermittente, e sintomi di epilessia (13) . Eetti avversi Sono stati segnalati alcuni casi di danno epatico a seguito dell’assunzione di Scutellaria nana . Tuttavia, ad un più attento esame, sembra che i prodotti che hanno causato danni epatici, oltre a contenere la Scutellaria nana contenessero anche il Teucrium chamaedrys , una pianta di cui sono note le proprietà epatotossiche (14-15) . In un caso documentato viene segna- lata la morte di un giovane di 28 anni a seguito dell’ingestione di un prodotto erboristico contenente estratti vegetali di Scutellaria nana , Pau d’Arco (un enorme albero nativo della oresta amazzonica) e zinco. Anche in questo caso tuttavia sembrerebbe essere avvenuta una contaminazione della miscela di erbe assunta dal soggetto con il Teucrium chamaedrys   (16) . Fonti non uiciali su Internet riportano, tra i principi attivi del Teucrium chamaedrys , proprio la scutellarina (17) . Ri- cordiamo che l’uso in qualunque orma di Teucrium chamaedrys  proibito dallo stesso Ministero della Salute in Italia proprio a causa della sua epatotossicità (18) . Interazioni armacologiche Sebbene non ben documentati, sono stati segnalati enomeni di rinorzo degli eetti dei armaci che causano sonnolenza (13) . Eetti in gravidanza Fonti non uiciali su Internet riportano casi documentati di tossicità in gravidanza, a causa del atto che può inibire il rilascio di gonadotropine corioniche e di prolattina (13) . Determinazioni Analitiche Non sono riportate metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della Scutellaria   nana né su liquidi biologici di assuntori né sulla pianta stessa. Bibliografia   1. http://www.tranceplants.net/Shop/product-ino.php?pid146.html 2. THE MERCK INDEX An Enciclopedia o chemicals, drugs, and biologicals. 16 th Ed. Merck & Co., Inc. 2006. 3. http://toxnet.nlm.nih.gov/  4. http://www.spice-gold.com/IT/spice_background_IT.html 5. LEE TK, LEE YJ, KIM DI, KIM HM, CHANG YC, KIM CH. Pharmacological activity in growth inhibition and apoptosis o cultured human leiomyomal cells o tropical plant Scutellaria barbata D Don (Lamiaceae). Env Toxicol Pharmacol 2006; 21: 70-79. 6. YU JQ, LIU HB, LEI JC, TAN WJ, HU XM, ZOU GL. Antitumor activity o chloroorm raction o Scutellaria barbata and its active constituents. Phytother Res. 2007; 21: 817-822. S mart D rugs 206 7. WANG SS, ZHENG ZG, WENG YQ, YU YJ, ZHANG DF. FAN WH, DAI RH, HU ZB,. Angiogenesis and anti-angiogenesis activity o Chinese medicinal herbal extracts. Lie Sci 2004; 74: 2467-2478. 8. LIN CC, SHIEH D, YEN MH. Hepatoprotective eect o the raction o Banzhi-lian on experimental liver injuries in rats. J Ethnopharmacol. 1997; 56: 193-200. 9. BLASZCZYK T, KRZYZANOWSKA J, LAMER-ZARAWSKA E. Screening or antimycotic properties o traditional Chinese drugs. Phytother Res 2000; 14: 210-212. 10. YANG ZC, WANG BC, YANG, XS, WANG Q, RAN L. The synergistic activity o antibiotics combined with eight traditional Chinese medicines against two dierent strains o Staphylococcus aureus. Colloids Sur B Biointeraces. 2005; 41: 79-81. 11. LI YL, OOI LSM, WANG H, BUT PPH, OOI VEC. Antiviral activities o medicinal herbs traditionally used in southern mainland China. Phytother Res 2004; 18: 718-722. 12. TAYARANI-NAJARAN Z, EMAMI SA, ASILI J, MIRZAEI A, MOUSAVI SH. Analyzing cytotoxic and apoptogenic properties o scutellaria litwinowii root extract on cancer cell lines. Evid Based Complement Alternat Med. 2009 in press. 13. http://www.drugs.com/npc/scullcap.html 14. MCGUFFIN M, HOBBS C, UPTON R, GOLDBERG A. American Herbal Product Association’s Botanical Saety Handbook. Boca Raton, FL: CRC Press, 1997, 105. 15. HULLAR TE, SAPERS BL, RIDKER PM, JENKINS RL, HUTH TS, FARRAYE FA. Herbal toxicity and atal hepatic ailure [letter]. Am J Med 1999; 106: 267-268. 16. BROWN D. A case o atal liver ailure associated with herbal products. Healthnotes Rev Complement Integrative Med 1999; 6: 176-177. 17. http://it.wikipedia.org/wiki/Teucrium_chamaedrys 18. MINISTERO DELLA SALUTE - DECRETO 30 maggio 2003: Divieto d’uso della pianta Teucrium Chamaedris. (GU n. 185 del 11-8-2003). 207 Zornia latiolia (maconha brava) Nome:    Zornia Latiolia Famiglia:   Fabaceae   Genere:    Zornia Specie:    Zornia Latiolia Sinonimi: maconha brava, ood o the gods, barba de burro Provenienza: Sud America (Argentina, Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Paraguai, Perù) Principi attivi: non vengono riportati in letteratura i principi attivi. La  Zornia latiolia  una pianta perenne conosciuta per avere eetti sul sistema nervoso centrale. Il nome volgare maconha brava signica “Marijuana Falsa” ed inatti le oglie secche e boccioli di ori di  Zornia latiolia   sono usati come un allucinogeno dagli indios in Brasile. Le leggende locali asseriscono che questa “erba selvatica” veniva umata dagli antichi dei (1) . Formula chimica e proprietà chimico isiche dei principi attivi Non sono riportati in letteratura i principi attivi. Uso storico Le oglie essiccate venivano usate dagli indiani brasiliani come aiuto per raggiungere stati visionari. Uso attuale I siti web che commercializzano le Spice attribuiscono alla pianta proprietà simili alla cannabis. Si umano le oglie essiccate ed i semi (2) . Legislazione In Italia n l’intera pianta o parti di essa sono sottoposte ad alcun tipo di controllo legislativo. Non si hanno notizie di particolari provvedimenti restrittivi in Europa e negli Stati Uniti a carico della pianta. Proprietà armaco-tossicologiche La letteratura internazionale non riporta alcuna inormazione relativa alle proprietà armaco-tossicologiche della pianta, dei suoi estratti o dei suoi principi attivi. I consumatori la utilizzano in miscele di erbe essiccate che possono essere umate (es. Spice) attribuendole proprietà simil-cannabis (3) . Tossicità Non ci sono dati relativi alla tossicità dei principi attivi. Eetti avversi Tra gli eetti avversi alcuni siti web segnalano mutamenti dell’umore e della percezione, euoria, occhi arrossati, aumento della requenza cardiaca, secchezza delle auci. Interazioni armacologiche Non sono state riportate interazioni armacologiche. Eetti in gravidanza Non sono studiati riportati gli eetti in gravidanza. S mart D rugs 208 Determinazioni Analitiche Non sono riportate metodologie di analisi per la determinazione dei principi attivi della  Zornia latiolia né su liquidi bio- logici di assuntori né sulla pianta stessa. Bibliografia   1. SCHULTES R.E. & A. HOFMANN, 1979, Plants o the Gods, McGraw-Hill, New York, NY. Reprinted in 1992, Healing Arts, Rochester, VT. 2. http:// herbalistics. com .au/shop 3. http://www.drugs-orum.com/orum/showthread.php?t=12937 Finito di stampare nel mese di giugno 2010 dal Centro Stampa De Vittoria srl  Via degli Aurunci, 19 - Roma O S S F A D OSSERVATORIO FUMO ALCOL E DROGA www.iss.it/ofad